Gesù resuscita Lazzaro
Gesù resuscita Lazzaro
Religioni

La fede che fa risorgere

Don Vito Carpentiere commenta il vangelo della Domenica della Spina

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Siamo all'ultima tappa del nostro itinerario quaresimale, che Domenica prossima con l'ingresso di Gesù a Gerusalemme e il racconto della Passione cederà il passo alla Grande Settimana. Il percorso delle ultime domeniche e di quella odierna, come abbiamo già detto, è il medesimo che da tanti secoli accompagna il cammino dei catecumeni che nella Notte di Pasqua, durante la "Madre di tutte le Veglie", celebreranno i Sacramenti della Iniziazione Cristiana (Battesimo, Cresima, Eucaristia). Nell'incontro con la donna samaritana Gesù si è presentato come "l'acqua viva che zampilla per la vita eterna", capace di saziare la nostra sete d'infinito; nella guarigione del cieco nato si è manifestato come la "luce del mondo, perché chi segue Lui non cammini nelle tenebre ma abbia la luce della Vita", capace di diradare le tenebre che ci portiamo dentro e che spesso ci avvolgono; oggi si presenta come "Risurrezione e Vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno".

La Risurrezione è anticipata nella prima lettura odierna come il passaggio dall'esilio a Babilonia a Israele; nella seconda lettura come passaggio dall'egoismo e dal peccato alla vita nuova in Cristo. Il primo tipo di morte e risurrezione riguarda il popolo, che nelle difficoltà di sempre (fine di un'amicizia, di un amore, di un matrimonio) rischia di perdere la speranza. Il secondo tipo di morte è quella che riguarda l'uomo quando, chiuso nel proprio egoismo, fa del suo cuore una tomba. Nel vangelo c'è un cammino verso Gesù che è risurrezione e vita: qui è richiesta la fede, quella piena che Gesù ripone nel Padre e quella che Gesù stesso chiede alla sorella del morto. È la fede che fa risorgere. Ma, ancor più, è l'amore che Gesù ha per Lazzaro a farlo risuscitare. Sì, l'Amore risuscita! E noi che possiamo fare? Tre ordini che Gesù imparte possiamo eseguirli anche noi per aiutare chi giace in qualunque tipo di morte: togliere i massi, liberare e lasciar andare! Il cristiano è colui che non carica gli altri di pesi insopportabili, ma aiuta a rimuoverli; cristiano è chi non opprime ma libera; cristiano è colui che non lega a sé ma lascia andare!

Gesù tre volte nei vangeli opera la risurrezione: per la figlia di Giairo, intervenendo subito dopo la morte ("Fanciulla, dico a te, alzati!"); per il giovane figlio di una madre vedova, mentre veniva portato al sepolcro (tocca la bara e gli intima di alzarsi); per Lazzaro, intervenendo quattro giorni dopo, quando già la decomposizione era iniziata. È un crescendo, un climax, in cui Gesù arriva a voler guardare la morte e le sue conseguenza "in faccia", prima di viverla in sé per poterla vincere per sempre e per tutti. Ora che ci avviamo verso la Grande Settimana facciamo tesoro del suo percorso e compiamolo anche noi, cominciando a leggere i racconti della Passione, perché tutto quello che Gesù vivrà lo farà per me!

(Matteo capp. 26-27; Marco capp. 14-15; Luca capp. 22-23; Giovanni capp. 18-19)

Buona lettura e buona Domenica "della Spina"!

[don Vito]
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