Territorio
Ariscianne e Canne della Battaglia: due occasioni reali di sviluppo
Una giornata di studio sull’istituzione degli ecomusei a Barletta. Confronti e prospettive per un’economia sostenibile
Barletta - venerdì 16 dicembre 2011
13.17
Mercoledì 13 dicembre, presso il Laboratorio Urbano GOS, si è svolta un'importante giornata di studio, organizzata dall'associazione culturale "Barletta si fa in quattro", dal titolo: "I paesaggi di Barletta: verso l'istituzione degli ecomusei di Ariscianne e Canne della Battaglia".
«Creare un ecomuseo significa:
- sostenere lo sviluppo di una memoria storica;
- promuovere il patrimonio culturale e paesaggistico;
- promuovere la propria identità collettiva».
Così Carmen Craca, presidente dell'associazione organizzatrice, ha presentato l'iniziativa dei progetti ecomuseali nella nostra città.
Quali intenti persegue la vostra associazione nella nostra città e come si collega il vostro impegno all'iniziativa di creazione degli ecomusei?
«"Barletta si fa in quattro" è un associazione con fini politico-culturali, nata esattamente un anno fa, il 16 dicembre 2010, che pone il suo sguardo sui temi dello sviluppo, della cultura, della politica e dell'economia. In questa ottica, luoghi come Ariscianne e Canne della Battaglia, così afflitti dal degrado ambientale e dall'abbandono, toccano il nostro territorio sotto ognuno di questi ambiti. Perciò lo scorso 7 settembre abbiamo lanciato il progetto di un laboratorio ecomuseale, quale esperienza di cittadinanza attiva, che sarà il passo concreto verso la creazione degli ecomusei nelle due aree. Questo obiettivo prevede la realizzazione di una mappa della comunità, in collaborazione con tutte le associazioni presenti sul territorio».
Alla serata è stato presente il sindaco Maffei, che ha ricordato come la Puglia sia la settima regione ad aver creato gli ecomusei, una grande sfida culturale per la valorizzazione del territorio, al fine di accelerare i tempi burocratici di attuazione dei progetti. Riconoscendo come si sia fatto poco per queste due realtà della nostra città, ha auspicato a breve l'approvazione da parte della regione del regolamento attuativo che possa dar vita alla Consulta regionale degli ecomusei, prevista dalla legge regionale n°15 varata nel luglio scorso.
Alfredo De Giovanni, geologo del PUG (Piano Urbanistico Generale) di Barletta, ha tenuto la sua relazione sull'area umida di Ariscianne. La zona, bonificata negli anni '30, mantiene ancora le evidenti caratteristiche di un'area palustre. E' ricca infatti della vegetazione tipica di questo ambiente, ospita numerose specie di uccelli migratori ed è piena di fonti d'acqua sorgiva. D'altra parte, vi sono le criticità rappresentate dell'erosione costiera e dall'inquinamento ambientale, di cui il canale Ciappetta-Camaggio è una delle cause. Secondo De Giovanni, un modello da poter applicare per risolvere questo problema è quello di Melendugno (Lecce), dove è stato realizzato un impianto di fitodepurazione, che rilascia le acque reflue depurate, anziché in mare, nel sistema di canali e paludi che compongono la zona umida. Ma Ariscianne è anche un grande giacimento di reperti di ogni epoca (dal Neolitico ai giorni d'oggi) sommersi in mare, che la corrente porta continuamente a riva. Sono stati raccolti finora circa 40000 reperti, a partire dagli anni '70, grazie alla passione in primis del barlettano prof. Giuseppe Savasta (presente tra il pubblico alla serata).
L'archeologo Ruggiero Lombardi, ha relazionato invece su Canne della Battaglia, evidenziando come il prestigio di questo sito archeologico sia fortemente in antitesi con lo stato di degrado in cui versa purtroppo il luogo, teatro della celeberrima battaglia tra le truppe romane di Lucio Emilio Paolo e le truppe cartaginesi di Annibale. In questo senso, un ecomuseo può essere la soluzione per sostenere il recupero dell'area ed avviare nuove indagini archeologiche.
