Viva
Angelo Tedeschi, dirigente di polizia con la passione per la scrittura
Primo posto nel concorso letterario indetto dalla rivista “Polizia moderna”. Un sogno che si avvera per il dirigente del commissariato di Barletta
Barletta - domenica 21 novembre 2010
"Io morire!" La nigeriana aveva le labbra di un pallore asciutto. Giaceva sul marciapiede umido per la sottile pioggia. "Help me!" Diceva con voce strozzata, premendosi le mani sulla pancia nel buio della strada periferica.
Inizia così il racconto "Camicia di notte", avvincente storia di formazione di una poliziotta che, fra difficoltà e pregiudizi, si fa strada nel mondo della lotta al crimine fino a diventare la leader carismatica del suo gruppo di colleghi. Stiamo parlando dell'ultimo racconto di Angelo Tedeschi, dirigente del Commissariato di Barletta, che è stato proclamato vincitore dell'ultima edizione del concorso letterario indetto ogni anno dalla rivista "Polizia moderna".
Centocinquanta, quindici, tre. Sono i numeri che riassumono la selezione che "Polizia moderna" ha dovuto operare per arrivare a scegliere i tre racconti vincitori della terza edizione del Concorso letterario nazionale "Narratori in divisa". Tema al centro del concorso: la donna nella polizia. Molti uomini così hanno scritto storie di donne, proprio come il vicequestore Tedeschi. Quando gli abbiamo domandato se – per il suo racconto – si sia ispirato alle sue colleghe del commissariato di Barletta o a qualche episodio realmente accaduto durante la sua carriera, ci risponde: «Le storie comuni, quelle di tutti i giorni, che mi trovo a vivere sono solo uno spunto, un'ispirazione per i miei racconti, ma ovviamente poi bisogna arricchire la trama con la propria inventiva».
Le candidature alla finale del concorso sono state rese pubbliche in occasione della festa della polizia, e nella giuria che presiederà alla premiazione ricordiamo la scrittrice Cristina Comencini, in veste di presidentessa della giuria, l'attrice Barbara De Rossi e il critico letterario Aldo Grasso.
«Nei racconti c'è la eco della visione del mondo di ogni autore e di ogni autrice. Chi ha riscritto il vecchio tema di scuola, chi si è lanciato nella fiction tv, chi ha pensato in grande al soggetto-trattamento per un film, chi ha mirato al romanzo giallo (nelle varie versioni: duri all'americana, investigativi alla francese, psicoanalitici alla scandinava, problematici all'italiana eccetera). Ma i più sono stati con i piedi per terra». Con queste parole la rivista "Polizia moderna" ha presentato sulle proprie pagine i racconti finalisti del concorso. «Cervello e cuore, cuore e cervello. Con le stesse parole d'ordine e gli stessi ideali che tornano per donne e uomini. E gli stessi valori. Non per niente ricompare in tanti racconti la storia di poliziotti e poliziotte che vanno in azione insieme e insieme vanno a morire. Senza retorica».
Questa pregevole prova di Angelo Tedeschi è solo l'ultima di una grande passione che lega il primo dirigente alla scrittura creativa: al suo attivo vi è anche una interessante collaborazione col periodico mensile "Polizia", che nell'ultima edizione ha pubblicato il suo racconto "Libertà coatta". Ma la vittoria nel concorso organizzato da "Polizia moderna" «rappresenta per me un vero sogno che si avvera. Tutti hanno un sogno nel cassetto, il mio era quello di ottenere una pubblicazione su questa rivista, da tempo inseguita, che rappresenta l'assoluto punto di riferimento nel mondo della polizia».
Inizia così il racconto "Camicia di notte", avvincente storia di formazione di una poliziotta che, fra difficoltà e pregiudizi, si fa strada nel mondo della lotta al crimine fino a diventare la leader carismatica del suo gruppo di colleghi. Stiamo parlando dell'ultimo racconto di Angelo Tedeschi, dirigente del Commissariato di Barletta, che è stato proclamato vincitore dell'ultima edizione del concorso letterario indetto ogni anno dalla rivista "Polizia moderna".
Centocinquanta, quindici, tre. Sono i numeri che riassumono la selezione che "Polizia moderna" ha dovuto operare per arrivare a scegliere i tre racconti vincitori della terza edizione del Concorso letterario nazionale "Narratori in divisa". Tema al centro del concorso: la donna nella polizia. Molti uomini così hanno scritto storie di donne, proprio come il vicequestore Tedeschi. Quando gli abbiamo domandato se – per il suo racconto – si sia ispirato alle sue colleghe del commissariato di Barletta o a qualche episodio realmente accaduto durante la sua carriera, ci risponde: «Le storie comuni, quelle di tutti i giorni, che mi trovo a vivere sono solo uno spunto, un'ispirazione per i miei racconti, ma ovviamente poi bisogna arricchire la trama con la propria inventiva».
Le candidature alla finale del concorso sono state rese pubbliche in occasione della festa della polizia, e nella giuria che presiederà alla premiazione ricordiamo la scrittrice Cristina Comencini, in veste di presidentessa della giuria, l'attrice Barbara De Rossi e il critico letterario Aldo Grasso.
«Nei racconti c'è la eco della visione del mondo di ogni autore e di ogni autrice. Chi ha riscritto il vecchio tema di scuola, chi si è lanciato nella fiction tv, chi ha pensato in grande al soggetto-trattamento per un film, chi ha mirato al romanzo giallo (nelle varie versioni: duri all'americana, investigativi alla francese, psicoanalitici alla scandinava, problematici all'italiana eccetera). Ma i più sono stati con i piedi per terra». Con queste parole la rivista "Polizia moderna" ha presentato sulle proprie pagine i racconti finalisti del concorso. «Cervello e cuore, cuore e cervello. Con le stesse parole d'ordine e gli stessi ideali che tornano per donne e uomini. E gli stessi valori. Non per niente ricompare in tanti racconti la storia di poliziotti e poliziotte che vanno in azione insieme e insieme vanno a morire. Senza retorica».
Questa pregevole prova di Angelo Tedeschi è solo l'ultima di una grande passione che lega il primo dirigente alla scrittura creativa: al suo attivo vi è anche una interessante collaborazione col periodico mensile "Polizia", che nell'ultima edizione ha pubblicato il suo racconto "Libertà coatta". Ma la vittoria nel concorso organizzato da "Polizia moderna" «rappresenta per me un vero sogno che si avvera. Tutti hanno un sogno nel cassetto, il mio era quello di ottenere una pubblicazione su questa rivista, da tempo inseguita, che rappresenta l'assoluto punto di riferimento nel mondo della polizia».