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70° anniversario 12 settembre 1943: i messaggi di Napolitano e Letta

Letta: «Barletta ci ricorda che l'Italia era ed è viva, e che la sua vita dipende da noi». Napolitano: «Dialogo come strumento per la soluzione dei conflitti, tra Stati, e politici e sociali»

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Enrico Letta, hanno inviato, alle autorità e alla cittadinanza, i loro messaggi di saluto alla città di Barletta, in occasione del 70° anniversario dell'eccidio del 12 settembre 1943, di cui oggi si tiene la commemorazione.

Messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano:

"Con sentimenti di ideale vicinanza saluto lei, signor sindaco, le autorità e la cittadinanza di Barletta, riuniti per commemorare, a 70 anni di distanza, le vittime dei drammatici eventi del settembre 1943. Ricordo con particolare emozione le vicende che videro il sacrificio di 12 inermi dipendenti comunali, di decine di innocenti cittadini, anche in tenera età, di tanti civili e militari in armi, colpevoli solo di aver voluto difendere con coraggio e dedizione la propria Patria.

Il ricordo di queste barbarie deve costituire, oggi, occasione per ribadire, anche e soprattutto nell'educazione delle giovani generazioni, un fermo e netto rifiuto di ogni forma di tolleranza, violenza e sopraffazione e la necessità di una ricerca costante del dialogo come strumento per la soluzione dei conflitti tra Stati come dei conflitti politici e sociali.

In questo spirito, rivolgo un commosso pensiero a quanti si immolarono perché nascesse un'Italia nuova e democratica, ed esprimo la mia gratitudine a tutti coloro che si sono battuti perché quel sacrificio non fosse vano e la vita civile e sociale del nostro Paese potesse riprendere nel segno della libertà e della democrazia".

Messaggio del presidente del Consiglio, Enrico Letta:

"Vorrei porgere un sentito saluto ai cittadini di Barletta e al Sindaco Cascella, in occasione della solenne commemorazione della ribellione all'occupazione nazista. Davanti agli eventi e alle sensazioni dell'8 settembre 1943, il giurista Salvatore Satta parlò del "De profundis" della nostra nazione, in pagine disperate che rievocano lo smarrimento di quei giorni e che sono note fra l'altro per la controversa espressione "morte della patria", richiamata dal presidente Napolitano al Quirinale nel ricevere per questo settantesimo anniversario una rappresentanza del Comune di Barletta.La stessa attenzione che dedichiamo all'Italia smarrita dell'8 settembre, talvolta con una certa "mistica dello smarrimento" – come se l'8 settembre fosse una condizione indelebile, un "destino" degli italiani – deve guidare la nostra incessante valorizzazione della capacità di reagire di tanti nostri connazionali, da cui germogliò la Resistenza.

L'esercizio della memoria è un lavoro fondamentale che va compiuto negli archivi e nelle scuole, in un confronto costante con le generazioni più giovani. Per questo mi fa molto piacere che, dopo l'approvazione del decreto "L'istruzione riparte" nel Consiglio dei Ministri e prima dell'inizio del nuovo anno scolastico, durante la cerimonia odierna, alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso e del ministro della Difesa Mario Mauro siano consegnate le borse di studio per i giovani intitolate alla memoria della professoressa Maria Grasso Tarantino proprio per la passione con cui condusse le sue ricerche sull'armistizio a Barletta.

Il 12 settembre di Barletta ci racconta il rifiuto delle truppe naziste da parte dei barlettani e la reazione barbara che strappò le vite di dieci vigili urbani e due netturbini. Fu il primo eccidio per rappresaglia messo in atto dai nazisti in Italia all'indomani dell'armistizio. La vicenda di Barletta rappresenta quindi, anche a settant'anni di distanza, una risposta di altissimo valore civile a chi vorrebbe indulgere nell'autocommiserazione e suonare il "De profundis" per il nostro Paese. Barletta ci ricorda che l'Italia era ed è viva, e che la sua vita dipende da noi".
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