Troppa inedia amministrativa: l’ex assessore Chieppa scrive di crediti e bilancio

«Questa amministrazione ha adottato trasparenza e rigore nei conti. Ora bisogna improntare l'azione di governo su sviluppo e controllo». Torna nel dibattito politico la voce di Lorenzo Chieppa, ex assessore al PEF del Comune di Barletta, che invia alla nostra redazione una nota tecnica in cui riporta la sua personale riflessione su crediti, debiti e voci di bilancio, tra suggerimenti e ammonimenti, collegandosi alla polemica in corso in cui hanno espresso le proprie idee già Dario Damiani, consigliere di opposizione, e il dirigente del settore bilancio Michelangelo Nigro.

«3.5 milioni, 2.7 milioni, 1.7 milioni, 1 milione di interessi di mora. Numeri che dicono poco o nulla soprattutto se utilizzati in chiave politica, vorrei chetamente fare alcune riflessioni, dal 17 giugno 2013 giorno in cui si è insediata questa amministrazione molto è stato rivelato in materia economico finanziaria e molto è stato detto circa lo stato di salute delle nostre casse (ndr relazioni assessorato PEF del 30 luglio e 26 agosto 2013). Quello che meriterebbe di essere evidenziato è che l'assessorato alle politiche economiche e finanziarie e alle società partecipate su indicazione del sindaco ha promosso, dal settembre 2013 in poi, attraverso specifiche sessioni di lavoro sviluppate in 5 distinte conferenze di dirigenti, una serie di iniziative concordate con gli assessorati all'edilizia privata e al patrimonio e con il coinvolgimento dell'avvocatura, al fine di individuare il titolo giuridico idoneo ad esercitare il diritto a riscuotere i crediti vantati dall'amministrazione fin dal 1996 e per gli oneri di urbanizzazione non versati, vantati nei confronti delle cooperative, l'eventuale possibilità di escussione della polizza fideiussoria.

In verità qualcosa è stata fatta ad oggi in tema di effettivo incasso: la realtà è che gran parte dei 2,7 milioni potrebbero risultare non esigibili, da qui la necessità e l'amara verità di non imputarli nel bilancio di previsione 2014 in quanto finirebbero per alimentare residui attivi che hanno determinato negli anni avanzi di amministrazione fittizi sanificati solo con il bilancio 2013 (si è passati da 20 ai circa 4 milioni del 2013), i tecnici non possono però rifarsi a generici assunti contabili di non appostazione, perché questo ha determinato negli anni l'inedia amministrativa che ha finito per non perseguire i debitori pur avendone titolo. Le soluzioni sono a portata di mano: incidere di più sui settori preposti al fine di garantire una maggiore esigibilità dei crediti, con l'ottimo ausilio degli avvocati interni e in più - per evitare dimenticanze -impostare semplici regole di controllo interno, magari inserendo in bilancio l'ammontare dei crediti realmente da incassare correggendoli di volta in volta con l'ausilio di un fondo svalutazione crediti che dia la dimensione del "non esigibile" attraverso l'uso contabile dello stesso a ristoro di quanto non incassato nel periodo precedente. Ciò finirebbe per far chiarezza e al contempo controllare i processi e i flussi finanziari dell'Ente».