Massimo e Adelaide Spinazzola
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Politica

Adelaide e Massimo Spinazzola: «Sul Piano Casa scelta coerente, nessuna mancanza di rispetto»

La nota dei due consiglieri dem

«È francamente inaccettabile e privo di ogni logica che un legittimo e democratico esercizio della libertà di voto venga etichettato come una "mancanza di rispetto". Abbiamo semplicemente espresso una posizione diversa su un singolo atto amministrativo, rimanendo pienamente all'interno della cornice valoriale del Partito Democratico. Il confronto interno è imprescindibile, ma non può mai trasformarsi in imposizione. La democrazia interna non è una formalità da rispettare solo a parole: è la base stessa del nostro agire politico». Così i consiglieri del Partito Democratico Adelaide e Massimo Spinazzola.

«Il voto che abbiamo espresso sulla delibera relativa al cosiddetto "Piano Casa" è stato il risultato di una scelta ponderata e coerente, maturata nel solco dei principi democratici e in piena continuità con la legge regionale n. 36 del 2023. Questa norma si inserisce nel percorso avviato dal centrosinistra regionale già nel 2009, sotto la guida del Presidente Vendola, e proseguito con coerenza dal governo regionale guidato dal Presidente Emiliano. La direzione è chiara: promuovere la rigenerazione degli edifici esistenti senza ulteriore consumo di suolo, favorire l'edilizia sociale e definire linee di intervento moderne, sostenibili e pienamente condivisibili sia dal punto di vista politico che normativo.
Nessuna mancanza di rispetto, dunque: solo l'espressione di una libertà di pensiero, esercitata con serietà, responsabilità e in coerenza con l'impianto normativo e programmatico del governo regionale.

Per quanto riguarda il segretario cittadino del PD, risvegliatosi improvvisamente da un lungo sonno – durante il quale abbiamo assistito a una sua totale assenza, compensata da uno smisurato attivismo del capogruppo, impegnato in una frenetica caccia ai presunti colpevoli di non si sa quale reato – è doveroso, per correttezza, ricordare che nelle poche occasioni di confronto avevamo già espresso le nostre perplessità sul metodo adottato, giudicato affrettato e inadeguato per affrontare un tema tanto delicato. Sarebbe stato auspicabile un confronto più approfondito all'interno del partito, coinvolgendo il direttivo cittadino e valorizzando le competenze presenti al suo interno.

Non potendo partecipare a un dibattito democratico in quelle condizioni, avevamo già comunicato la nostra intenzione di autodeterminarci in merito al voto sui provvedimenti.

In generale, si registra da parte del segretario una presenza pressoché nulla alle riunioni del gruppo consiliare, a fronte invece di una partecipazione costante a tavoli con altre forze politiche, dai quali — salvo rare eccezioni — non riceviamo alcuna informazione.

Infine, è doveroso ricordare che in passato, durante questa stessa consiliatura, altri consiglieri comunali del PD hanno espresso voti difformi rispetto al gruppo consiliare, senza che venissero mai invocate sanzioni. Un evidente caso di due pesi e due misure, che solleva interrogativi seri sulla coerenza e sull'equità dei comportamenti interni.

Temiamo che tutto questo sia solo un pretesto, perché il vero obiettivo sembra essere ben altro. Si finge di colpire due consiglieri comunali che hanno dimostrato coerenza e senso di responsabilità, mentre in realtà si cerca di colpire altrove. Sarebbe stato più corretto e coraggioso affrontare tutto con trasparenza, in un confronto leale e aperto all'interno del partito.

Il vero nodo, però, è che oggi il partito è guidato da un "forestiero" calato dall'alto come commissario provinciale, affiancato da un segretario regionale che, da oltre dieci anni, ricopre incarichi retribuiti dalla Regione Puglia. Queste figure – con la complicità del segretario cittadino, del capogruppo e di altri consiglieri comunali – stanno cercando di penalizzare Barletta e i barlettani in vista delle prossime elezioni regionali. Si tratta di un'operazione più cinica che politica, il cui vero obiettivo è un altro, ma che per ora si serve di un pretesto, colpendo due consiglieri comunali che fortunatamente non vivono di politica, non devono far circolare curricula per ottenere incarichi né inseguono carriere personali attraverso la politica.

Rispediamo al mittente ogni accusa e lo diciamo con assoluta chiarezza: nessuno deciderà al nostro posto. Saremo noi, in piena autonomia, a trarre le nostre conclusioni e a scegliere la strada da percorrere. Non accettiamo imposizioni che nulla hanno a che fare con la democrazia. Il nostro unico obiettivo resta portare avanti una politica seria, coerente e trasparente, al servizio esclusivo dei cittadini».
  • Partito Democratico
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