Cronaca
22 agosto 1991: la mala barlettana uccide tra la movida
Trent’anni fa il duplice omicidio che sconvolse il nostro territorio
Barletta - domenica 22 agosto 2021
10.17
Barletta, giovedì 22 agosto 1991. E' una classica serata di fine estate, come tante ve ne sono state e tante ve ne saranno. Il sentimento del barlettano comune, giovane o meno che sia, oscilla tra la spensieratezza di un giro in Vespa 50, e la malinconia per l'imminente ritorno a lavoro o a scuola.
La villa comunale nei pressi della stazione pullula di comitive di giovani in sella ai loro ciclomotori, quando a pochi metri di distanza, in via Baccarini, scoppia l'inferno. Una Ford Fiesta nera viene letteralmente crivellata di colpi d'arma da fuoco da un commando di quattro killer a bordo di due motociclette di grossa cilindrata, e col volto coperto da caschi integrali.
Intorno alla scena dell'agguato si scatena il panico, con ragazzi che fuggono, gente che trova rifugio in bar e portoni aperti, mentre a bordo della Ford Fiesta nera giacciono inermi i corpi senza vita di Salvatore Filograsso (21 anni) e Michele Cristallo (23 anni).
La notizia dell'agguato di via Baccarini fa immediatamente il giro di tutte le redazioni, testate nazionali comprese. Del resto Barletta è da qualche tempo sempre più frequentemente teatro di episodi di cronaca nera, soprattutto in quell'agosto del 1991 dove Barletta e il Nord barese furono teatro di una vera e propria mattanza. Il 12 agosto presso il cavalcavia che conduce alla SS 16 bis viene ritrovato il corpo senza vita del pregiudicato 26enne Raffaele Vannella di San Ferdinando. Il 16 agosto, nei pressi di Via Canosa viene ucciso a pistolettate Michele Di Chiano. Il 19 agosto, in Via Foggia, a cadere sotto i colpi dei killer è il 27enne trinitapolese Ferdinando Nenna. Il 20 agosto, infine, in un bar di Trani viene assassinato il 38enne pregiudicato napoletano Nicola Corda. Un delitto, quest'ultimo, ritenuto dagli inquirenti molto significativo nello scacchiere della mala del Nord barese.
Inoltre, in quell'inizio degli anni Novanta, non è solo la criminalità organizzata a preoccupare i barlettani. Da qualche tempo infatti è la microcriminalità a fare paura, soprattutto ai giovani spesso vittime di aggressioni e rapine da parte di piccoli gruppi di malviventi. A ciò si aggiungono la piaga degli scippi nel centro storico, prevalentemente ai danni di turisti, furti di autoradio con tanto di vetri spaccati, fino alla tragica rapina finita nel sangue del dicembre 1990 di cui fu vittima uno stimato parrucchiere.
Questo, in poche parole, è il contesto nel quale matura il duplice omicidio di via Baccarini che colpisce per efferatezza e arroganza in quanto avvenuto alla presenza di centinaia di persone, prevalentemente giovani sotto i vent'anni, e che rappresenta fino ad oggi il momento di massima tensione criminale mai registrato a Barletta, nonostante altri gravi fatti di sangue si siano poi verificati negli anni successivi.
A tal proposito molto importante ed incisiva si è rivelata l'azione degli inquirenti nell'assicurare alla giustizia molti dei principali protagonisti di quella stagione di sangue: da quella del magistrato barlettano Domenico Seccia – poi protagonista negli anni successivi della lotta alle mafie garganiche - a quella di Michele Emiliano, allora giovane PM della DDA di Bari.
A trent'anni di distanza da quella spaventosa azione criminale, pur con tutte le cautele del caso, ci sentiamo di affermare che Barletta, tutto sommato, sembra essere riuscita a voltare pagina. Ma la guardia va tenuta ben alta, soprattutto alla luce della crescente diffusione tra i nostri giovani di consumo e spaccio di sostanze stupefacenti. D'accordo, si tratta di ragazzini, di cosiddetti "pesci piccoli", si dirà. Lo è stato anche chi in quell'agosto del 1991 non si fece scrupoli nell'ammazzare a sangue freddo due persone in mezzo al passeggio di ragazzi e famiglie.
