Territorio
Animalismo oggi, animalismo a Barletta
La favola dell’incoscienza e lo squallore della verità
Barletta - mercoledì 20 novembre 2013
Una realtà complessa, quella dell'animalismo, che da sempre deve lottare contro avversari invincibili, per dichiarare la vittoria della vita al di là di qualsiasi altro potere. La vita, forte nel suo essere, oltre distinzioni di genere, ancora una volta si ritrova minacciata dall'arroganza del piacere umano, come quello incomprensibile della caccia. Proprio in questi giorni infatti la Puglia si appresta a votare una delle becere leggi pro caccia libera, la proposta che ha scatenato le ire delle associazioni animaliste della regione e di numerosissimi web surfer, andrebbe a minare la sopravvivenza stessa di alcune specie animali e l'incolumità dell'uomo nelle campagne.
Ma l'episodio della legge, non resta purtroppo un unicum nel suo genere, la lotta per la difesa degli animali deve armarsi di cuore e saggezza su tutti i fronti. Alcune forme di animalismo provinciale tendono infatti a sottovalutare l'onnicomprensività del termine, divenendo così "speciste", ovvero agendo solo per la salvaguardia di determinate specie di animali, mentre un'azione "antispecista" preverrebbe il maltrattamento, l'abbandono, lo sfruttamento e qualsiasi forma di cattiveria e abuso di tutti gli animali, dai gatti ai cani, agli uccelli e via discorrendo.
Talvolta in una dimensione cittadina delle forme di animalismo, come quelle barlettane, si trascura che indissolubilmente legati al credo animalista, vanno a seguire numerosi dettagli dello stile di vita, tra cui l'alimentazione, l'abbigliamento e lo stesso divertimento. Resta ancora in forse infatti nelle menti meno opacizzate, se quella del circo sia una leggenda o meno, i randagi che all'improvviso nei ricordi dei bambini, si estinguevano nei periodi di spettacolo calano il sipario del dubbio su questioni forse oltraggiose e straparlate, o gli stessi animali da circo, fonte ludica e di guadagno ne avrebbero di cose da dire se fossero dotati di babeliche lingue inconfuse. Ma questa è un'altra storia, l'attivismo spesso resta soppiantato da meccanismi arrugginiti e incravattati, per il momento non ci resta che stare ad ammirare il grande atto di coraggio degli animalisti di Barcellona, che allo slogan "Quanta crudeltà riesci a mandare giù?", si sono calati "nudi nel piatto" al centro della città, per protestare contro il grande consumo di carne nel mondo, non ci resta che prendere esempio, o forse per il momento solo che piangere.
Ma l'episodio della legge, non resta purtroppo un unicum nel suo genere, la lotta per la difesa degli animali deve armarsi di cuore e saggezza su tutti i fronti. Alcune forme di animalismo provinciale tendono infatti a sottovalutare l'onnicomprensività del termine, divenendo così "speciste", ovvero agendo solo per la salvaguardia di determinate specie di animali, mentre un'azione "antispecista" preverrebbe il maltrattamento, l'abbandono, lo sfruttamento e qualsiasi forma di cattiveria e abuso di tutti gli animali, dai gatti ai cani, agli uccelli e via discorrendo.
Talvolta in una dimensione cittadina delle forme di animalismo, come quelle barlettane, si trascura che indissolubilmente legati al credo animalista, vanno a seguire numerosi dettagli dello stile di vita, tra cui l'alimentazione, l'abbigliamento e lo stesso divertimento. Resta ancora in forse infatti nelle menti meno opacizzate, se quella del circo sia una leggenda o meno, i randagi che all'improvviso nei ricordi dei bambini, si estinguevano nei periodi di spettacolo calano il sipario del dubbio su questioni forse oltraggiose e straparlate, o gli stessi animali da circo, fonte ludica e di guadagno ne avrebbero di cose da dire se fossero dotati di babeliche lingue inconfuse. Ma questa è un'altra storia, l'attivismo spesso resta soppiantato da meccanismi arrugginiti e incravattati, per il momento non ci resta che stare ad ammirare il grande atto di coraggio degli animalisti di Barcellona, che allo slogan "Quanta crudeltà riesci a mandare giù?", si sono calati "nudi nel piatto" al centro della città, per protestare contro il grande consumo di carne nel mondo, non ci resta che prendere esempio, o forse per il momento solo che piangere.