Territorio
A Canne della Battaglia togli gli uliveti e metti il fotovoltaico
Cambia il paesaggio agrario ad un anno dalla deperimetrazione
Barletta - lunedì 10 maggio 2010
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da parte di Nino Vinella, presidente Comitato italiano pro Canne della Battaglia
«Nelle campagne di Canne della Battaglia, dopo l'espianto degli oliveti, adesso spunta anche un impianto fotovoltaico di prossima installazione: cambia così il paesaggio agrario ad appena un anno dalla deperimetrazione del parco regionale del fiume Ofanto. In prossimità della località "Boccuta", a poche centinaia di metri dal santuario dedicato al patrono di Barletta, San Ruggero vescovo di Canne, e subito dopo l'accesso alla strada che vi conduce dopo il bivio dalla Provinciale 21 (ex 142), un intero fondo agricolo grande alcuni ettari è stato recintato nelle scorse settimane da una rete arancione. Campeggia verso la strada un cartello che annuncia la prossima, ormai imminente costruzione di un impianto fotovoltaico da parte di una Ditta per un importo appena leggibile di quarantamila euro. In aggiunta, solo qualche altra scarna indicazione, tipo: data dell'autorizzazione (ma di chi?), l'impresa del Nord realizzatrice (reperibile solo su internet), l'indirizzo a Barletta dove richiedere più notizie (ma perché?)».
«Cambia abbastanza velocemente così il paesaggio agrario nell'area cannense: solo qualche settimana fa avevamo segnalato quella che, un tempo conosciuta infatti come "la strada panoramica dei sepolcreti", costruita dalla Provincia di Bari per facilitare i collegamenti ad uso agricolo e d'interesse turistico atti a favorire la visitabilità del celebre sito archeologico verso la Cittadella, arteria certo suggestiva per il paesaggio conservatosi a destra ed a sinistra, oggi si è trasformata in un'area dove si lavora (anche nottetempo) su estese superfici per pianificare scientificamente (e non senza esborso di denaro vero per decine e decine di migliaia di euro) la trasformazione delle colture».
«Infatti, un anno fa, Nichi Vendola promulgava come Presidente della Regione la legge regionale n. 7 del 16 marzo 2009 che riperimetrava i confini del Parco dell'Ofanto dopo una raffica di proteste degli agricoltori culminate, a Barletta, nella delibera del Consiglio Comunale di Barletta che "tagliava" ben tremila ettari dalla precedente superficie riducendola drasticamente specie nell'area dal fiume verso l'agro di Canne della Battaglia. Esattamente un anno dopo, allertati da diverse segnalazioni di comuni cittadini al nostro Comitato, abbiamo voluto percorrere chilometro dopo chilometro la provinciale 21 (ex 142) dall'innesto della statale 93, la strada che segna la linea di demarcazione (sulla carta) al confine sud del Parco: appena superata la storica masseria seicentesca di Antenisi, avevamo assistito ad uno spettacolo continuo di pale meccaniche e di ruspe al lavoro per sbancare gli antichi uliveti e molto probabilmente sostituirli con vigneti ritenuti attualmente più remunerativi nella logica di mercato. Quasi che tutti gli "addetti ai lavori" si fossero messi d'accordo per "festeggiare" in questo modo il primo compleanno di una legge mai tanto discussa ed altrettanto discutibile in rapporto alle reali esigenze di un territorio che oggi viene assoggettato ad una sistematica operazione di alterazione del paesaggio che richiede coraggiosamente la riapertura del dibattito su larga scala».
«Purtroppo, volendo riproporre una gita turistica in questo desolato scenario, oggi come oggi al visitatore bisognerebbe solo mostrare ettari ed ettari di nudo terreno dove, una volta eliminati e cancellati gli ulivi simbolo della colture mediterranea più antica (ancora visibili solo da Google satellitare con vedute ahimé considerabili d'archivio storico), si riesce solo da intuire dagli "scassi" e dagli sbancamenti in atto, come lo scavo di trincee assai vistoso e profondo, che prossimamente su questo schermo andrà in onda il film di nuovi tendoni per uva da tavola e da vino: chissà mai con quali registi e con quale finale di partita».
