Politica
Attolico e il Comune come Bancomat
L’assessore Dicataldo rivela ulteriori dettagli. Prima i soldi, poi le determine
Barletta - mercoledì 17 ottobre 2012
Se un imprenditore svolge un lavoro per una amministrazione pubblica, questo dicono recenti studi del mondo economico, rischia di aspettare anni perché quel lavoro sia pagato. Il Comune di Barletta funziona invece da Bancomat. Non per gli imprenditori, forse. Ma certamente per i suoi dirigenti. Anzi, per Il suo dirigente: Alessandro Attolico. La vicenda, che per primi abbiamo raccontato, delle ferie non godute e monetizzate del Dirigente allo Staff, assume contorni grotteschi. È del 15 Ottobre una richiesta di chiarimenti da parte dell'Assessore al Bilancio Sabino Dicataldo (come chiarisce il documento allegato in pdf). L'esponente de La Buona Politica chiede lumi sulle ragioni che hanno spinto il Sindaco a negare le ferie al dirigente Attolico e sui capitoli di bilancio rispetto ai quali le somme sono state impegnate (ricordiamo che si tratta di oltre 35mila euro). Perché, sembra chiedersi Dicataldo e con lui qualsiasi persona di buon senso, sono state destinate al personale le disponibilità economiche attinenti ad altri settori?
Per compiere una operazione simile dovrebbe esserci stato un atto amministrativo a giustificazione dello storno di quelle cifra. Lo stesso atto dovrebbe chiaramente indicare la nuova destinazione dell'importo. Superfluo dire che questo atto non esiste. Un errore grossolano. Tanto più se si considera che visto che il bilancio 2012 non vede ancora la luce, quelle cifre dovrebbero andare in avanzo di amministrazione. Dicataldo chiede spiegazioni anche sulla liquidazione della somma. E rivela un particolare inquietante: l'ordine di pagamento e di liquidazione alla tesoreria comunale (presso la Banca Carige) sarebbe partito il 27 settembre scorso, ancor prima della pubblicazione della determina, avvenuta il 12 ottobre.
Comprendiamo dunque il funzionamento del Comune, quando si tratta di Alessandro Attolico. Attolico avrebbe richiesto la somma di 35mila euro, come legittimo compenso per le sue ferie non godute. Il Sindaco Maffei, forse impaurito dal possibile abbandono del suo luogotenente, avrebbe contattato Assessore al personale e Segretario generale. In contemporanea si telefona alla Banca/tesoreria e si mettono al sicuro i 35mila euro. Solo allora si comincia a partorire una determina, pescando dalle voci di bilancio che riguardano anche poveri disgraziati. E solo dopo che la stampa denuncia il caso, solo dopo, emerge all'improvviso un parere dell'ufficio legale del Comune.
Ha ragione Dicataldo: "Crediamo che la legalità debba essere garantita". Lo credono tutti ormai. L'uso personalistico delle casse del pubblico è proprio dei sistemi feudali. Il silenzio delle forze politiche che sostengono questa amministrazione dimostra il loro ruolo: sono al massimo dei vassalli. In lotta tra loro per ottenere maggiori margini di discrezionalità. Siamo lontani anni luce dal Comune come articolazione dello Stato di diritto. Siamo in una galassia che non si chiama ormai più democrazia.
Per compiere una operazione simile dovrebbe esserci stato un atto amministrativo a giustificazione dello storno di quelle cifra. Lo stesso atto dovrebbe chiaramente indicare la nuova destinazione dell'importo. Superfluo dire che questo atto non esiste. Un errore grossolano. Tanto più se si considera che visto che il bilancio 2012 non vede ancora la luce, quelle cifre dovrebbero andare in avanzo di amministrazione. Dicataldo chiede spiegazioni anche sulla liquidazione della somma. E rivela un particolare inquietante: l'ordine di pagamento e di liquidazione alla tesoreria comunale (presso la Banca Carige) sarebbe partito il 27 settembre scorso, ancor prima della pubblicazione della determina, avvenuta il 12 ottobre.
Comprendiamo dunque il funzionamento del Comune, quando si tratta di Alessandro Attolico. Attolico avrebbe richiesto la somma di 35mila euro, come legittimo compenso per le sue ferie non godute. Il Sindaco Maffei, forse impaurito dal possibile abbandono del suo luogotenente, avrebbe contattato Assessore al personale e Segretario generale. In contemporanea si telefona alla Banca/tesoreria e si mettono al sicuro i 35mila euro. Solo allora si comincia a partorire una determina, pescando dalle voci di bilancio che riguardano anche poveri disgraziati. E solo dopo che la stampa denuncia il caso, solo dopo, emerge all'improvviso un parere dell'ufficio legale del Comune.
Ha ragione Dicataldo: "Crediamo che la legalità debba essere garantita". Lo credono tutti ormai. L'uso personalistico delle casse del pubblico è proprio dei sistemi feudali. Il silenzio delle forze politiche che sostengono questa amministrazione dimostra il loro ruolo: sono al massimo dei vassalli. In lotta tra loro per ottenere maggiori margini di discrezionalità. Siamo lontani anni luce dal Comune come articolazione dello Stato di diritto. Siamo in una galassia che non si chiama ormai più democrazia.