Eventi
Al teatro "Curci" si discute di salute mentale con l'evento "Parole ritrovate"
Oggi l'ultima giornata di lavori
Barletta - sabato 26 ottobre 2024
E' iniziato giovedì e continua sino a oggi, sabato 26 ottobre l'evento nazionale "Parole Ritrovate", XXIV edizione, presso il Teatro Curci di Barletta.
Appare giusto segnalare che per la prima volta, l'evento annuale si svolge in Puglia, mentre le prime 23 edizioni si sono svolte sempre nel centro – nord dell'Italia.
L'incontro è promosso dal coordinamento nazionale "Le Parole Ritrovate", organizzato dal Centro Diurno Cogestito della ASL BT, insieme alle associazioni del territorio "Diversamente Uguali" e "Obiettivo Salute", entrambe impegnate nella tutela della salute mentale, e patrocinato dal Dipartimento di Salute Mentale della ASL BT, insieme al Comune di Barletta. Nato nel 2000, il movimento de "Le Parole Ritrovate" ha come obiettivo quello di dare voce a tutti i protagonisti del mondo della salute mentale, creando spazi di confronto aperto e paritario tra utenti, familiari, operatori e cittadini.
Cosa è "Parole Ritrovate"?
Lo abbiamo chiesto al dott. Filippo Iovine, psichiatra, Direttore del Centro di Salute Mentale di Barletta:
Le parole ritrovate sono nate nel 1999 a Trento, come spazio per fare incontrare utenti ed operatori dei servizi di salute mentale, familiari e cittadini. Ma soprattutto è il mezzo per dare la parola a chi per tanto tempo non ha avuto modo di farlo (l'utente), restando nel silenzio della sua (o di un suo familiare) malattia mentale. E' stato il tentativo, felicemente riuscito, di creare uno spazio di confronto e di narrazione esperenziale, dove tutti si è in una situazione di dialogo tra pari.
Non è una modalità alternativa di pensare alla salute mentale, ma integrativa e complementare alla logica dei servizi pubblici, dove gli utenti, in un percorso di Recovery, possono arrivare ad utilizzare la propria esperienza di malattia (sapere esperenziale) per sviluppare una capacità, "diversa" da quella degli operatori sanitari, di essere al fianco di altri utenti, divenendo in questo modo (attraverso percorsi formativi) una figura che noi chiamiamo ESP (Esperti nel Supporto alla Pari), che sta diventando per molti un vero e proprio lavoro. Il che si traduce in un ulteriore vantaggio: ridare dignità alla propria malattia, ridare dignità al proprio ruolo sociale ed economico.
La malattia mentale ci può dividere o ci può unire, ci può fare sentire particolarmente soli, ci può dare occasione e motivo di valorizzare la radice profondamente umana, e quindi comune, presente in ogni esistenza, sana o sofferente che sia. Le parole ritrovate danno voce e protagonismo a chi non li ha mai avuti e a chi li ha persi, servono a coinvolgere e a lasciarci coinvolgere da reti allargate di persone, di intelligenza, di sentimenti. Le parole ritrovate è attivare la speranza nel cambiamento sempre possibile, vedono non solo il problema ma anche la risorsa, danno valore e significato a ciascuno, credono che assumersi responsabilità sia la strada migliore per crescere insieme. Così il disagio psichico ritrova posto e di dignità nel quotidiano di tutti noi, in una comunità in cui ciascuno è più responsabile per tutti.
Al centro del progetto "Parole Ritrovate" c'è il concetto di "fare assieme", una buona pratica che punta a eliminare stigma e pregiudizi, promuovendo un clima di collaborazione, libertà e inclusione. Grazie al fare assieme, si sviluppano percorsi formativi e di sensibilizzazione volti a migliorare i servizi di salute mentale e coinvolgere tutta la comunità, con eventi a forte impatto mediatico e sociale. L'iniziativa si sta espandendo anche a livello internazionale, con progetti già avviati in Norvegia, Giappone e India.
