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Anche a Barletta la marcia delle donne e degli uomini scalzi

Oggi 11 Settembre in Piazza Caduti di tutte le guerre alle ore 19:30

"Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi". Inizia così l'appello lanciato da alcuni personaggi dello spettacolo e della cultura a sostegno dei migranti. La marcia delle donne e degli uomini scalzi è l'invito a togliere le scarpe e a camminare per esprimere solidarietà verso chi "ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere".

Anche a Barletta, come in tutta Italia, si svolgerà la MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI. L'appuntamento, a cui il comitato Se non ora, quando? Barletta invita tutta la cittadinanza, unitamente a tutti coloro che hanno da subito condiviso l'appello (il concittadino Badr Fakhouri, il Prof. Paolo Vitali, l'Unione degli studenti e altre associazioni), è per oggi 11 Settembre in Piazza Caduti di tutte le guerre alle ore 19:30. L'iniziativa si articolerà come un flash mob nell'area pedonalizzata di Piazza Caduti. I segni di condivisione e partecipazione per chi vorrà essere presente saranno: essere scalzi, indossare una maglia rossa e un pantalone blu (o un jeans) - come in quella terribile immagine che ha scosso il mondo intero e portare una barchetta di carta. Per amplificare il messaggio e aiutare nella riflessione sarà esposta nel luogo dell'iniziativa un'opera del Prof. Paolo Vitali.

"Donne e uomini scalzi si affiancano alle loro sorelle e fratelli che chiedono di muoversi liberi in un mondo di pace, come è loro diritto inalienabile. Nelle filosofie e nelle religioni di cui siamo portatori ed eredi in Europa, non c'è nulla che ci consenta di incatenare un essere umano al luogo in cui è nato, contro la sua volontà. E' su questo fondamento che nasce la libertà delle donne e degli uomini. Un bambino morto su una spiaggia, migliaia di morti in mare per sfuggire alle bombe, fili spinati, marchi da bestie, tutto questo ci chiama in causa come esseri umani e come donne libere e uomini liberi amici delle donne.Se Non Ora Quando chiede che vengano riconosciuti i diritti umani, di donne e di uomini, di tutti coloro che nascono sul pianeta. Aderisce e partecipa perciò convintamente in tutte le città, alla MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI lanciata da Venezia. Condividiamo il dolore delle donne costrette ad abbandonare la loro casa, che hanno visto morire i loro cari. Le accoglieremo e le aiuteremo come meglio possiamo."

L'APPELLO da cui è partita l'idea della marcia:

La marcia delle donne e degli uomini scalzi
E' arrivato il momento di decidere da che parte stare.
E' vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa.
Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi.
Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere.
E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo.
Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro.
Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.

La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà.
E' l'inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie.
Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione delle ricchezze.


Tra i primi firmatari dell'appello: Lucia Annunziata, Don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, Don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon, Valerio Mastrandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Norma Rangeri, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari, Don Armando Zappolini. E ancora: Mauro Biani, Fiorella Mannoia, Frankie Hi Nrg, Maso Notarianni, Ascanio Celestini, Amnesty International Italia, CGIL Nazionale, Emergency, Arci, Acli, Terres des Hommes, Mani Tese, Medici Senza Frontiere
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