Politica
75 anni fa Barletta presente alla prima seduta del Senato della Repubblica
L’ammiraglio Ferdinando Casardi rappresentò la Città della Disfida
Barletta - lunedì 8 maggio 2023
9.39 Comunicato Stampa
"Nelle istituzioni parlamentari, storicamente il nome di Barletta si è fatto e si fa sempre riconoscere: si celebra oggi a Roma il 75° anniversario della prima seduta per il Senato della Repubblica, avvenuta l'8 maggio del 1948. Quando a rappresentare la Città della Disfida ci fu l'ammiraglio Ferdinando Casardi, eletto il 18 aprile di quell'anno alla prima legislatura repubblicana, proprio come nelle odierne celebrazioni sarà il concittadino Dario Damiani (eletto per Forza Italia nella precedente XVIII legislatura ed in questa corrente) a sedere sui banchi di quella stessa aula dov'è passata la Storia del nostro Paese... Una singolare coincidenza che arricchisce d'interesse la riscoperta dei protagonisti, esattamente oggi come allora". Così il giornalista Nino Vinella, che prosegue nel ricordo. "Chi è stato il senatore Ferdinando Casardi, alla cui memoria Barletta ha (solo recentemente) dedicato una via unitamente al fratello Mario, anch'egli ammiraglio, lo si legge nella sua appassionante biografia. Molti barlettani in età avanzata ricollegano il suo nome alla realizzazione della teleferica negli Anni Cinquanta da Margherita di Savoia al porto barlettano: imponente opera pubblica, purtroppo oggi smantellata ma che all'epoca denotò una vigorosa svolta nei commerci del sale via mare… Intensa la sua brillante attività politica: come già ricordato, nel 1948 fu eletto senatore alla prima legislatura della Repubblica Italiana nella Democrazia Cristiana e fu membro della commissione Difesa oltre che dei lavori pubblici. Nel gennaio 1950 fu nominato Sottosegretario alle Finanze nel Governo De Gasperi VI fino al luglio 1951. E successivamente come membro della Restò a Palazzo Madama fino al 1953. Per un biennio fu poi presidente dell'Associazione nazionale marinai d'Italia".
Continua Vinella: "Sempre in ascesa la sua carriera militare, predestinatovi nel particolare momento storico a cavallo delle due Guerre Mondiali come uomo nato in una città di mare nel 1887, dove si spense l'11 gennaio 1975, e che guardando al mare ha praticamente vissuto. Ferdinando Casardi entrò nell'Accademia navale di Livorno nel 1904, conseguendo la nomina a guardiamarina nel 1907. Tra il 1911 ed il 1912, col grado di sottotenente di vascello partecipò dapprima ad una campagna in Mar Rosso ed Oceano Indiano a bordo dell'avviso Staffetta, e poi combatté nella Guerra italo-turca. Durante la prima guerra mondiale prestò servizio, come tenente di vascello, sulle corazzate Vittorio Emanuele e Dante Alighieri. Dopo la fine del conflitto fu comandante di torpediniere; nel 1920 risalì il Danubio sulla torpediniera 69 PN. Dopo la promozione a capitano di corvetta, comandò i cacciatorpediniere Generale Antonio Chinotto e Vincenzo Giordano Orsini; successivamente, promosso a capitano di fregata, fu destinato a terra presso il Ministero della Marina e la Direzione delle Armi e Armamenti Navali a La Spezia, poi divenne sottocapo di Stato Maggiore della Divisione Navale Speciale ed in seguito comandante degli esploratori Alvise da Mosto ed Ugolino Vivaldi nel 1931-1932. Nel 1934, promosso a capitano di vascello, fu addetto navale a Washington per poi divenire, una volta tornato in Italia, aiutante di campo onorario di Vittorio Emanuele III di Savoia. Nel periodo 7 marzo al 3 giugno 1936, Casardi divenne capo di Stato Maggiore della I Squadra Navale, imbarcato sull'incrociatore pesante Zara, mentre dall'11 febbraio 1935 al 6 marzo 1936 e dal 4 giugno al 5 agosto 1936 comandò l'incrociatore Giovanni delle Bande Nere della II divisione della 2ª squadra. Nel 1937, promosso a contrammiraglio, fu posto al comando del Comando Navale Libia, che mantenne dal 1º maggio fino al 9 febbraio 1940. In questo periodo, nel 1939, fu promosso ad ammiraglio di divisione; dal 10 febbraio al 23 maggio 1940 comandò la IV Divisione Navale. Posto l'indomani, 24 maggio, al comando della II Divisione Navale, formata dagli incrociatori leggeri Giovanni delle Bande Nere (nave ammiraglia) e Bartolomeo Colleoni, aveva ancora tale ruolo quando l'Italia entrò nella seconda guerra mondiale, il 10 giugno 1940. Dopo aver scortato in Libia il convoglio che scatenò la Battaglia di Punta Stilo, fu il protagonista il 19 luglio 1940 della Battaglia di Capo Spada, nella quale fu affondato il Colleoni. A seguito della perdita del Colleoni, la II Divisione fu sciolta; il 27 agosto 1940, fu posto al comando della VII Divisione Navale, con bandiera prima sull'incrociatore leggero Eugenio di Savoia e poi sull'Emanuele Filiberto Duca d'Aosta. Per un anno, al comando della VII Divisione, partecipò a missioni di scorta convogli, bombardamento controcosta e posa di mine; venne decorato con la Medaglia d'argento al valor militare, la croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia e la Croce di seconda classe dell'Aquila Tedesca".
