Corso Vittorio Emanuele
Corso Vittorio Emanuele

"Barletta finisce al Comune"

Lettera aperta di Matteo Bonadies al sindaco Cascella

"È grave! È veramente grave che una Amministrazione Comunale non si occupi ne si preoccupi di illuminare (parlo di illuminazione natalizia e zona pedonale) la parte restante di Corso Vittorio Emanuele. Secondo Lei, Sig. Sindaco quella "strada" che va dal Comune sino al vecchio ospedale non si chiama ugualmente Corso Vittorio Emanuele? O forse l'attuale Consiglio Comunale e relativa Giunta, ha pensato di chiamarla diversamente? Perché due trattamenti diversi allo stesso Corso che porta l'identico nome?

Quando dobbiamo essere contribuenti, nelle imposte comunali, siamo tutti uguali, quando dobbiamo pagare gli spazi pubblici con le nostre tende o insegne siamo tutti uguali, quando si tratta di abbellire questi duecento metri di strada (sempre Corso Vittorio Emanuele) allora non lo siamo più. Allora siamo "periferia". Allora perché non avete pensato di cambiare nome a questo "pezzo di strada"? Potreste chiamarla diversamente. Magari via Maria Giovanna, via Maria Antonietta, via dei Dimenticati? Via degli Abbandonati! Perché tutte le processioni, i cortei, le parate e qualsiasi altra manifestazione che avviene in Città deve finire all'altezza del Comune, proseguendo magari anche verso la strada alla sinistra, Via Consalvo da Cordova, completando così il giro completo del centro cittadino?

Caro Sindaco è questa una importante zona storica della Città di Barletta. Oggi più che mai è rifiorita con negozi e uffici. Vi è un Centro Dentale con sei vetrate, un Centro Estetico, una Scuola con più di cento ragazze iscritte che frequentano tale centro per divenire estetiste, il monumento a Massimo D'Azeglio (quasi ignorato), il Palazzo dell'Arco Pretorio costruito nel 1473 in un luogo simbolo: il Centro fisico della Città, tardo Medievale, che se si fosse trovato in un'altra città (come Modena, o Padova o altrove) l'avrebbero illuminato da più parti per scoprirne l'architettura di un tempo, ed ancora un negozio prestigioso con 150 anni di vita, (cinque generazioni che si sono susseguite), una Chiesa (la più antica della Città) del 1200, l'obelisco con l'orologio del 1843 di reminiscenze egizie, sopravvissuto ai colpi di cannone delle colonne militari tedesche durante al II^ Guerra Mondiale, negozi di calzature, di abbigliamento, farmacie, ed altri ancora. Come mai per Voi della Giunta (organo deliberativo del Consiglio Comunale) questi duecento metri di strada non esistono? Per incuria da parte di tutti o quasi tutti Voi (Consiglieri Comunali compresi), o per altri motivi?

Io ho vissuto quasi un secolo e da che sono nato ad oggi. Gli astronauti americani sono riusciti ad andare sulla luna, ma Corso Vittorio Emanuele rimane sempre, in ogni occasione, al buio (intendo anche psicologico). Siamo disponibili sempre a pagare, come abbiamo dichiarato più volte. Ma non Le pare, Sig. Sindaco, che sarebbe più dignitoso dare una certa uniformità alla Città nelle sue strade del Centro? Si ricordi che Corso Vittorio Emanuele è parte integrante del centro cittadino sino all'altezza del vecchio ospedale. Perché quei duecento metri vengono trattati da periferia? Sono disposto a inviare questo mio scritto in copia per conoscenza all'Onorevole Franceschini, Ministro per i Beni e le attività Culturali (il quale si occupa anche di questi problemi) , al Presidente della Provincia e al Presidente della Regione e non credo che Barletta ci faccia una bella figura. Si ricordi sempre che a pagare siamo sempre i primi, mentre gli ultimi nei Vostri pensieri.

Inoltre, se qualcuno non lo sa ancora, tenga presente che da ben 30 anni in questi duecento metri di strada, esiste al civico 132 anche la Sede di un Consolato, non più Onorario (e anche se fosse?) ma Generale con competenza territoriale per l'intera Puglia, il Molise e la Basilicata … Sempre in quella strada di periferia!!...
Grazie Sig. Sindaco, se vorrà prendere in considerazione seria, una conclusione, degna della sua rispettabile persona e che vorrà comprendere a pieno ciò che ho tentato di esporle".

[Matteo Bonadies, Console di Malta per la Regione di Puglia]
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