Territorio
Ambiente e Rifiuti Zero, le firme dei cittadini arrivano in Comune
La consegna ufficiale da parte del Forum Salute e Ambiente Barletta
Barletta - venerdì 18 dicembre 2015
Comunicato Stampa
La campagna di raccolta firme a sostegno dei due progetti di deliberazione "Rifiuti Zero" e "Monitoraggio ambientale" si è conclusa ieri con il deposito ufficiale delle sottoscrizioni presso gli uffici competenti del Comune di Barletta. «In soli due mesi il Forum Salute e Ambiente di Barletta è riuscito a raccogliere quasi 1200 firme, doppiando la soglia minima necessaria a presentare progetti di deliberazione per consiglio comunale così come previsto dallo Statuto della città di Barletta. Tali proposte dovranno tassativamente essere discusse e votate entro novanta giorni dal Consiglio Comunale» affermano Francesco Caputo e Gabriella Marcandrea, referenti del Forum Salute e Ambiente - Barletta.
«Le mille sottoscrizioni non rappresentano solo il dato numerico necessario all'adempimento di una procedura regolamentare, ma dimostrano come la scommessa portata avanti dal Forum di creare un processo di partecipazione dal basso sulle politiche ambientali nella nostra città sia stata vinta a pieno. Il lungo percorso di confronto e di lotta sulle tematiche ambientali intrapreso da associazioni e movimenti, che poi hanno dato vita al Forum, e l'opera di informazione e di sensibilizzazione durante la campagna di raccolta firme hanno determinato il successo di questa iniziativa, finora unica nel suo genere a Barletta. Stare a contatto coi cittadini durante i banchetti e le iniziative ci ha permesso di riscontrare come l'attenzione e la consapevolezza sulla crisi ambientale in corso stia crescendo. Tale positiva verifica non può che spingerci a proseguire nel nostro impegno; il nostro percorso non si conclude di certo con l'atto di deposito delle firme. Questo anche e soprattutto perché non nutriamo grossa fiducia sull'esito della discussione e della votazione delle due delibere in consiglio comunale, ed il clima e il contesto attuali, gli interventi sui media e i "provvedimenti" presi dalla classe politica negli ultimi mesi, da quando cioè i temi ambientali son riusciti a ritagliarsi uno spazio mediatico, sembrano non fare altro che confermare la nostra sfiducia.
Ci si affanna, soprattutto sui giornali, a mostrare una insolita celerità ad affrontare, almeno sulla carta, questioni collaterali su cui si è creato un gran polverone ma che fondamentalmente non risolvono nulla o sono molto più semplicemente specchietti per le allodole. Una strategia che in maniera evidente cerca sic et simpliciter di non affrontare le serie criticità che da anni movimenti e associazioni denunciano. Ultimo episodio in ordine di tempo, il protocollo d'intesa sul monitoraggio ambientale siglato dalle istituzioni il 2 dicembre. Un protocollo che sembrerebbe rendere inutile il testo della proposta da noi presentata; la realtà è che si tratta di un'operazione priva di senso, in quanto evita accuratamente di tirare in ballo le aziende insalubri che in questi anni hanno contribuito a inquinare disastrosamente il territorio cittadino. L'unico risultato che questo protocollo raggiungerà sarà semplicemente evitare che la responsabilità della crisi ambientale in corso ricada su chi questa crisi l'ha effettivamente creata, e che invece sarà messo nelle condizioni di perseverare tranquillamente nell'opera. E mentre amministratori e politici si complimentano tra loro per questa grande intesa a difesa della salute dei cittadini, la Buzzi Unicem continua a coincenerire 65000 tonnellate di rifiuti all'anno e insiste per poter alzare la quantità giornaliera, la falda sotto la Timac Agro rimane inquinata senza che l'azienda si prenda l'onere della bonifica, e il rinnovo dell'autorizzazione della discarica di San Procopio procede senza intoppi, lasciando che questo territorio diventi sempre più spesso punto di riferimento per pratiche insane di smaltimento dei rifiuti. Con buona pace della suddetta salute dei cittadini.
Questa città non ha bisogno di qualche operazione di facciata buona sola a tutelare gli interessi di chi fa profitti sullo scempio quotidiano dell'ambiente. Questa città ha bisogno di un percorso partecipato, trasparente ed indipendente che verifichi dettagliatamente l'impatto ambientale, sanitario e sociale delle aziende insalubri presenti sul suo territorio. Ha bisogno che al monitoraggio seguano azioni concrete di bonifica e riconversione ecologica del tessuto industriale e dei suoi processi. E ancora, ha bisogno di un totale ripensamento del ciclo dei rifiuti che, attraverso pratiche concrete e virtuose, elimini qualsiasi ricorso al conferimento in discarica e all'incenerimento, ponendo le basi per un modello di sviluppo radicalmente diverso da quello a cui siamo abituati a vivere e che ogni giorno avvelena i nostri territori e i nostri corpi. Questo è il senso e l'obiettivo delle due proposte di delibera sottoscritte dai cittadini in questi due mesi, obiettivo per cui continueremo a lottare e a metterci in gioco in ogni caso. Ora sta alla classe politica barlettana cogliere l'opportunità di contribuire a un cambio di passo radicale ma necessario, o lasciare come al solito che gli interessi privati prevalgano sul benessere e sui diritti di un'intera comunità».