Conclusione di Vinella: "Dal 1º agosto 1941, lasciato il comando della VII Divisione, Casardi fu per due anni direttore del personale e dei servizi generali della Regia Marina. Il 7 agosto 1943 fu nominato comandante in capo del Dipartimento Militare Marittimo di Napoli. A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, a Napoli si accesero scontri tra militari italiani e tedeschi, e nel giro di pochi giorni la città fu occupata dalle forze tedesche. L'11 settembre Casardi continuò ad operare clandestinamente fino al 30 settembre, quando le truppe tedesche lasciarono Napoli a seguito dell'insurrezione della popolazione della città e dell'avanzata degli Alleati. Tornato subito presso la sede del suo Comando, devastata dai bombardamenti e dai combattimenti, la riattivò il giorno seguente, avviando la collaborazione con i comandi delle forze angloamericane, che raggiunsero Napoli a partire dal 1º ottobre. Lasciato il comando del Dipartimento di Napoli nel febbraio 1945, Casardi venne poi destinato al Segretariato Generale della Marina e poi fu presidente del Consiglio Superiore della Marina".
Continua Vinella: "Sempre in ascesa la sua carriera militare, predestinatovi nel particolare momento storico a cavallo delle due Guerre Mondiali come uomo nato in una città di mare nel 1887, dove si spense l'11 gennaio 1975, e che guardando al mare ha praticamente vissuto. Ferdinando Casardi entrò nell'Accademia navale di Livorno nel 1904, conseguendo la nomina a guardiamarina nel 1907. Tra il 1911 ed il 1912, col grado di sottotenente di vascello partecipò dapprima ad una campagna in Mar Rosso ed Oceano Indiano a bordo dell'avviso Staffetta, e poi combatté nella Guerra italo-turca. Durante la prima guerra mondiale prestò servizio, come tenente di vascello, sulle corazzate Vittorio Emanuele e Dante Alighieri. Dopo la fine del conflitto fu comandante di torpediniere; nel 1920 risalì il Danubio sulla torpediniera 69 PN. Dopo la promozione a capitano di corvetta, comandò i cacciatorpediniere Generale Antonio Chinotto e Vincenzo Giordano Orsini; successivamente, promosso a capitano di fregata, fu destinato a terra presso il Ministero della Marina e la Direzione delle Armi e Armamenti Navali a La Spezia, poi divenne sottocapo di Stato Maggiore della Divisione Navale Speciale ed in seguito comandante degli esploratori Alvise da Mosto ed Ugolino Vivaldi nel 1931-1932. Nel 1934, promosso a capitano di vascello, fu addetto navale a Washington per poi divenire, una volta tornato in Italia, aiutante di campo onorario di Vittorio Emanuele III di Savoia. Nel periodo 7 marzo al 3 giugno 1936, Casardi divenne capo di Stato Maggiore della I Squadra Navale, imbarcato sull'incrociatore pesante Zara, mentre dall'11 febbraio 1935 al 6 marzo 1936 e dal 4 giugno al 5 agosto 1936 comandò l'incrociatore Giovanni delle Bande Nere della II divisione della 2ª squadra. Nel 1937, promosso a contrammiraglio, fu posto al comando del Comando Navale Libia, che mantenne dal 1º maggio fino al 9 febbraio 1940. In questo periodo, nel 1939, fu promosso ad ammiraglio di divisione; dal 10 febbraio al 23 maggio 1940 comandò la IV Divisione Navale. Posto l'indomani, 24 maggio, al comando della II Divisione Navale, formata dagli incrociatori leggeri Giovanni delle Bande Nere (nave ammiraglia) e Bartolomeo Colleoni, aveva ancora tale ruolo quando l'Italia entrò nella seconda guerra mondiale, il 10 giugno 1940. Dopo aver scortato in Libia il convoglio che scatenò la Battaglia di Punta Stilo, fu il protagonista il 19 luglio 1940 della Battaglia di Capo Spada, nella quale fu affondato il Colleoni. A seguito della perdita del Colleoni, la II Divisione fu sciolta; il 27 agosto 1940, fu posto al comando della VII Divisione Navale, con bandiera prima sull'incrociatore leggero Eugenio di Savoia e poi sull'Emanuele Filiberto Duca d'Aosta. Per un anno, al comando della VII Divisione, partecipò a missioni di scorta convogli, bombardamento controcosta e posa di mine; venne decorato con la Medaglia d'argento al valor militare, la croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia e la Croce di seconda classe dell'Aquila Tedesca".
Conclusione di Vinella: "Dal 1º agosto 1941, lasciato il comando della VII Divisione, Casardi fu per due anni direttore del personale e dei servizi generali della Regia Marina. Il 7 agosto 1943 fu nominato comandante in capo del Dipartimento Militare Marittimo di Napoli. A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, a Napoli si accesero scontri tra militari italiani e tedeschi, e nel giro di pochi giorni la città fu occupata dalle forze tedesche. L'11 settembre Casardi continuò ad operare clandestinamente fino al 30 settembre, quando le truppe tedesche lasciarono Napoli a seguito dell'insurrezione della popolazione della città e dell'avanzata degli Alleati. Tornato subito presso la sede del suo Comando, devastata dai bombardamenti e dai combattimenti, la riattivò il giorno seguente, avviando la collaborazione con i comandi delle forze angloamericane, che raggiunsero Napoli a partire dal 1º ottobre. Lasciato il comando del Dipartimento di Napoli nel febbraio 1945, Casardi venne poi destinato al Segretariato Generale della Marina e poi fu presidente del Consiglio Superiore della Marina".