Cronaca
«Alla città di Barletta dico che non capiti a nessuno quello che è successo a me»
Le dichiarazioni della madre di Michele Cilli, Maria Comitangelo, all'agenzia LaPresse
Barletta - martedì 22 marzo 2022
16.03
«Siamo 4 in famiglia, io ho cresciuto i miei figli da sola ed eravamo legatissimi. Con Michele c'era un legame speciale, era il mio bambino: l'ho cresciuto da sola da quando aveva 3 anni. Avevamo un rapporto che ci invidiavano. A volte gli altri miei figli, mi dicevano che lui era il coccolone di mamma. Aveva una sensibilità particolare», racconta la madre di Michele Cili, Maria Comitangelo all'agenzia LaPresse.
Michele è scomparso la sera del 15 gennaio 2022. Nei mesi trascorsi, la madre ha cercato di ricordare ogni giorno il dramma che stava vivendo. Sui social, interpellando Emiliano e organizzando una fiaccolata accompagnata dalle note di Irama "Ovunque sarai". «Mio figlio deve avere giustizia e l'avrà. Adesso spero che mi ridiano il suo corpo: voglio dargli una degna sepoltura e piangere». Lo dice all'agenzia LaPresse, dopo l'arresto e la conferenza stampa di oggi. I due 34enni sono stati arrestati per omicidio volontario e occultamento di cadavere.
«Alla città di Barletta mi sento di dire una sola cosa: che non capiti a nessuno quello che è successo a me. Quello che ha subito mio figlio è stato atroce. Sentivo che era successo qualcosa di grave, non sentivo più il battito del cuore di mio figlio. Ai due indagati non mi sento di dire nulla, se non che pagheranno per quello che hanno fatto a mio figlio» conclude.
Michele è scomparso la sera del 15 gennaio 2022. Nei mesi trascorsi, la madre ha cercato di ricordare ogni giorno il dramma che stava vivendo. Sui social, interpellando Emiliano e organizzando una fiaccolata accompagnata dalle note di Irama "Ovunque sarai". «Mio figlio deve avere giustizia e l'avrà. Adesso spero che mi ridiano il suo corpo: voglio dargli una degna sepoltura e piangere». Lo dice all'agenzia LaPresse, dopo l'arresto e la conferenza stampa di oggi. I due 34enni sono stati arrestati per omicidio volontario e occultamento di cadavere.
«Alla città di Barletta mi sento di dire una sola cosa: che non capiti a nessuno quello che è successo a me. Quello che ha subito mio figlio è stato atroce. Sentivo che era successo qualcosa di grave, non sentivo più il battito del cuore di mio figlio. Ai due indagati non mi sento di dire nulla, se non che pagheranno per quello che hanno fatto a mio figlio» conclude.