Canne della Battaglia, una storia di progetti non realizzati
Il punto di vista del perito agrario Giuseppe Dargenio
giovedì 17 settembre 2015
iReport
«Vorrei esprimere alcune considerazioni con riferimento all'appello di dar vita ad una tavola rotonda su Canne della Battaglia lanciato dal presidente dell' ARCHEOCLUB BARLETTA Pietro Doronzo in data 15–09-2015. Premetto la mia stima e rispetto sia del Sig. Doronzo come persona e anche dei rappresentanti di altri comitati, ma premetto, anche, che sarò molto critico e spero che democraticamente non me ne vorranno, ARCHEOCLUB in primis. Esprimerò, quindi, i miei banali e rozzi concetti prendendo spunto dal testo del Dott. Renato Russo dal titolo "Canne e la memoria". Alle pagg . 308 – 309 del testo citato si legge che già nel 1988 era in atto, a cura del COMPRENSORIO NORD–BARESE, una ricca progettualità, anche riguardo Canne della Battaglia e ciò è testimoniato dalla delibera di giunta del Comune di Barletta n° 1692 del 23-06-1988 reperibile presso l'Ufficio delibere.
Parliamo di un ITINERARIO ARCHEO–AMBIENTALE nel territorio della ancora non nata provincia BAT e in cui Canne ambiva al ruolo di un importantissimo epicentro archeologico (sicuramente più importante della stessa città di Canosa) in quel lontano 1988, con progettualità concrete e finanziabili. Cosa ci raccontano le cronache di quegli anni? Ci raccontano che alcune tappe di questo itinerario furono realizzate anche sottoforma di strutture come (seppur dopo diversi anni) il MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE a CANOSA; IL PARCO ATTREZZATO MADONNA DEL BOSCO a SPINAZZOLA; persino un MUSEO ARCHEOLOGICO fu allestito nel monastero di COLONNA dedicato alle origini neolitiche tranesi, per non parlare delle tappe di Andria con Castel del Monte e addirittura Ruvo e Corato. Ciò detto vediamo cosa successe nel 1988 in quel di CANNE, essendo importantissima e fondamentale tappa di quell' itinerario; non successe assolutamente nulla! E perché mai? Perché le sciccose e colte associazioni ambientaliste (ARCHEOCLUB in primis) rispetto alla proposta di un innovativo progetto di un CENTRO SERVIZI TURISTICI da far sorgere a CANNE con correlato PARCO ATTREZZATO e addirittura un OASI VERDE PROTETTA (anticipando di tanti anni la legge MENNEA) gridarono al pericolo di cementificazione essendo loro immacolate portatrici di sani principi ecologici pur navigando, inevitabilmente, nel caos della cementificazione in atto in quegli anni nella stessa città della Disfida e sulla quale non si conoscono, a riguardo, importanti loro note di protesta.
In verità quel progetto su Canne prevedeva, ancorchè successivamente vincitore del premio di architettura LUIGI COSENZA nella sezione "MIGLIOR PROGETTO NON REALIZZATO" , una relativa e indispensabile cementificazione assolutamente sostenibile e racchiusa nello scrigno della piccola vallata proprio dirimpetto all' Antiquarium ma che, nel tempo, avrebbe arricchito di turisti e rivitalizzato il sito in sinergia con la vicina Fonte di San Ruggiero, la Stazioncina Ferroviaria e a monte la strategica e inevitabilmente rimaneggiata MASSERIA CANNE con il ricco e verdeggiante contesto paesaggistico e con possibilità, in masseria, di sosta e degustazioni enogastronomiche con eventuale corredo di piscina e agricampeggi che forse avrebbero rubato un po' di clientela ai lidi e ai ristoratori sulla costa.
Ma il bello fu che (leggo dal testo "CANNE E LA MEMORIA") di una eventuale progettualità alternativa al CENTRO SERVIZI caldeggiata dalle stesse associazioni culturali , non se ne fece manco niente. Insomma grazie alla vanesia foga ideologica di salvare il mondo, con cui si caratterizzano certe Associazioni e Comitati e quindi con il terrore del cemento furono create le premesse dell' abbandono e del fallimento turistico di CANNE DELLA BATTAGLIA, realizzando (e sotto gli occhi di tutti) uno schifo maggiore di quello presunto a cui ci si volle opporre con forza, in quegli anni. Oggi quelle stesse associazioni culturali (ARCHEOCLUB in primis) spinte dall' odore dei nuovi finanziamenti europei in itinere dopo un silenzioso riposo, si sono risvegliate e... non oso immaginare cos'altro combineranno, in virtù delle sigle che danno loro l'autorità di dire e di fare convegni, chiacchiere e castelli in aria ma mai progetti di ampio respiro e MASTER–PLAN in grado di attirare anche investitori privati.