«Nelle campagne di Canne della Battaglia, dopo l'espianto degli oliveti, adesso spunta anche un impianto fotovoltaico di prossima installazione: cambia così il paesaggio agrario ad appena un anno dalla deperimetrazione del parco regionale del fiume Ofanto. In prossimità della località "Boccuta", a poche centinaia di metri dal santuario dedicato al patrono di Barletta, San Ruggero vescovo di Canne, e subito dopo l'accesso alla strada che vi conduce dopo il bivio dalla Provinciale 21 (ex 142), un intero fondo agricolo grande alcuni ettari è stato recintato nelle scorse settimane da una rete arancione. Campeggia verso la strada un cartello che annuncia la prossima, ormai imminente costruzione di un impianto fotovoltaico da parte di una Ditta per un importo appena leggibile di quarantamila euro. In aggiunta, solo qualche altra scarna indicazione, tipo: data dell'autorizzazione (ma di chi?), l'impresa del Nord realizzatrice (reperibile solo su internet), l'indirizzo a Barletta dove richiedere più notizie (ma perché?)».
«Cambia abbastanza velocemente così il paesaggio agrario nell'area cannense: solo qualche settimana fa avevamo segnalato quella che, un tempo conosciuta infatti come "la strada panoramica dei sepolcreti", costruita dalla Provincia di Bari per facilitare i collegamenti ad uso agricolo e d'interesse turistico atti a favorire la visitabilità del celebre sito archeologico verso la Cittadella, arteria certo suggestiva per il paesaggio conservatosi a destra ed a sinistra, oggi si è trasformata in un'area dove si lavora (anche nottetempo) su estese superfici per pianificare scientificamente (e non senza esborso di denaro vero per decine e decine di migliaia di euro) la trasformazione delle colture».
«Infatti, un anno fa, Nichi Vendola promulgava come Presidente della Regione la legge regionale n. 7 del 16 marzo 2009 che riperimetrava i confini del Parco dell'Ofanto dopo una raffica di proteste degli agricoltori culminate, a Barletta, nella delibera del Consiglio Comunale di Barletta che "tagliava" ben tremila ettari dalla precedente superficie riducendola drasticamente specie nell'area dal fiume verso l'agro di Canne della Battaglia. Esattamente un anno dopo, allertati da diverse segnalazioni di comuni cittadini al nostro Comitato, abbiamo voluto percorrere chilometro dopo chilometro la provinciale 21 (ex 142) dall'innesto della statale 93, la strada che segna la linea di demarcazione (sulla carta) al confine sud del Parco: appena superata la storica masseria seicentesca di Antenisi, avevamo assistito ad uno spettacolo continuo di pale meccaniche e di ruspe al lavoro per sbancare gli antichi uliveti e molto probabilmente sostituirli con vigneti ritenuti attualmente più remunerativi nella logica di mercato. Quasi che tutti gli "addetti ai lavori" si fossero messi d'accordo per "festeggiare" in questo modo il primo compleanno di una legge mai tanto discussa ed altrettanto discutibile in rapporto alle reali esigenze di un territorio che oggi viene assoggettato ad una sistematica operazione di alterazione del paesaggio che richiede coraggiosamente la riapertura del dibattito su larga scala».
«Purtroppo, volendo riproporre una gita turistica in questo desolato scenario, oggi come oggi al visitatore bisognerebbe solo mostrare ettari ed ettari di nudo terreno dove, una volta eliminati e cancellati gli ulivi simbolo della colture mediterranea più antica (ancora visibili solo da Google satellitare con vedute ahimé considerabili d'archivio storico), si riesce solo da intuire dagli "scassi" e dagli sbancamenti in atto, come lo scavo di trincee assai vistoso e profondo, che prossimamente su questo schermo andrà in onda il film di nuovi tendoni per uva da tavola e da vino: chissà mai con quali registi e con quale finale di partita».