Territorio
Arriva alle urne il lezzo di Ciappetta Camaggio
Voto contrario per chi dimentica 14 km di inquinamento. Emergenza irrisolta da 20 anni
Barletta - sabato 23 aprile 2011
Il prossimo 15 maggio gli elettori barlettani imbucheranno la scheda elettorale nell'urna ricordando le irrisolte problematiche del canale dell'orrore ambientale. Sia l'assessorato barlettano retto dall'Italia dei valori, prima dalla dott.ssa Caterina Dibitonto ed ora dal dott. Salvatore Filannino, che quello provinciale, lasciano irrisolto il più grave dei problemi di Barletta.
Il caldo di questi giorni riscalda ancora di più, se possibile, la rabbia dei cittadini che guardano alla foce del più rinomato serbatoio, con sempre più preoccupazione. La stagione estiva è alle porte e subito dopo il voto amministrativo sarà irresponsabile chi si immergerà nel mare nei pressi della foce di Ciappetta Camaggi a sud di Barletta in zona Ariscianne sulla litoranea di levante. Sarà ancor più irresponsabile l'amministratore di turno che non comunicherà puntuali i rilievi che si dovranno compiere più numerosi e tempestivi. Non solo. E' illegale sottacerli e non diffonderli specialmente ad inizio stagione balneare. E' lungo 14 km. Ciappetta Camaggio, parte dal depuratore fognario cittadino di Andria e maleodorante e insano si tuffa nell'adriatico barlettano inquinandolo. Più volte è stato posto sottosequestro. Immondizia di ogni genere popola il corso dell'acqua malsana attinta anche per irrigare i terreni che costeggiano gran parte del suo percorso. In alcun i tratti, proprio in questi giorni di calura, insetti, zanzare e ratti ravvivano le loro capacità riproduttive senza alcuna opposizione. Si può davvero parlare di contaminazione ambientale specie nel tratto che più interessa il territorio barlettano.
Ma le urne, la corsa dissennata alla ri-elezione, probabilmente sono concausa cocciuta di una problematica da terzo mondo e dimenticata in questo lungo prologo elettorale. In più incontri, ai quali hanno partecipato sia l'assessore Filannino sia il dirigente Mastrorillo e sia politici e tecnici andriesi, si è sempre accentuata la grave problematica di Ciappetta Camaggio senza che una definitiva soluzione sia mai stata adottata a danno della salute dei cittadini sia andriesi che barlettani.
Continuino pure a galleggiare, anzi a rotolare i detriti più disparati, i soliti da sempre raccontati: carcasse di auto, pneumatici, batterie e ogni possibile scoria dannosa. Ma è la schiuma bianca e velenosa che sfocia periodicamente nel mare barlettano che va monitorata con più attenzione. Oli vegetali, detersivi ed altri organismi velenosi sono i veri "protagonisti" dello sviluppo turistico caldeggiato da ogni improvvido amministratore e candidato. Tutti possibilisti e pionieri di risoluzioni i maneggioni della politica locale attraenti su manifesti di pubblicità elettorale che risultano anch'essi maleodoranti come tutto il lungo percorso fognario di Ciappetta Camaggio. Emergenza da risolvere viene definita nel 2011. Lo era anche 20 anni fa.
Il caldo di questi giorni riscalda ancora di più, se possibile, la rabbia dei cittadini che guardano alla foce del più rinomato serbatoio, con sempre più preoccupazione. La stagione estiva è alle porte e subito dopo il voto amministrativo sarà irresponsabile chi si immergerà nel mare nei pressi della foce di Ciappetta Camaggi a sud di Barletta in zona Ariscianne sulla litoranea di levante. Sarà ancor più irresponsabile l'amministratore di turno che non comunicherà puntuali i rilievi che si dovranno compiere più numerosi e tempestivi. Non solo. E' illegale sottacerli e non diffonderli specialmente ad inizio stagione balneare. E' lungo 14 km. Ciappetta Camaggio, parte dal depuratore fognario cittadino di Andria e maleodorante e insano si tuffa nell'adriatico barlettano inquinandolo. Più volte è stato posto sottosequestro. Immondizia di ogni genere popola il corso dell'acqua malsana attinta anche per irrigare i terreni che costeggiano gran parte del suo percorso. In alcun i tratti, proprio in questi giorni di calura, insetti, zanzare e ratti ravvivano le loro capacità riproduttive senza alcuna opposizione. Si può davvero parlare di contaminazione ambientale specie nel tratto che più interessa il territorio barlettano.
Ma le urne, la corsa dissennata alla ri-elezione, probabilmente sono concausa cocciuta di una problematica da terzo mondo e dimenticata in questo lungo prologo elettorale. In più incontri, ai quali hanno partecipato sia l'assessore Filannino sia il dirigente Mastrorillo e sia politici e tecnici andriesi, si è sempre accentuata la grave problematica di Ciappetta Camaggio senza che una definitiva soluzione sia mai stata adottata a danno della salute dei cittadini sia andriesi che barlettani.
Continuino pure a galleggiare, anzi a rotolare i detriti più disparati, i soliti da sempre raccontati: carcasse di auto, pneumatici, batterie e ogni possibile scoria dannosa. Ma è la schiuma bianca e velenosa che sfocia periodicamente nel mare barlettano che va monitorata con più attenzione. Oli vegetali, detersivi ed altri organismi velenosi sono i veri "protagonisti" dello sviluppo turistico caldeggiato da ogni improvvido amministratore e candidato. Tutti possibilisti e pionieri di risoluzioni i maneggioni della politica locale attraenti su manifesti di pubblicità elettorale che risultano anch'essi maleodoranti come tutto il lungo percorso fognario di Ciappetta Camaggio. Emergenza da risolvere viene definita nel 2011. Lo era anche 20 anni fa.