La città
25 aprile a Barletta: è polemica per la mancata esecuzione di "Bella Ciao"
Schiavone (ANPI): «"Bella Ciao" è divisiva solo per chi è fascista»
Barletta - martedì 26 aprile 2022
13.04
È stato un 25 aprile speciale per Barletta. Oltre alla consueta cerimonia che ha fatto tappa prima al Castello, poi a Palazzo di Città e infine in Piazza Caduti, ieri si è aggiunto al programma anche lo scoprimento di una targa nei Giardini De Nittis dedicata ai fratelli Vitrani, alla cui memoria è dedicato un emblematico murale, più volte al centro di atti vandalici e polemiche.
L'ultimo momento celebrativo si è svolto davanti alla parete dell'ex Palazzo delle Poste di Barletta, dove sono ancora visibili i segni dell'eccidio del 1943. Al termine della cerimonia, dopo l'inno nazionale, ha però suscitato sorpresa e perplessità la mancata esecuzione di "Bella Ciao", il canto partigiano simbolo della Resistenza.
Nonostante il noto canto fosse incluso nel programma concordato con il commissario straordinario e con i musicisti della banda, all'ultimo momento non è stato più eseguito. Tanto che alcuni cittadini e attivisti presenti all'evento lo hanno spontaneamente intonato senza accompagnamento musicale.
Conferma l'episodio il presidente dell'ANPI Barletta Giuseppe Schiavone, che si è dichiarato sorpreso per quanto accaduto e che si impegnerà a far chiarezza sull'episodio. «"Bella Ciao" è divisiva solo per chi è fascista», ha ribadito: non si esclude infatti che la scelta possa essere legata a motivi di ordine pubblico.
«Dobbiamo ricordare la nostra storia cittadina e nazionale, che è intrisa di antifascismo. Questo era e sarà un luogo simbolo per Barletta e per la sua memoria collettiva» ha riferito Schiavone durante la cerimonia nei Giardini De Nittis, nei pressi del murale realizzato e ripulito dopo gli ennesimi atti vandalici da Barletta Antifascista e dal collettivo Terra Bruciata. «Questa targa ha dato finalmente una legittimità al luogo e alla memoria dei fratelli Vitrani».
Questo il comunicato diffuso dal Comune di Barletta al termine delle cerimonie di ieri: «La ricorrenza del 25 Aprile come simbolo dell'impegno istituzionale e civile per consolidare i valori democratici sui quali è stata fondata l'identità nazionale nell'obbligo morale di garantire un futuro di pace e democrazia al popolo italiano. È questo il senso delle celebrazioni organizzate dalla locale Amministrazione per rievocare l'anniversario della Liberazione nazionale e mantenere inalterata la memoria della partecipazione militare e civile alla resistenza contro il nazifascismo. Uno slancio eroico diventato patrimonio distintivo dell'ampio percorso storico di liberazione che ha suggellato il sacrificio e la ribellione della città con le Medaglie d'oro al Valor Militare e al Merito Civile, le cui motivazioni richiamano esplicitamente "l'amor patrio" della Città di Barletta.
A distanza di settantasette anni, si è così onorata la memoria dei martiri civili e militari che si opposero alla brutalità nazista del Settembre 1943 proprio in un momento in cui le cronache internazionali ci rimandano echi di inenarrabili violenze e distruzioni che rendono ancora più carico di significati il messaggio di pace che in questo giorno deve essere profondamente valorizzato dalla Comunità.
Le manifestazioni si sono articolate nelle consuete tappe al Rivellino del Castello, dove le Autorità civili e militari e le Associazioni combattentistiche e d'Arma hanno ascoltato la liturgia della parola pronunciata dall'Arcivescovo Mons. Leonardo D'Ascenzo prima di rendere gli onori alle lapidi che ricordano il contributo del Presidio militare nel 1943. Puntuale l'omaggio a Palazzo di Città, per la deposizione della corona alle lapidi delle vittime barlettane della guerra di Liberazione da parte del Commissario Straordinario del Comune Francesco Alecci. Analogo momento di riflessione nei Giardini De Nittis, in segno di riconoscenza in memoria di Nicola Sernia e dei fratelli Vitrani. Per questi ultimi si è proceduto allo scoprimento di una targa. Conclusione del programma in piazza Monumento con gli onori ai caduti di tutti i conflitti, e il rispettoso raccoglimento davanti al muro dell'ex palazzo delle Poste dove nel Settembre 1943 i vigili urbani e i netturbini furono travolti della crudele rappresaglia nazista.
