Eventi
A Barletta mons. Luigi Bettazzi. Ha vissuto il Concilio Vaticano II
Terrà una conferenza su “Un testimone racconta il Concilio”. Appuntamento questa sera presso il Teatro Curci
Barletta - giovedì 22 novembre 2012
Questa sera a Barletta, nel Teatro Curci, alle ore 20.00, S.E. Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo Emerito di Ivrea, terrà una conferenza su "Un testimone racconta il Concilio".
Nato a Treviso diocesi di Treviso, il 26 novembre 1923; del clero di Bologna; ordinato presbitero il 4 agosto 1946; eletto alla Chiesa titolare di Tagaste e nominato ausiliare di Bologna il 10 agosto 1963; ordinato vescovo il 4 ottobre 1963; trasferito ad Ivrea il 26 novembre 1966; divenuto emerito il 20 febbraio 1999.
"Entrai in Concilio al secondo periodo (autunno 1963) - ha dichiarato Mons. Bettazzi in una conversazione - e lì mi resi conto di cosa fosse veramente il Concilio. Innanzi tutto mi si rese evidente cos'era la Chiesa cattolica: vescovi di tutti i continenti, con la loro storia e la loro cultura, rendevano quel Concilio antropologicamente "ecumenico": i concili antecedenti, pur ufficialmente ecumenici, erano costituiti prevalentemente da vescovi di territori definiti, mediorientali i primi, mediterranei i successivi, fino al Vaticano I (1869-70), in cui – a parte alcuni nordamericani – prevalevano gli europei, vescovi in Europa o missionari negli altri continenti. Nel Vaticano II gli africani erano nati e cresciuti in Africa, i latinoamericani nell'America meridionale, gli asiatici per gran parte in Asia. E quello di cui mi resi conto subito era che i documenti elaborati dalle commissioni preparatorie (tutte presiedute da cardinali di curia) stavano venendo sostituiti da nuovi documenti, elaborati dalle nuove commissioni, in cui le Conferenze episcopali avevano nominato vescovi e teologi di loro fiducia. E compresi l'intuizione di papa Giovanni nell'indire un Concilio non "dogmatico" (che definisse nuovi dogmi di fede, scomunicando – anathema sit! – quanti non li accettavano), ma 'pastorale'".
L'iniziativa rappresenta il terzo appuntamento del ciclo di incontri di formazione all'interno del Primo Sinodo Diocesano.
Nato a Treviso diocesi di Treviso, il 26 novembre 1923; del clero di Bologna; ordinato presbitero il 4 agosto 1946; eletto alla Chiesa titolare di Tagaste e nominato ausiliare di Bologna il 10 agosto 1963; ordinato vescovo il 4 ottobre 1963; trasferito ad Ivrea il 26 novembre 1966; divenuto emerito il 20 febbraio 1999.
"Entrai in Concilio al secondo periodo (autunno 1963) - ha dichiarato Mons. Bettazzi in una conversazione - e lì mi resi conto di cosa fosse veramente il Concilio. Innanzi tutto mi si rese evidente cos'era la Chiesa cattolica: vescovi di tutti i continenti, con la loro storia e la loro cultura, rendevano quel Concilio antropologicamente "ecumenico": i concili antecedenti, pur ufficialmente ecumenici, erano costituiti prevalentemente da vescovi di territori definiti, mediorientali i primi, mediterranei i successivi, fino al Vaticano I (1869-70), in cui – a parte alcuni nordamericani – prevalevano gli europei, vescovi in Europa o missionari negli altri continenti. Nel Vaticano II gli africani erano nati e cresciuti in Africa, i latinoamericani nell'America meridionale, gli asiatici per gran parte in Asia. E quello di cui mi resi conto subito era che i documenti elaborati dalle commissioni preparatorie (tutte presiedute da cardinali di curia) stavano venendo sostituiti da nuovi documenti, elaborati dalle nuove commissioni, in cui le Conferenze episcopali avevano nominato vescovi e teologi di loro fiducia. E compresi l'intuizione di papa Giovanni nell'indire un Concilio non "dogmatico" (che definisse nuovi dogmi di fede, scomunicando – anathema sit! – quanti non li accettavano), ma 'pastorale'".
L'iniziativa rappresenta il terzo appuntamento del ciclo di incontri di formazione all'interno del Primo Sinodo Diocesano.