Il consigliere regionale Ruggiero Mennea ha poi illustrato la legge regionale sulla "Valorizzazione e divulgazione dei luoghi e della storia relativi alla Battaglia di Canne", di cui è firmatario: l'intento di questa legge, per Mennea, è quello di poter dare impulso a soggetti pubblici e privati per lo sviluppo di un'economia sostenibile che trovi nella valorizzazione del patrimonio una fonte di reddito e di lavoro, visto il periodo di grande crisi economica e di grande scarsità di finanziamenti. Ha ricordato come attraverso i bandi regionali SAC (Sistemi Ambientali e Culturali), siano stati possibili i primi sovvenzionamenti per lo start-up dell'assistenza al turista, nella consapevolezza di dover continuare comunque nella dura ricerca di nuovi finanziamenti.
Il consigliere regionale Donato Pentassuglia, firmatario della legge regionale "Istituzioni degli ecomusei della Puglia", ha ribadito l'importanza di poter lavorare in sinergia con il sistema universitario, perseguendo una politica basata su progetti realmente fattibili, che utilizzino le risorse nel migliore dei modi.
L'architetto Francesco Baratti, responsabile SESA (Sistema Ecomuseale del Salento), ha portato l'esperienza del Salento, dove gli ecomusei sono intesi come "Fabbriche del Paesaggio", incentrate sulla memoria dei luoghi e delle identità, la trasmissione delle conoscenze, e il contributo di saperi e mestieri tradizionali. Baratti ha affermato che l'obiettivo del SESA è quello di trasformare col tempo i labotatori ecomuseali in imprese sociali.
A conclusione di questa intensa serata, è intervenuta l'assessora regionale alla qualità del territorio Angela Barbanente, che ha sottolineato come valorizzazione, tutela e conoscenza, siano principi tra loro interconnessi, e come vada sempre più rafforzata la "sussidiarietà orizzontale" tra i vari enti locali. Per l'assessora perciò non è concepibile che Canne della Battaglia, conosciuta da milioni di persone sin dai banchi della scuola primaria, non riesca ad essere valorizzata. Per quanto riguarda i finanziamenti, la Barbanente ha ricordato l'esistenza del programma dell'Unione Europea "Life" per la conservazione della natura, e del progetto governativo POAT, che prevede la possibilità di gemellaggi con altre regioni.
L'auspicio della serata è stato ovviamente che i progetti in materia possano tradursi in azioni concrete, mettendo in atto le parole del sociologo Franco Cassano, citate in alcuni interventi: «Contro il processo di mercificazione delle città (…) occorre rieducarsi alla bellezza, un sacro da cui ripartire».
«Creare un ecomuseo significa:
- sostenere lo sviluppo di una memoria storica;
- promuovere il patrimonio culturale e paesaggistico;
- promuovere la propria identità collettiva».
Così Carmen Craca, presidente dell'associazione organizzatrice, ha presentato l'iniziativa dei progetti ecomuseali nella nostra città.
Quali intenti persegue la vostra associazione nella nostra città e come si collega il vostro impegno all'iniziativa di creazione degli ecomusei?
«"Barletta si fa in quattro" è un associazione con fini politico-culturali, nata esattamente un anno fa, il 16 dicembre 2010, che pone il suo sguardo sui temi dello sviluppo, della cultura, della politica e dell'economia. In questa ottica, luoghi come Ariscianne e Canne della Battaglia, così afflitti dal degrado ambientale e dall'abbandono, toccano il nostro territorio sotto ognuno di questi ambiti. Perciò lo scorso 7 settembre abbiamo lanciato il progetto di un laboratorio ecomuseale, quale esperienza di cittadinanza attiva, che sarà il passo concreto verso la creazione degli ecomusei nelle due aree. Questo obiettivo prevede la realizzazione di una mappa della comunità, in collaborazione con tutte le associazioni presenti sul territorio».
Alla serata è stato presente il sindaco Maffei, che ha ricordato come la Puglia sia la settima regione ad aver creato gli ecomusei, una grande sfida culturale per la valorizzazione del territorio, al fine di accelerare i tempi burocratici di attuazione dei progetti. Riconoscendo come si sia fatto poco per queste due realtà della nostra città, ha auspicato a breve l'approvazione da parte della regione del regolamento attuativo che possa dar vita alla Consulta regionale degli ecomusei, prevista dalla legge regionale n°15 varata nel luglio scorso.