Ogni momento è stato suggellato dalla lettura, da parte di una delegazione di studenti barlettani, di alcuni brani descrittivi degli avvenimenti e dei protagonisti legati alla Resistenza e alla opposizione al nemico invasore».
L'ultimo momento celebrativo si è svolto davanti alla parete dell'ex Palazzo delle Poste di Barletta, dove sono ancora visibili i segni dell'eccidio del 1943. Al termine della cerimonia, dopo l'inno nazionale, ha però suscitato sorpresa e perplessità la mancata esecuzione di "Bella Ciao", il canto partigiano simbolo della Resistenza.
Nonostante il noto canto fosse incluso nel programma concordato con il commissario straordinario e con i musicisti della banda, all'ultimo momento non è stato più eseguito. Tanto che alcuni cittadini e attivisti presenti all'evento lo hanno spontaneamente intonato senza accompagnamento musicale.
Conferma l'episodio il presidente dell'ANPI Barletta Giuseppe Schiavone, che si è dichiarato sorpreso per quanto accaduto e che si impegnerà a far chiarezza sull'episodio. «"Bella Ciao" è divisiva solo per chi è fascista», ha ribadito: non si esclude infatti che la scelta possa essere legata a motivi di ordine pubblico.
«Dobbiamo ricordare la nostra storia cittadina e nazionale, che è intrisa di antifascismo. Questo era e sarà un luogo simbolo per Barletta e per la sua memoria collettiva» ha riferito Schiavone durante la cerimonia nei Giardini De Nittis, nei pressi del murale realizzato e ripulito dopo gli ennesimi atti vandalici da Barletta Antifascista e dal collettivo Terra Bruciata. «Questa targa ha dato finalmente una legittimità al luogo e alla memoria dei fratelli Vitrani».
Questo il comunicato diffuso dal Comune di Barletta al termine delle cerimonie di ieri: «La ricorrenza del 25 Aprile come simbolo dell'impegno istituzionale e civile per consolidare i valori democratici sui quali è stata fondata l'identità nazionale nell'obbligo morale di garantire un futuro di pace e democrazia al popolo italiano. È questo il senso delle celebrazioni organizzate dalla locale Amministrazione per rievocare l'anniversario della Liberazione nazionale e mantenere inalterata la memoria della partecipazione militare e civile alla resistenza contro il nazifascismo. Uno slancio eroico diventato patrimonio distintivo dell'ampio percorso storico di liberazione che ha suggellato il sacrificio e la ribellione della città con le Medaglie d'oro al Valor Militare e al Merito Civile, le cui motivazioni richiamano esplicitamente "l'amor patrio" della Città di Barletta.
A distanza di settantasette anni, si è così onorata la memoria dei martiri civili e militari che si opposero alla brutalità nazista del Settembre 1943 proprio in un momento in cui le cronache internazionali ci rimandano echi di inenarrabili violenze e distruzioni che rendono ancora più carico di significati il messaggio di pace che in questo giorno deve essere profondamente valorizzato dalla Comunità.
Le manifestazioni si sono articolate nelle consuete tappe al Rivellino del Castello, dove le Autorità civili e militari e le Associazioni combattentistiche e d'Arma hanno ascoltato la liturgia della parola pronunciata dall'Arcivescovo Mons. Leonardo D'Ascenzo prima di rendere gli onori alle lapidi che ricordano il contributo del Presidio militare nel 1943. Puntuale l'omaggio a Palazzo di Città, per la deposizione della corona alle lapidi delle vittime barlettane della guerra di Liberazione da parte del Commissario Straordinario del Comune Francesco Alecci. Analogo momento di riflessione nei Giardini De Nittis, in segno di riconoscenza in memoria di Nicola Sernia e dei fratelli Vitrani. Per questi ultimi si è proceduto allo scoprimento di una targa. Conclusione del programma in piazza Monumento con gli onori ai caduti di tutti i conflitti, e il rispettoso raccoglimento davanti al muro dell'ex palazzo delle Poste dove nel Settembre 1943 i vigili urbani e i netturbini furono travolti della crudele rappresaglia nazista.
Ogni momento è stato suggellato dalla lettura, da parte di una delegazione di studenti barlettani, di alcuni brani descrittivi degli avvenimenti e dei protagonisti legati alla Resistenza e alla opposizione al nemico invasore».