Viva
Anche a scuola si diffonde la compravendita del voto
Un anonimo candidato denuncia la pratica a Barlettalife. Arrivano spontanee le testimonianze dei lettori
Barletta - martedì 3 maggio 2011
20.25
Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo una testimonianza giunta in redazione in merito alla compravendita di voti, argomento dell'attuale inchiesta del nostro giornale. E' pronto a testimoniare il lettore-candidato di Barlettalife (chiedendo di rispettare l'anonimato) che dà sostanziale conforto con la sua esperienza diretta alla vicenda compravendita del voto che il nostro portale da tempo sta denunciando.
«Sono candidato nel Centrodestra e precisamente nel ******, che ha come etica il fatto di non pagare voti (in qualunque modo lo si voglia intendere) e di non promettere lavoro in cambio di essi. Nella scuola elementare ******, frequentata da mio figlio, in occasione di un incontro, è stata offerta una pizza, ma soltanto in cambio di un voto da parte di un candidato imparentato con qualcuno che lavora nella scuola! Adesso capite perché facilmente vengono rieletti? Preferenza o fame? Comunque sia, uno che vende il proprio voto per una pizza o per qualche decina di euro vale al pari della proposta ricevuta e ha la Barletta che si merita. E pensare che quando ci presentiamo a qualcuno e proponiamo di votarci, la prima cosa che ci sentiamo dire è «Quanto mi dai?». Questa perché la nostra società è una società di venduti, e la Guardia di Finanza va a controllare gli scontrini piuttosto che indagare su queste cose. Possibile che neanche un finanziere si sia trovato in un'occasione così? Autorizzo la pubblicazione, rendendo anonimo il mio nome e ciò che è indicato con gli asterischi e, in caso di verifiche, sarò disponibile anche a testimoniare, ma la pubblicazione deve essere anonima nelle parti da me richieste».
Un candidato anonimo
Si stanno materializzando i cittadini–lettori di Barlettalife che interpretano favorevolmente il nostro lavoro non facile. Non facile perché potremmo noi ad essere tacciati di demagogia e populismo . Si, può capitare anche questo. Invece la redazione sta caparbiamente insinuandosi nel tessuto del danno democratico, pericolosamente insinuatosi nella cabina elettorale per sapere e riferirvi.
Come richiesto dal lettore, provvediamo ad oscurare la sua appartenenza politica e il luogo della subdola contrattazione. Ovviamente nostro compito è accettare e divulgare qualsivoglia disagio ci viene sottoposto e da noi sollecitato. Confidiamo nella lealtà di chi ci scrive, ci telefona o, più coraggiosamente, si affaccia in redazione anche solo per una chiacchierata sull'argomento. Il lettore, del quale divulghiamo la dura nota, richiama la prestigiosa Arma della Guardia di Finanza ad un più capillare controllo. Sappiamo tutti che lo ha fatto nel recente passato. Purtroppo non siamo autorizzati a riferire che continua il suo silenzioso e prezioso lavoro . L'occasione è ancora una volta per ringraziare sia loro che le altre forze dell'ordine.
«Sono candidato nel Centrodestra e precisamente nel ******, che ha come etica il fatto di non pagare voti (in qualunque modo lo si voglia intendere) e di non promettere lavoro in cambio di essi. Nella scuola elementare ******, frequentata da mio figlio, in occasione di un incontro, è stata offerta una pizza, ma soltanto in cambio di un voto da parte di un candidato imparentato con qualcuno che lavora nella scuola! Adesso capite perché facilmente vengono rieletti? Preferenza o fame? Comunque sia, uno che vende il proprio voto per una pizza o per qualche decina di euro vale al pari della proposta ricevuta e ha la Barletta che si merita. E pensare che quando ci presentiamo a qualcuno e proponiamo di votarci, la prima cosa che ci sentiamo dire è «Quanto mi dai?». Questa perché la nostra società è una società di venduti, e la Guardia di Finanza va a controllare gli scontrini piuttosto che indagare su queste cose. Possibile che neanche un finanziere si sia trovato in un'occasione così? Autorizzo la pubblicazione, rendendo anonimo il mio nome e ciò che è indicato con gli asterischi e, in caso di verifiche, sarò disponibile anche a testimoniare, ma la pubblicazione deve essere anonima nelle parti da me richieste».
Un candidato anonimo
Si stanno materializzando i cittadini–lettori di Barlettalife che interpretano favorevolmente il nostro lavoro non facile. Non facile perché potremmo noi ad essere tacciati di demagogia e populismo . Si, può capitare anche questo. Invece la redazione sta caparbiamente insinuandosi nel tessuto del danno democratico, pericolosamente insinuatosi nella cabina elettorale per sapere e riferirvi.
Come richiesto dal lettore, provvediamo ad oscurare la sua appartenenza politica e il luogo della subdola contrattazione. Ovviamente nostro compito è accettare e divulgare qualsivoglia disagio ci viene sottoposto e da noi sollecitato. Confidiamo nella lealtà di chi ci scrive, ci telefona o, più coraggiosamente, si affaccia in redazione anche solo per una chiacchierata sull'argomento. Il lettore, del quale divulghiamo la dura nota, richiama la prestigiosa Arma della Guardia di Finanza ad un più capillare controllo. Sappiamo tutti che lo ha fatto nel recente passato. Purtroppo non siamo autorizzati a riferire che continua il suo silenzioso e prezioso lavoro . L'occasione è ancora una volta per ringraziare sia loro che le altre forze dell'ordine.