Alfredo De Giovanni, geologo del PUG (Piano Urbanistico Generale) di Barletta, ha tenuto la sua relazione sull'area umida di Ariscianne. La zona, bonificata negli anni '30, mantiene ancora le evidenti caratteristiche di un'area palustre. E' ricca infatti della vegetazione tipica di questo ambiente, ospita numerose specie di uccelli migratori ed è piena di fonti d'acqua sorgiva. D'altra parte, vi sono le criticità rappresentate dell'erosione costiera e dall'inquinamento ambientale, di cui il canale Ciappetta-Camaggio è una delle cause. Secondo De Giovanni, un modello da poter applicare per risolvere questo problema è quello di Melendugno (Lecce), dove è stato realizzato un impianto di fitodepurazione, che rilascia le acque reflue depurate, anziché in mare, nel sistema di canali e paludi che compongono la zona umida. Ma Ariscianne è anche un grande giacimento di reperti di ogni epoca (dal Neolitico ai giorni d'oggi) sommersi in mare, che la corrente porta continuamente a riva. Sono stati raccolti finora circa 40000 reperti, a partire dagli anni '70, grazie alla passione in primis del barlettano prof. Giuseppe Savasta (presente tra il pubblico alla serata).
L'archeologo Ruggiero Lombardi, ha relazionato invece su Canne della Battaglia, evidenziando come il prestigio di questo sito archeologico sia fortemente in antitesi con lo stato di degrado in cui versa purtroppo il luogo, teatro della celeberrima battaglia tra le truppe romane di Lucio Emilio Paolo e le truppe cartaginesi di Annibale. In questo senso, un ecomuseo può essere la soluzione per sostenere il recupero dell'area ed avviare nuove indagini archeologiche.
Il consigliere regionale Ruggiero Mennea ha poi illustrato la legge regionale sulla "Valorizzazione e divulgazione dei luoghi e della storia relativi alla Battaglia di Canne", di cui è firmatario: l'intento di questa legge, per Mennea, è quello di poter dare impulso a soggetti pubblici e privati per lo sviluppo di un'economia sostenibile che trovi nella valorizzazione del patrimonio una fonte di reddito e di lavoro, visto il periodo di grande crisi economica e di grande scarsità di finanziamenti. Ha ricordato come attraverso i bandi regionali SAC (Sistemi Ambientali e Culturali), siano stati possibili i primi sovvenzionamenti per lo start-up dell'assistenza al turista, nella consapevolezza di dover continuare comunque nella dura ricerca di nuovi finanziamenti.
Il consigliere regionale Donato Pentassuglia, firmatario della legge regionale "Istituzioni degli ecomusei della Puglia", ha ribadito l'importanza di poter lavorare in sinergia con il sistema universitario, perseguendo una politica basata su progetti realmente fattibili, che utilizzino le risorse nel migliore dei modi.
L'architetto Francesco Baratti, responsabile SESA (Sistema Ecomuseale del Salento), ha portato l'esperienza del Salento, dove gli ecomusei sono intesi come "Fabbriche del Paesaggio", incentrate sulla memoria dei luoghi e delle identità, la trasmissione delle conoscenze, e il contributo di saperi e mestieri tradizionali. Baratti ha affermato che l'obiettivo del SESA è quello di trasformare col tempo i labotatori ecomuseali in imprese sociali.
A conclusione di questa intensa serata, è intervenuta l'assessora regionale alla qualità del territorio Angela Barbanente, che ha sottolineato come valorizzazione, tutela e conoscenza, siano principi tra loro interconnessi, e come vada sempre più rafforzata la "sussidiarietà orizzontale" tra i vari enti locali. Per l'assessora perciò non è concepibile che Canne della Battaglia, conosciuta da milioni di persone sin dai banchi della scuola primaria, non riesca ad essere valorizzata. Per quanto riguarda i finanziamenti, la Barbanente ha ricordato l'esistenza del programma dell'Unione Europea "Life" per la conservazione della natura, e del progetto governativo POAT, che prevede la possibilità di gemellaggi con altre regioni.
L'auspicio della serata è stato ovviamente che i progetti in materia possano tradursi in azioni concrete, mettendo in atto le parole del sociologo Franco Cassano, citate in alcuni interventi: «Contro il processo di mercificazione delle città (…) occorre rieducarsi alla bellezza, un sacro da cui ripartire».