Il nostro Dipartimento è fermamente convinto e sostiene sia la modalità del "fareassieme", ormai sviluppato da circa 10 anni e che allo stato conta 70-80 persone coinvolte attivamente, ma soprattutto l'utilizzo degli utenti ESP quale integrazione e risorsa del DSM.
Appare giusto segnalare che per la prima volta, l'evento annuale si svolge in Puglia, mentre le prime 23 edizioni si sono svolte sempre nel centro – nord dell'Italia.
L'incontro è promosso dal coordinamento nazionale "Le Parole Ritrovate", organizzato dal Centro Diurno Cogestito della ASL BT, insieme alle associazioni del territorio "Diversamente Uguali" e "Obiettivo Salute", entrambe impegnate nella tutela della salute mentale, e patrocinato dal Dipartimento di Salute Mentale della ASL BT, insieme al Comune di Barletta. Nato nel 2000, il movimento de "Le Parole Ritrovate" ha come obiettivo quello di dare voce a tutti i protagonisti del mondo della salute mentale, creando spazi di confronto aperto e paritario tra utenti, familiari, operatori e cittadini.
Cosa è "Parole Ritrovate"?
Lo abbiamo chiesto al dott. Filippo Iovine, psichiatra, Direttore del Centro di Salute Mentale di Barletta:
Le parole ritrovate sono nate nel 1999 a Trento, come spazio per fare incontrare utenti ed operatori dei servizi di salute mentale, familiari e cittadini. Ma soprattutto è il mezzo per dare la parola a chi per tanto tempo non ha avuto modo di farlo (l'utente), restando nel silenzio della sua (o di un suo familiare) malattia mentale. E' stato il tentativo, felicemente riuscito, di creare uno spazio di confronto e di narrazione esperenziale, dove tutti si è in una situazione di dialogo tra pari.
Non è una modalità alternativa di pensare alla salute mentale, ma integrativa e complementare alla logica dei servizi pubblici, dove gli utenti, in un percorso di Recovery, possono arrivare ad utilizzare la propria esperienza di malattia (sapere esperenziale) per sviluppare una capacità, "diversa" da quella degli operatori sanitari, di essere al fianco di altri utenti, divenendo in questo modo (attraverso percorsi formativi) una figura che noi chiamiamo ESP (Esperti nel Supporto alla Pari), che sta diventando per molti un vero e proprio lavoro. Il che si traduce in un ulteriore vantaggio: ridare dignità alla propria malattia, ridare dignità al proprio ruolo sociale ed economico.
La malattia mentale ci può dividere o ci può unire, ci può fare sentire particolarmente soli, ci può dare occasione e motivo di valorizzare la radice profondamente umana, e quindi comune, presente in ogni esistenza, sana o sofferente che sia. Le parole ritrovate danno voce e protagonismo a chi non li ha mai avuti e a chi li ha persi, servono a coinvolgere e a lasciarci coinvolgere da reti allargate di persone, di intelligenza, di sentimenti. Le parole ritrovate è attivare la speranza nel cambiamento sempre possibile, vedono non solo il problema ma anche la risorsa, danno valore e significato a ciascuno, credono che assumersi responsabilità sia la strada migliore per crescere insieme. Così il disagio psichico ritrova posto e di dignità nel quotidiano di tutti noi, in una comunità in cui ciascuno è più responsabile per tutti.
Al centro del progetto "Parole Ritrovate" c'è il concetto di "fare assieme", una buona pratica che punta a eliminare stigma e pregiudizi, promuovendo un clima di collaborazione, libertà e inclusione. Grazie al fare assieme, si sviluppano percorsi formativi e di sensibilizzazione volti a migliorare i servizi di salute mentale e coinvolgere tutta la comunità, con eventi a forte impatto mediatico e sociale. L'iniziativa si sta espandendo anche a livello internazionale, con progetti già avviati in Norvegia, Giappone e India.
Il nostro Dipartimento è fermamente convinto e sostiene sia la modalità del "fareassieme", ormai sviluppato da circa 10 anni e che allo stato conta 70-80 persone coinvolte attivamente, ma soprattutto l'utilizzo degli utenti ESP quale integrazione e risorsa del DSM.