«Le mille sottoscrizioni non rappresentano solo il dato numerico necessario all'adempimento di una procedura regolamentare, ma dimostrano come la scommessa portata avanti dal Forum di creare un processo di partecipazione dal basso sulle politiche ambientali nella nostra città sia stata vinta a pieno. Il lungo percorso di confronto e di lotta sulle tematiche ambientali intrapreso da associazioni e movimenti, che poi hanno dato vita al Forum, e l'opera di informazione e di sensibilizzazione durante la campagna di raccolta firme hanno determinato il successo di questa iniziativa, finora unica nel suo genere a Barletta. Stare a contatto coi cittadini durante i banchetti e le iniziative ci ha permesso di riscontrare come l'attenzione e la consapevolezza sulla crisi ambientale in corso stia crescendo. Tale positiva verifica non può che spingerci a proseguire nel nostro impegno; il nostro percorso non si conclude di certo con l'atto di deposito delle firme. Questo anche e soprattutto perché non nutriamo grossa fiducia sull'esito della discussione e della votazione delle due delibere in consiglio comunale, ed il clima e il contesto attuali, gli interventi sui media e i "provvedimenti" presi dalla classe politica negli ultimi mesi, da quando cioè i temi ambientali son riusciti a ritagliarsi uno spazio mediatico, sembrano non fare altro che confermare la nostra sfiducia.
Ci si affanna, soprattutto sui giornali, a mostrare una insolita celerità ad affrontare, almeno sulla carta, questioni collaterali su cui si è creato un gran polverone ma che fondamentalmente non risolvono nulla o sono molto più semplicemente specchietti per le allodole. Una strategia che in maniera evidente cerca sic et simpliciter di non affrontare le serie criticità che da anni movimenti e associazioni denunciano. Ultimo episodio in ordine di tempo, il protocollo d'intesa sul monitoraggio ambientale siglato dalle istituzioni il 2 dicembre. Un protocollo che sembrerebbe rendere inutile il testo della proposta da noi presentata; la realtà è che si tratta di un'operazione priva di senso, in quanto evita accuratamente di tirare in ballo le aziende insalubri che in questi anni hanno contribuito a inquinare disastrosamente il territorio cittadino. L'unico risultato che questo protocollo raggiungerà sarà semplicemente evitare che la responsabilità della crisi ambientale in corso ricada su chi questa crisi l'ha effettivamente creata, e che invece sarà messo nelle condizioni di perseverare tranquillamente nell'opera. E mentre amministratori e politici si complimentano tra loro per questa grande intesa a difesa della salute dei cittadini, la Buzzi Unicem continua a coincenerire 65000 tonnellate di rifiuti all'anno e insiste per poter alzare la quantità giornaliera, la falda sotto la Timac Agro rimane inquinata senza che l'azienda si prenda l'onere della bonifica, e il rinnovo dell'autorizzazione della discarica di San Procopio procede senza intoppi, lasciando che questo territorio diventi sempre più spesso punto di riferimento per pratiche insane di smaltimento dei rifiuti. Con buona pace della suddetta salute dei cittadini.
Questa città non ha bisogno di qualche operazione di facciata buona sola a tutelare gli interessi di chi fa profitti sullo scempio quotidiano dell'ambiente. Questa città ha bisogno di un percorso partecipato, trasparente ed indipendente che verifichi dettagliatamente l'impatto ambientale, sanitario e sociale delle aziende insalubri presenti sul suo territorio. Ha bisogno che al monitoraggio seguano azioni concrete di bonifica e riconversione ecologica del tessuto industriale e dei suoi processi. E ancora, ha bisogno di un totale ripensamento del ciclo dei rifiuti che, attraverso pratiche concrete e virtuose, elimini qualsiasi ricorso al conferimento in discarica e all'incenerimento, ponendo le basi per un modello di sviluppo radicalmente diverso da quello a cui siamo abituati a vivere e che ogni giorno avvelena i nostri territori e i nostri corpi. Questo è il senso e l'obiettivo delle due proposte di delibera sottoscritte dai cittadini in questi due mesi, obiettivo per cui continueremo a lottare e a metterci in gioco in ogni caso. Ora sta alla classe politica barlettana cogliere l'opportunità di contribuire a un cambio di passo radicale ma necessario, o lasciare come al solito che gli interessi privati prevalgano sul benessere e sui diritti di un'intera comunità».