Eventi
Un caso di malagiustizia, la storia di Palmina Martinelli arriva a Barletta
Il Collettivo Teatro Prisma porta in scena il monologo "Palmina - Amara terra mia": una 14enne arsa viva in casa
Barletta - giovedì 22 novembre 2018
11.58
Palmina aveva 14 anni quando fu trovata avvolta dalle fiamme nella sua casa a Fasano. Cercava da tempo di sfuggire ai suoi aguzzini, alla sua stessa famiglia. E nel luogo in cui ci si sente più al sicuro, quella ragazza ha trovato la sua fine. Il racconto sarà portato in scena dal Collettivo Teatro Prisma grazie a Giusy Gissi, organizzatrice dell'evento.
Era l'11 novembre del 1981 quando Palmina Martinelli fu cosparsa di spirito per ridurla come un cerino. Lo fecero per punire la sua ribellione, la sua insubordinazione. Le sue mani coprivano gli occhi perché non voleva vedere. Però vide i suoi carnefici che non pagarono per quel delitto. Morì dopo alcuni giorni. A pregare la riapertura del caso la sorella Mina che mai si diede pace. Lo spettacolo dal titolo "Palmina - Amara terra mia" racconterà anche del Pubblico Ministero Nicola Magrone, oggi sindaco di Modugno e del Dott. Di Bari, ex sindaco di Fasano, all'epoca chirurgo del Pronto Soccorso. Erano gli anni '80, quando una silente criminalità organizzata agiva indisturbata. La trascrizione teatrale ha contribuito all'intitolazione di due piazze: una a Modugno e una a Bari; ma soprattutto alla ricusazione da parte della Corte di Cassazione di Roma della richiesta di archiviazione delle indagini giunta dal Tribunale di Brindisi.
Il regista/scrittore Giovanni Gentile e l'attrice Barbara Grilli si incontrano quattro anni fa. Decidono di portare in superficie racconti di cronaca dimenticati e tralasciati per negligenza. Nasce il Collettivo Teatro Prisma: connubio di una voce, quella di Barbara, e una mano, quella dello scrittore Giovanni. La redazione ha incontrato entrambi insieme all'organizzatrice dell'evento.
Perché avete scelto di raccontare la storia di Palmina Martinelli?
«Quando morì Palmina avevo quasi 10 anni e ricordo che in casa si parlava sottovoce dell'accaduto – afferma lo scrittore. A distanza di anni la vicenda è caduta nel dimenticatoio, nel buio più profondo. La storia mi tornò alla mente quando conobbi Nicola Magrone: l'ex magistrato che si batté affinché il caso venisse riaperto. Cominciarono le mie ricerche e scoprì che in realtà la storia di quella ragazza è un archetipo, che tanti giovani vivono situazioni spesso al limite». «Quando Giovanni mi propose di ricoprire questo ruolo - prosegue l'attrice - ero elettrizzata professionalmente e umanamente in quanto mi sento un po' una paladina della giustizia. I miei genitori mi hanno da sempre insegnato a lottare per ciò in cui credo e a oppormi alle ingiustizie. Palmina era e rimarrà un'eroina che ha combattuto fino all'ultimo respiro. Se nel mio piccolo posso far qualcosa: sono felice».
"Le emozioni non possono essere tutte positive, qualche volta è necessario che arrivino forti e dritte al cuore per smuovere le coscienze": recita così il suo invito al primo evento. Qual è l'idea alla base del suo progetto?
«Quando andiamo in teatro – risponde l'organizzatrice -, spesso si ha voglia di porre alcune domande ai protagonisti e, a meno che tu non abbia il permesso di recarti dietro le quinte, non è possibile ottenere risposte. Mi piaceva l'idea di creare un legame tra gli spettatori e gli attori. Ho avuto l'occasione di vedere in scena il Collettivo Teatro Prima e nei giorni seguenti ho continuato a ripensare a come in molti casi la determinazione delle persone possa modificare la sorte di alcuni eventi. La trasposizione di questo accadimento drammatico ha smosso le coscienze, riportando alla luce un vecchio fatto di cronaca dimenticato da tutti. Il primo appuntamento di questa sera è già sold out, dunque ho previsto un secondo venerdì 30. L'obiettivo è portare a Barletta storie diverse e speciali come questa».
Il Collettivo desidera ricordare il Dott. Magrone, che per anni ha tenuto vivo il ricordo di questa tragedia, Mina Martinelli che, da quando ha potuto, è tornata a combattere e a fare denunce, il Prof. Delfino Pesce, coadiuvato dal Prof. Flavio Ceglie che con la loro accurata perizia, nel 2012, hanno dato armi a queste denunce e infine la Corte di Cassazione di Roma che nel 2016 ha impedito la chiusura del fascicolo.
