Cercatori della Verità, alla ricerca di notizie con... Pino Scaccia

Un blog curatissimo e aggiornatissimo, dal nome emblematico e quanto mai profetico già dalla notte dei tempi: "La Torre di Babele". Sei libri scritti tra il 1992 e il 2011, in cui racconta la vita con gli occhi che mai avremo per vederla davvero e da vicino: i suoi.

E poi un volto e una voce che di certo non si dimenticano, perché ha segnato la svolta su molti temi delicati e segreti, con le sue inchieste e indagini che lo hanno visto protagonista assoluto del giornalismo investigativo. Non sono un caso, infatti, i tanti premi ricevuti. Pino Scaccia è tutto questo e molto più. Inviato storico del TG1 RAI dapprima, poi capo redattore dei servizi speciali della stessa emittente, è stato testimone degli avvenimenti più importanti degli ultimi trent'anni: la prima guerra del Golfo, il conflitto serbo-croato, la disgregazione dell'Unione Sovietica, la crisi in Afghanistan, il dopoguerra in Iraq. Avvenimenti forti inevitabilmente anche su un piano strettamente personale, dove la tenacia di dar voce alla verità ha stretto la mano al dolore e al senso di impotenza che, inevitabilmente, certe situazioni ti fanno vivere, come l'uccisione del compagno di viaggio Baldoni, freelance sequestrato e ucciso nel 2004 in Iraq. Una vita per il giornalismo vero, all'insegna del pericolo a cui la ricerca della verità inevitabilmente espone: è stato Scaccia il primo reporter occidentale che ha messo piede nella centrale nucleare di Chernobyl all'epoca del disastro, lui il primo a scoprire i resti di Che Guevara in Bolivia, lui a divulgare le immagini dell'Area 51, fino ad allora segretissime. E poi la mafia, il terrorismo, le vicende storico-politiche del nostro Paese, il terremoto che ha devastato L'Aquila, le calamità naturali che hanno creato tensione a livello planetario, come lo Tzunami.

Una voce forte e imperdibile che Nicola Curci avrà l'onore di accompagnare nel prossimo dialogo di Cercatori della Verità, guidandoci tutti tra racconti di pace e racconti di guerra, quando il cronista è lo storico dell'attimo.