[Giuseppe Dargenio, perito agrario]
Parliamo di un ITINERARIO ARCHEO–AMBIENTALE nel territorio della ancora non nata provincia BAT e in cui Canne ambiva al ruolo di un importantissimo epicentro archeologico (sicuramente più importante della stessa città di Canosa) in quel lontano 1988, con progettualità concrete e finanziabili. Cosa ci raccontano le cronache di quegli anni? Ci raccontano che alcune tappe di questo itinerario furono realizzate anche sottoforma di strutture come (seppur dopo diversi anni) il MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE a CANOSA; IL PARCO ATTREZZATO MADONNA DEL BOSCO a SPINAZZOLA; persino un MUSEO ARCHEOLOGICO fu allestito nel monastero di COLONNA dedicato alle origini neolitiche tranesi, per non parlare delle tappe di Andria con Castel del Monte e addirittura Ruvo e Corato. Ciò detto vediamo cosa successe nel 1988 in quel di CANNE, essendo importantissima e fondamentale tappa di quell' itinerario; non successe assolutamente nulla! E perché mai? Perché le sciccose e colte associazioni ambientaliste (ARCHEOCLUB in primis) rispetto alla proposta di un innovativo progetto di un CENTRO SERVIZI TURISTICI da far sorgere a CANNE con correlato PARCO ATTREZZATO e addirittura un OASI VERDE PROTETTA (anticipando di tanti anni la legge MENNEA) gridarono al pericolo di cementificazione essendo loro immacolate portatrici di sani principi ecologici pur navigando, inevitabilmente, nel caos della cementificazione in atto in quegli anni nella stessa città della Disfida e sulla quale non si conoscono, a riguardo, importanti loro note di protesta.
In verità quel progetto su Canne prevedeva, ancorchè successivamente vincitore del premio di architettura LUIGI COSENZA nella sezione "MIGLIOR PROGETTO NON REALIZZATO" , una relativa e indispensabile cementificazione assolutamente sostenibile e racchiusa nello scrigno della piccola vallata proprio dirimpetto all' Antiquarium ma che, nel tempo, avrebbe arricchito di turisti e rivitalizzato il sito in sinergia con la vicina Fonte di San Ruggiero, la Stazioncina Ferroviaria e a monte la strategica e inevitabilmente rimaneggiata MASSERIA CANNE con il ricco e verdeggiante contesto paesaggistico e con possibilità, in masseria, di sosta e degustazioni enogastronomiche con eventuale corredo di piscina e agricampeggi che forse avrebbero rubato un po' di clientela ai lidi e ai ristoratori sulla costa.
Ma il bello fu che (leggo dal testo "CANNE E LA MEMORIA") di una eventuale progettualità alternativa al CENTRO SERVIZI caldeggiata dalle stesse associazioni culturali , non se ne fece manco niente. Insomma grazie alla vanesia foga ideologica di salvare il mondo, con cui si caratterizzano certe Associazioni e Comitati e quindi con il terrore del cemento furono create le premesse dell' abbandono e del fallimento turistico di CANNE DELLA BATTAGLIA, realizzando (e sotto gli occhi di tutti) uno schifo maggiore di quello presunto a cui ci si volle opporre con forza, in quegli anni. Oggi quelle stesse associazioni culturali (ARCHEOCLUB in primis) spinte dall' odore dei nuovi finanziamenti europei in itinere dopo un silenzioso riposo, si sono risvegliate e... non oso immaginare cos'altro combineranno, in virtù delle sigle che danno loro l'autorità di dire e di fare convegni, chiacchiere e castelli in aria ma mai progetti di ampio respiro e MASTER–PLAN in grado di attirare anche investitori privati.
[Giuseppe Dargenio, perito agrario]