Turismo
200.000 + 300.000 = 500.000 euro, ma per quale Disfida?
Ettore Fieramosca non parteciperà a sagre di paese. Turismo a go-go dell'Amministrazione
Barletta - lunedì 12 marzo 2012
Le buone pratiche di Marketing Territoriale, fatte salve le necessarie attività di valutazione e analisi del contesto in cui si sviluppano, fondano le ragioni del loro successo sulla corretta gestione di due fattori fondamentali: tempi certi e compatibili ( 8-10 mesi di anticipo) e un corretto Piano di Comunicazione. Secondo gli studiosi più accreditati infatti: «Il marketing territoriale è l'insieme degli strumenti per promuovere il territorio attraverso una COMUNICAZIONE capace di valorizzarne le potenzialità di sviluppo e le caratteristiche culturali, storiche, socioeconomiche e ambientali, al fine di incentivarne l'imprenditorialità e la crescita economica».
Quest'anno il Comune di Barletta ha deciso di rispolverare la tanto agognata Disfida. Fortemente voluta dal Sindaco Maffei e scritta nei "testi sacri" degli Indirizzi di mandato 2011 – 2016, e quindi come tale da farsi "costi quel che costi". Una scelta, per molti aspetti, tanto meritoria quanto discutibile. A partire della totale incertezza del progetto, i cui contenuti tecnici ed operativi sono tuttora indefiniti, per arrivare al paradosso delle date degli eventi ancora da definire. Una specie di annuncio matrimoniale di cui non è possibile fare le pubblicazioni, con gli "invitati" locali, nazionali e stranieri in trepidante attesa. Una situazione, dati anche certi personaggi, che richiama un po' la metafora dei Promessi Sposi di manzoniana memoria.
Siamo a metà marzo e allo stato le uniche (quasi) certezze sono: la Commissione Tecnica composta dai soliti 3 Dirigenti "provvisori" (come tutto il resto), e le risorse da spendere, a partire da quelle regionali che ammonterebbero a 200.000 euro. Risorse che si aggiungerebbero a quelle del "redigendo" Bilancio Comunale (tuttora virtuale) per altri 300.000 euro, per un totale quindi di circa 500.000 euro. Una situazione che non lascia ben sperare sull'effettivo successo del progetto soprattutto in relazione alle auspicate ricadute economiche per il nostro territorio. Un progetto di spesa (con poche entrate) che si caratterizza ancora una volta per l'uso disinvolto delle risorse pubbliche regionali e comunali. Un approccio quanto meno frettoloso e approssimato, che desta ragionevoli scetticismi. Un Comune, il nostro, che dovrebbe decidere una volta per tutte se vuole confrontare le proprie performances con le "sagre di paese" o con i grandi eventi di altre realtà ben più virtuose. Dall'altra parte una Regione che forse farebbe bene a richiedere anche ai Comuni, così come fa per tanti altri finanziamenti, un "business plan" per verificare l'utilità dell'investimento in termini di costi e benefici e per poter saggiare i risultati attesi anche in relazione alla coerenza con le politiche regionali per il Turismo e lo sviluppo.
Ma anche dalla Regione purtroppo non giungono buoni esempi di corretto utilizzo delle risorse. E' sufficiente osservare l'indomabilità della spesa sanitaria, o per venire ad esempi a noi più vicini la questione tragi-comica della Sede Legale dell'AUSL che, nonostante l'onerosità dei costi di locazione, rimarrà ad Andria per buona pace dei nostri volenterosi Consiglieri Regionali. Pochissime le speranze che si possono riporre nell'Amministrazione Comunale sempre più orientata a spendere e spandere e non a ragionare in termini di effettiva qualità ed opportunità delle scelte. Una programmazione che, ancora una volta, sembra riguardare una ristretta "elitè" che vede all'opera gli stessi attori o "Commissioni Tecniche", come nel caso dell' Indagine Conoscitiva per l'Estate Barlettana in cui si annunciano "mega concerti" oltre alla solita distribuzione "controllata" di contributi vari. Il tutto secondo i migliori esempi di strategia di gestione del potere praticate già nell'antica Roma. Anche su questo purtroppo non valgono, stranamente, alcune promesse riportate solennemente nei "testi sacri" degli Indirizzi di Mandato 2011 – 2016 in cui si dice: « …Barletta una città, che sia luogo centrale di confronto e dialogo tra cittadini, istituzioni, associazioni. Una città plurale, dove la ricchezza delle istanze e delle proposte costituisca il collante della crescita comune» (…!??).