Siamo soliti vedere le vicende in maniera distaccata, non ci toccano perché forse troppo distanti. D'altronde perché dovrebbe accadere proprio a me? Attraverso questa serie di incontri lo spettatore potrà sentirsi dentro la storia. Non si può uscire dalla verità!
Per info e prenotazioni: 3294669092 (Giusy Gissi)
Era l'11 novembre del 1981 quando Palmina Martinelli fu cosparsa di spirito per ridurla come un cerino. Lo fecero per punire la sua ribellione, la sua insubordinazione. Le sue mani coprivano gli occhi perché non voleva vedere. Però vide i suoi carnefici che non pagarono per quel delitto. Morì dopo alcuni giorni. A pregare la riapertura del caso la sorella Mina che mai si diede pace. Lo spettacolo dal titolo "Palmina - Amara terra mia" racconterà anche del Pubblico Ministero Nicola Magrone, oggi sindaco di Modugno e del Dott. Di Bari, ex sindaco di Fasano, all'epoca chirurgo del Pronto Soccorso. Erano gli anni '80, quando una silente criminalità organizzata agiva indisturbata. La trascrizione teatrale ha contribuito all'intitolazione di due piazze: una a Modugno e una a Bari; ma soprattutto alla ricusazione da parte della Corte di Cassazione di Roma della richiesta di archiviazione delle indagini giunta dal Tribunale di Brindisi.
Il regista/scrittore Giovanni Gentile e l'attrice Barbara Grilli si incontrano quattro anni fa. Decidono di portare in superficie racconti di cronaca dimenticati e tralasciati per negligenza. Nasce il Collettivo Teatro Prisma: connubio di una voce, quella di Barbara, e una mano, quella dello scrittore Giovanni. La redazione ha incontrato entrambi insieme all'organizzatrice dell'evento.
Perché avete scelto di raccontare la storia di Palmina Martinelli?
«Quando morì Palmina avevo quasi 10 anni e ricordo che in casa si parlava sottovoce dell'accaduto – afferma lo scrittore. A distanza di anni la vicenda è caduta nel dimenticatoio, nel buio più profondo. La storia mi tornò alla mente quando conobbi Nicola Magrone: l'ex magistrato che si batté affinché il caso venisse riaperto. Cominciarono le mie ricerche e scoprì che in realtà la storia di quella ragazza è un archetipo, che tanti giovani vivono situazioni spesso al limite». «Quando Giovanni mi propose di ricoprire questo ruolo - prosegue l'attrice - ero elettrizzata professionalmente e umanamente in quanto mi sento un po' una paladina della giustizia. I miei genitori mi hanno da sempre insegnato a lottare per ciò in cui credo e a oppormi alle ingiustizie. Palmina era e rimarrà un'eroina che ha combattuto fino all'ultimo respiro. Se nel mio piccolo posso far qualcosa: sono felice».
"Le emozioni non possono essere tutte positive, qualche volta è necessario che arrivino forti e dritte al cuore per smuovere le coscienze": recita così il suo invito al primo evento. Qual è l'idea alla base del suo progetto?
«Quando andiamo in teatro – risponde l'organizzatrice -, spesso si ha voglia di porre alcune domande ai protagonisti e, a meno che tu non abbia il permesso di recarti dietro le quinte, non è possibile ottenere risposte. Mi piaceva l'idea di creare un legame tra gli spettatori e gli attori. Ho avuto l'occasione di vedere in scena il Collettivo Teatro Prima e nei giorni seguenti ho continuato a ripensare a come in molti casi la determinazione delle persone possa modificare la sorte di alcuni eventi. La trasposizione di questo accadimento drammatico ha smosso le coscienze, riportando alla luce un vecchio fatto di cronaca dimenticato da tutti. Il primo appuntamento di questa sera è già sold out, dunque ho previsto un secondo venerdì 30. L'obiettivo è portare a Barletta storie diverse e speciali come questa».
Il Collettivo desidera ricordare il Dott. Magrone, che per anni ha tenuto vivo il ricordo di questa tragedia, Mina Martinelli che, da quando ha potuto, è tornata a combattere e a fare denunce, il Prof. Delfino Pesce, coadiuvato dal Prof. Flavio Ceglie che con la loro accurata perizia, nel 2012, hanno dato armi a queste denunce e infine la Corte di Cassazione di Roma che nel 2016 ha impedito la chiusura del fascicolo.
Siamo soliti vedere le vicende in maniera distaccata, non ci toccano perché forse troppo distanti. D'altronde perché dovrebbe accadere proprio a me? Attraverso questa serie di incontri lo spettatore potrà sentirsi dentro la storia. Non si può uscire dalla verità!
Per info e prenotazioni: 3294669092 (Giusy Gissi)