Politica
Astensione è il nuovo sindaco di Barletta
Ballottaggio caratterizzato da un calo d’affluenza rispetto al primo turno. Cascella: «Barletta non ha recepito questa nuova campagna elettorale»
Barletta - martedì 11 giugno 2013
13.26
Dalla pole position del primo turno tra i capoluoghi di provincia (74,87%, due punti percentuali circa in meno rispetto al 2011), Barletta è precipitata al 49,44% con il ballottaggio; sarà per pigrizia dei votanti? Sarà stato il loro disincanto? La loro resa? Qualunque sia la causa, l'effetto è quello di un vincente astensionismo, con il quale si concludono le elezioni comunali del 2013. Una campagna elettorale estenuante, che ha tentato di raggiungere le orecchie e gli occhi di tutti i barlettani; stando ai dati, però, si è trattato di un parziale successo.
Anche a livello nazionale, in questo ballottaggio le urne sono state trascurate: rispetto al 59,7% del primo turno, si registra una flessione di 11 punti con il 48,5% nella disputa finale. Il premier Letta recepisce l'astensionismo come un segnale d'allarme da considerare e, soddisfatto, parla di un rafforzamento delle larghe intese con la vittoria maggioritaria del centro-sinistra.
Le ragioni dell'astensionismo barlettano possono essere tante; apparentamenti opachi e partiti sconfitti hanno lasciato a casa molti elettori tra domenica e lunedì. Il neo-sindaco Cascella spiega la flessione soffermandosi sul copioso risultato della prima manche: «E' stata fatta una nota di demerito sul 75% delle amministrative a Barletta; non è affatto così. Al ballottaggio non hanno chiaramente partecipato le componenti grillina e socialista che, al primo turno, hanno portato insieme il 25% della popolazione alle urne, quindi è normale registrare un calo adesso».
Nonostante si parlasse di un risultato definitivo, questo ballottaggio è stato poco sentito dalla cittadinanza barlettana, forse arresa, forse troppo convinta della vittoria, forse semplicemente stanca di votare i soliti ignoti. Sarà, ma questa volta sembra che i barlettani il "tutti a casa" lo abbiano detto a se stessi.
Anche a livello nazionale, in questo ballottaggio le urne sono state trascurate: rispetto al 59,7% del primo turno, si registra una flessione di 11 punti con il 48,5% nella disputa finale. Il premier Letta recepisce l'astensionismo come un segnale d'allarme da considerare e, soddisfatto, parla di un rafforzamento delle larghe intese con la vittoria maggioritaria del centro-sinistra.
Le ragioni dell'astensionismo barlettano possono essere tante; apparentamenti opachi e partiti sconfitti hanno lasciato a casa molti elettori tra domenica e lunedì. Il neo-sindaco Cascella spiega la flessione soffermandosi sul copioso risultato della prima manche: «E' stata fatta una nota di demerito sul 75% delle amministrative a Barletta; non è affatto così. Al ballottaggio non hanno chiaramente partecipato le componenti grillina e socialista che, al primo turno, hanno portato insieme il 25% della popolazione alle urne, quindi è normale registrare un calo adesso».
Nonostante si parlasse di un risultato definitivo, questo ballottaggio è stato poco sentito dalla cittadinanza barlettana, forse arresa, forse troppo convinta della vittoria, forse semplicemente stanca di votare i soliti ignoti. Sarà, ma questa volta sembra che i barlettani il "tutti a casa" lo abbiano detto a se stessi.