La città
Abbronzatevi in via Vanvitelli
Tutti i comfort del degrado a portata di mano. Questa è la vera riqualificazione urbana
Barletta - lunedì 13 agosto 2012
16.46
Oggi non voglio andare al mare, preferisco abbronzarmi in via Vanvitelli. Questa è un'oasi desertica nei pressi di via delle Belle Arti, capolavoro di progettualità applicata al comfort urbano. Gli abitanti di via Vanvitelli non avevano l'illuminazione pubblica fino a qualche mese fa, e dopo una lunga battaglia documentata da Barlettalife e prime speranze, finalmente luce fu. Ma non bisogna cantare vittoria facilmente, infatti il verde pubblico qui ha il colore delle "pepite dei cani", portati su queste aiuole a lasciare i loro ricordini, se a questo aggiungiamo la mancanza di piantumazione, il gioco delle erbacce è fatto.
A questo si aggiunga l'immancabile disamore di pochi "pregevoli cittadini", che usano le aiuole come sacchi di immondizia o discariche. Nei giorni scorsi, le alte erbacce, degne di orto botanico, sono state estirpate da privati, per evitare che diventassero una giungla vietnamita. Per abbronzarmi qui, devo dribblare tutto ciò, ma alla fine ce la faccio, e trascorro il mio caldo pomeriggio tra insetti vivaci e olezzi penetranti. A poca distanza, un paio di cavi elettrici scoperti, per la gioia di grandi e piccini, più in là, il solito cantiere, che da un momento all'altro vedrà sbocciare fontane e giochi d'acqua promessi.
Intanto chi sistemerà il verde pubblico quaggiù? Il rimpallo delle competenze tra ufficio manutenzione e ufficio urbanistico non si ferma. Forse, se ogni abitante del posto piantasse una piantina in queste aiuole, il problema sarebbe risolto. A poca distanza da me, incombono gli immensi uffici semivuoti del "Piano Zona 167", nome altisonante che mi ricorda un piano di guerra in codice. Tutta la zona rientra nel PRU (Piano Riqualificazione Urbana), trasformatosi in Piano Rovina Urbana.
A questo si aggiunga l'immancabile disamore di pochi "pregevoli cittadini", che usano le aiuole come sacchi di immondizia o discariche. Nei giorni scorsi, le alte erbacce, degne di orto botanico, sono state estirpate da privati, per evitare che diventassero una giungla vietnamita. Per abbronzarmi qui, devo dribblare tutto ciò, ma alla fine ce la faccio, e trascorro il mio caldo pomeriggio tra insetti vivaci e olezzi penetranti. A poca distanza, un paio di cavi elettrici scoperti, per la gioia di grandi e piccini, più in là, il solito cantiere, che da un momento all'altro vedrà sbocciare fontane e giochi d'acqua promessi.
Intanto chi sistemerà il verde pubblico quaggiù? Il rimpallo delle competenze tra ufficio manutenzione e ufficio urbanistico non si ferma. Forse, se ogni abitante del posto piantasse una piantina in queste aiuole, il problema sarebbe risolto. A poca distanza da me, incombono gli immensi uffici semivuoti del "Piano Zona 167", nome altisonante che mi ricorda un piano di guerra in codice. Tutta la zona rientra nel PRU (Piano Riqualificazione Urbana), trasformatosi in Piano Rovina Urbana.