La villa comunale nei pressi della stazione pullula di comitive di giovani in sella ai loro ciclomotori, quando a pochi metri di distanza, in via Baccarini, scoppia l'inferno. Una Ford Fiesta nera viene letteralmente crivellata di colpi d'arma da fuoco da un commando di quattro killer a bordo di due motociclette di grossa cilindrata, e col volto coperto da caschi integrali.
Intorno alla scena dell'agguato si scatena il panico, con ragazzi che fuggono, gente che trova rifugio in bar e portoni aperti, mentre a bordo della Ford Fiesta nera giacciono inermi i corpi senza vita di Salvatore Filograsso (21 anni) e Michele Cristallo (23 anni).
La notizia dell'agguato di via Baccarini fa immediatamente il giro di tutte le redazioni, testate nazionali comprese. Del resto Barletta è da qualche tempo sempre più frequentemente teatro di episodi di cronaca nera, soprattutto in quell'agosto del 1991 dove Barletta e il Nord barese furono teatro di una vera e propria mattanza. Il 12 agosto presso il cavalcavia che conduce alla SS 16 bis viene ritrovato il corpo senza vita del pregiudicato 26enne Raffaele Vannella di San Ferdinando. Il 16 agosto, nei pressi di Via Canosa viene ucciso a pistolettate Michele Di Chiano. Il 19 agosto, in Via Foggia, a cadere sotto i colpi dei killer è il 27enne trinitapolese Ferdinando Nenna. Il 20 agosto, infine, in un bar di Trani viene assassinato il 38enne pregiudicato napoletano Nicola Corda. Un delitto, quest'ultimo, ritenuto dagli inquirenti molto significativo nello scacchiere della mala del Nord barese.
Inoltre, in quell'inizio degli anni Novanta, non è solo la criminalità organizzata a preoccupare i barlettani. Da qualche tempo infatti è la microcriminalità a fare paura, soprattutto ai giovani spesso vittime di aggressioni e rapine da parte di piccoli gruppi di malviventi. A ciò si aggiungono la piaga degli scippi nel centro storico, prevalentemente ai danni di turisti, furti di autoradio con tanto di vetri spaccati, fino alla tragica rapina finita nel sangue del dicembre 1990 di cui fu vittima uno stimato parrucchiere.
Questo, in poche parole, è il contesto nel quale matura il duplice omicidio di via Baccarini che colpisce per efferatezza e arroganza in quanto avvenuto alla presenza di centinaia di persone, prevalentemente giovani sotto i vent'anni, e che rappresenta fino ad oggi il momento di massima tensione criminale mai registrato a Barletta, nonostante altri gravi fatti di sangue si siano poi verificati negli anni successivi.
A tal proposito molto importante ed incisiva si è rivelata l'azione degli inquirenti nell'assicurare alla giustizia molti dei principali protagonisti di quella stagione di sangue: da quella del magistrato barlettano Domenico Seccia – poi protagonista negli anni successivi della lotta alle mafie garganiche - a quella di Michele Emiliano, allora giovane PM della DDA di Bari.
A trent'anni di distanza da quella spaventosa azione criminale, pur con tutte le cautele del caso, ci sentiamo di affermare che Barletta, tutto sommato, sembra essere riuscita a voltare pagina. Ma la guardia va tenuta ben alta, soprattutto alla luce della crescente diffusione tra i nostri giovani di consumo e spaccio di sostanze stupefacenti. D'accordo, si tratta di ragazzini, di cosiddetti "pesci piccoli", si dirà. Lo è stato anche chi in quell'agosto del 1991 non si fece scrupoli nell'ammazzare a sangue freddo due persone in mezzo al passeggio di ragazzi e famiglie.