Quest'anno il Comune di Barletta ha deciso di rispolverare la tanto agognata Disfida. Fortemente voluta dal Sindaco Maffei e scritta nei "testi sacri" degli Indirizzi di mandato 2011 – 2016, e quindi come tale da farsi "costi quel che costi". Una scelta, per molti aspetti, tanto meritoria quanto discutibile. A partire della totale incertezza del progetto, i cui contenuti tecnici ed operativi sono tuttora indefiniti, per arrivare al paradosso delle date degli eventi ancora da definire. Una specie di annuncio matrimoniale di cui non è possibile fare le pubblicazioni, con gli "invitati" locali, nazionali e stranieri in trepidante attesa. Una situazione, dati anche certi personaggi, che richiama un po' la metafora dei Promessi Sposi di manzoniana memoria.
Siamo a metà marzo e allo stato le uniche (quasi) certezze sono: la Commissione Tecnica composta dai soliti 3 Dirigenti "provvisori" (come tutto il resto), e le risorse da spendere, a partire da quelle regionali che ammonterebbero a 200.000 euro. Risorse che si aggiungerebbero a quelle del "redigendo" Bilancio Comunale (tuttora virtuale) per altri 300.000 euro, per un totale quindi di circa 500.000 euro. Una situazione che non lascia ben sperare sull'effettivo successo del progetto soprattutto in relazione alle auspicate ricadute economiche per il nostro territorio. Un progetto di spesa (con poche entrate) che si caratterizza ancora una volta per l'uso disinvolto delle risorse pubbliche regionali e comunali. Un approccio quanto meno frettoloso e approssimato, che desta ragionevoli scetticismi. Un Comune, il nostro, che dovrebbe decidere una volta per tutte se vuole confrontare le proprie performances con le "sagre di paese" o con i grandi eventi di altre realtà ben più virtuose. Dall'altra parte una Regione che forse farebbe bene a richiedere anche ai Comuni, così come fa per tanti altri finanziamenti, un "business plan" per verificare l'utilità dell'investimento in termini di costi e benefici e per poter saggiare i risultati attesi anche in relazione alla coerenza con le politiche regionali per il Turismo e lo sviluppo.
Ma anche dalla Regione purtroppo non giungono buoni esempi di corretto utilizzo delle risorse. E' sufficiente osservare l'indomabilità della spesa sanitaria, o per venire ad esempi a noi più vicini la questione tragi-comica della Sede Legale dell'AUSL che, nonostante l'onerosità dei costi di locazione, rimarrà ad Andria per buona pace dei nostri volenterosi Consiglieri Regionali. Pochissime le speranze che si possono riporre nell'Amministrazione Comunale sempre più orientata a spendere e spandere e non a ragionare in termini di effettiva qualità ed opportunità delle scelte. Una programmazione che, ancora una volta, sembra riguardare una ristretta "elitè" che vede all'opera gli stessi attori o "Commissioni Tecniche", come nel caso dell' Indagine Conoscitiva per l'Estate Barlettana in cui si annunciano "mega concerti" oltre alla solita distribuzione "controllata" di contributi vari. Il tutto secondo i migliori esempi di strategia di gestione del potere praticate già nell'antica Roma. Anche su questo purtroppo non valgono, stranamente, alcune promesse riportate solennemente nei "testi sacri" degli Indirizzi di Mandato 2011 – 2016 in cui si dice: « …Barletta una città, che sia luogo centrale di confronto e dialogo tra cittadini, istituzioni, associazioni. Una città plurale, dove la ricchezza delle istanze e delle proposte costituisca il collante della crescita comune» (…!??).