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Anche gli anziani preferiscono il web ai giornali
I giornali online come fonte principale per informarsi. Lo dimostra una ricerca dell'Università di Oxford
Internet - domenica 11 agosto 2013
Il web è una rivoluzione impossibile da arrestare. Se da un lato la carta stampata si rivela sempre più in declino, e non si arresta la polemica sui contributi all'editoria, dall'altro la riscossa dell'informazione online cavalca l'onda di ogni più roseo entusiasmo. Ora anche gli anziani, notoriamente principali vittime del digital divide e tra i più restii ad accogliere le nuove tecnologie, preferiscono il web ai tradizionali giornali. Lo dimostra la ricerca 2013 sull'informazione digitale dal titolo "Tracking the Future of News" realizzata dal Reuters Institute for the Study of Journalism dell'Università di Oxford.
Secondo questo studio, al giorno d'oggi i siti web hanno superato i giornali come fonte preferita di informazione in ogni fascia d'età, anche in quella degli ultra 55enni. Mentre è sempre più chiaro da tempo - osserva Alan D. Mutter, editore, imprenditore e autore del blog Reflections of a Newsosaur - che i più giovani sono più propensi rispetto ai più anziani a utilizzare fonti digitali per informarsi, gli editori della carta stampata sono ancora convinti di continuare a godere della fedeltà dei lettori di mezza età e di quelli più anziani, facendo leva su un pregiudizio ormai superato.
La ricerca, compiuta con 10.843 interviste nelle zone urbane di Italia, Brasile, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, ha accertato invece che la maggioranza degli utenti di ogni fascia di età indica ora i media online più dei giornali su carta come la loro principale fonte di notizie. Più della metà degli intervistati nei gruppi di età 18-34 anni preferiscono le fonti online rispetto ai giornali su carta come fonte di notizie primaria. Al contrario, solo il 7% di quelli sotto i 35 anni cita i giornali come fonte principale. Ma la scoperta davvero sorprendente è che i siti online vengono citati come fonte principale di informazione da tutti i gruppi di età, anche da quelli più anziani. Sono il 32% nella fascia 45-54 anni, rispetto all' 11% che indicava i giornali. E negli ultra 55enni, le fonti online battono i giornali per 21% a 18%.
«Presi individualmente e collettivamente – commenta Mutter - questi cambiamenti radicali nel comportamento dei consumatori rappresentano per la maggior parte di editori e broadcaster una grande sfida per la sostenibilità economica immediata e a lungo termine delle loro aziende. La posta in gioco – aggiunge – è alta perché le aziende che vendono accesso a lettori e spettatori non possono sopravvivere se il loro pubblico se ne scappa via».
Secondo questo studio, al giorno d'oggi i siti web hanno superato i giornali come fonte preferita di informazione in ogni fascia d'età, anche in quella degli ultra 55enni. Mentre è sempre più chiaro da tempo - osserva Alan D. Mutter, editore, imprenditore e autore del blog Reflections of a Newsosaur - che i più giovani sono più propensi rispetto ai più anziani a utilizzare fonti digitali per informarsi, gli editori della carta stampata sono ancora convinti di continuare a godere della fedeltà dei lettori di mezza età e di quelli più anziani, facendo leva su un pregiudizio ormai superato.
La ricerca, compiuta con 10.843 interviste nelle zone urbane di Italia, Brasile, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, ha accertato invece che la maggioranza degli utenti di ogni fascia di età indica ora i media online più dei giornali su carta come la loro principale fonte di notizie. Più della metà degli intervistati nei gruppi di età 18-34 anni preferiscono le fonti online rispetto ai giornali su carta come fonte di notizie primaria. Al contrario, solo il 7% di quelli sotto i 35 anni cita i giornali come fonte principale. Ma la scoperta davvero sorprendente è che i siti online vengono citati come fonte principale di informazione da tutti i gruppi di età, anche da quelli più anziani. Sono il 32% nella fascia 45-54 anni, rispetto all' 11% che indicava i giornali. E negli ultra 55enni, le fonti online battono i giornali per 21% a 18%.
«Presi individualmente e collettivamente – commenta Mutter - questi cambiamenti radicali nel comportamento dei consumatori rappresentano per la maggior parte di editori e broadcaster una grande sfida per la sostenibilità economica immediata e a lungo termine delle loro aziende. La posta in gioco – aggiunge – è alta perché le aziende che vendono accesso a lettori e spettatori non possono sopravvivere se il loro pubblico se ne scappa via».