Degrado al cimitero di Barletta, non c'è pace tra i cipressi
«Immondizia vicino alla cappella della mia famiglia»
lunedì 9 novembre 2015
iReport
«E' novembre, il mese che noi cattolici dedichiamo alla memoria dei defunti: è perciò che vorrei segnalare un annoso sconcio che si verifica nel cimitero della nostra città. La cappella gentilizia della mia famiglia è la prima a sinistra entrando nel cimitero dall'ingresso principale. Quando alla fine dell'ottocento gli antenati di mia madre la fecero erigere pensarono probabilmente che fosse in un luogo particolarmente privilegiato; oggi, nel degrado generale, è quasi una discarica a cielo aperto.
Da tanti anni mi sono rivolta a chi avrebbe dovuto darmi risposte perché l'indecenza finisse. Quando ancora esisteva, nel portico d'ingresso, un ufficio di direzione, protestai con un tale che sedeva con autorità dietro una scrivania, chiedendo che non si parcheggiasse in eterno un motocarro proprio davanti all'ingresso della nostra cappella. Il tizio, dall'alto della sua statura e della sua "cultura", volle dare a me, che per oltre trentacinque anni ho insegnato lettere, una lezione. Gli avevo chiesto se ritenesse decoroso che nel cimitero monumentale ci fosse in permanenza un mucchio d'immondizia proprio sul lato sinistro di chi guarda la cappella gentilizia. Mi rispose: "signora lei non ha letto la Livella di Totò! (sic).
Morale della favola: poiché siamo tutti uguali, se c'è immondizia nel cimitero comune, deve assolutamente esserci anche in quello monumentale. A distanza di tempo chiesi ad un operaio della Barsa di provvedere a rimuovere l'immondizia: mi rispose che c'era poco personale e non ce la facevano, ma avrebbero provveduto. Passati altri anni chiesi ad uno di questi operai, che hanno lo spogliatoio vicino la cappella, di rimuovere bottiglie di plastica, scope rotte, scodelle di cibo per gatti ed altre finezze. Il tale mi rispose che, se glielo avessi chiesto per favore, forse l'avrebbe fatto... ma non è il loro lavoro?
Dalla morte di mio padre, vent'anni fa, io pago mensilmente un fioraio perché tenga in ordine le siepi che circondano le aiuole destinate alle inumazioni. E' giusto che le mie cure siano vanificate dalla villania dei nostri concittadini e dall'indolenza degli operai che noi contribuenti paghiamo? Nonostante le promesse fatte ad agosto a un cugino venuto da Roma, nonostante le promesse fatte a me, nonostante la Barsa ora faccia solo il servizio di pulizia, visto che esiste un'altra ditta salentina che provvede al verde, e nonostante tutti "i provvediamo subito", la situazione è sempre la stessa: gomme di autoveicoli, lapidi spezzate, coperchi di bare inutilizzabili, perfino tre vecchie poltrone forse di un vecchio cinema, giacciono lì da oltre tre anni.
Questa per ora è la mia "doliance", se non si provvederà passerò alle denunce».
[Giovanna Cristiani]
Da tanti anni mi sono rivolta a chi avrebbe dovuto darmi risposte perché l'indecenza finisse. Quando ancora esisteva, nel portico d'ingresso, un ufficio di direzione, protestai con un tale che sedeva con autorità dietro una scrivania, chiedendo che non si parcheggiasse in eterno un motocarro proprio davanti all'ingresso della nostra cappella. Il tizio, dall'alto della sua statura e della sua "cultura", volle dare a me, che per oltre trentacinque anni ho insegnato lettere, una lezione. Gli avevo chiesto se ritenesse decoroso che nel cimitero monumentale ci fosse in permanenza un mucchio d'immondizia proprio sul lato sinistro di chi guarda la cappella gentilizia. Mi rispose: "signora lei non ha letto la Livella di Totò! (sic).
Morale della favola: poiché siamo tutti uguali, se c'è immondizia nel cimitero comune, deve assolutamente esserci anche in quello monumentale. A distanza di tempo chiesi ad un operaio della Barsa di provvedere a rimuovere l'immondizia: mi rispose che c'era poco personale e non ce la facevano, ma avrebbero provveduto. Passati altri anni chiesi ad uno di questi operai, che hanno lo spogliatoio vicino la cappella, di rimuovere bottiglie di plastica, scope rotte, scodelle di cibo per gatti ed altre finezze. Il tale mi rispose che, se glielo avessi chiesto per favore, forse l'avrebbe fatto... ma non è il loro lavoro?
Dalla morte di mio padre, vent'anni fa, io pago mensilmente un fioraio perché tenga in ordine le siepi che circondano le aiuole destinate alle inumazioni. E' giusto che le mie cure siano vanificate dalla villania dei nostri concittadini e dall'indolenza degli operai che noi contribuenti paghiamo? Nonostante le promesse fatte ad agosto a un cugino venuto da Roma, nonostante le promesse fatte a me, nonostante la Barsa ora faccia solo il servizio di pulizia, visto che esiste un'altra ditta salentina che provvede al verde, e nonostante tutti "i provvediamo subito", la situazione è sempre la stessa: gomme di autoveicoli, lapidi spezzate, coperchi di bare inutilizzabili, perfino tre vecchie poltrone forse di un vecchio cinema, giacciono lì da oltre tre anni.
Questa per ora è la mia "doliance", se non si provvederà passerò alle denunce».
[Giovanna Cristiani]