Politica
«Se oggi Cannito è il sindaco di Barletta la responsabilità è anche la nostra»
Il gruppo Cantiere Barletta spiega perché non sosterrà più l'amministrazione
Barletta - lunedì 2 agosto 2021
19.48
«Il progetto politico del sindaco Cannito è fallito, ma non permetteremo che questo sia anche il fallimento della città». I consiglieri comunali di Cantiere Barletta la definiscono «operazione verità» quella fatta oggi in conferenza stampa. Sono Giuseppe Rizzi, Ruggiero Dicorato, Luigi Dimonte, Massimo Spinazzola, Adelaide Spinazzola e Vincenzo Laforgia.
«Abbiamo chiesto al sindaco un cambio di passo, ma ci siamo resi conto che questo non avveniva». Adelaide Spinazzola, a nome del gruppo, ripercorre le tappe che hanno sfaldato il rapporto tra sei consiglieri della maggioranza e il primo cittadino. «Essere parte di una maggioranza vuol dire essere coinvolti, invece il sindaco ha deciso di escluderci, ritenendo di poter guidare la città autonomamente. Più volte – aggiunge Spinazzola – abbiamo chiesto di rivedere l'assetto della giunta». Un azzeramento, accompagnato dalla proposta di inserire in giunta persone esperte. «Ma questa volontà era ferma».
Ne parlano a distanza di tre giorni dall'ultima seduta del consiglio, quando per un solo voto è stato approvato il rendiconto finanziario 2020. Una votazione che ha dato modo di verificare la tenuta della maggioranza. Da quel momento i sei consiglieri del nuovo gruppo Cantiere Barletta hanno messo un punto e ritirato anche quell'appoggio esterno inizialmente annunciato nei confronti dell'amministrazione, passando tra i banchi dell'opposizione.
«Non ci sono nemmeno i presupposti per un sostegno esterno – dicono – La nostra sarà un'opposizione libera, che non ha bisogno di poltrone». Chissà se il ruolo di opposizione attenderà anche il collega Giuseppe Dipaola che, pur non aderendo a Cantiere Barletta, in aula ha ribadito la necessità di un cambio di passo per poi astenersi dalla votazione.
Di quel progetto politico messo su tre anni fa ne parlano come di un errore di valutazione. «La nostra fiducia – dicono oggi – è stata tradita e anche quella che i cittadini hanno riposto in noi. Se oggi Cannito è il sindaco di Barletta – aggiungono – la responsabilità è anche la nostra».
Lo riconosciamo, poiché se si è in grado di ammettere con umiltà gli errori commessi, si hanno maggiori possibilità di qualificare le azioni future. Sin dall'inizio abbiamo speso tutte le nostre energie mettendo in campo le forze migliori per sostenere un progetto politico che, ora, non può più nemmeno essere definito tale. Quell'obiettivo di amministrare una città puntando sul coinvolgimento è naufragato. Anzi, a dirla tutta, per il sindaco Cannito non è mai esistito.
E così, adesso, possiamo affermare con certezza che non solo la nostra fiducia è stata tradita, ma - cosa ancor più grave - anche quella che i cittadini hanno riposto in noi. Perché, stare in quei banchi del consiglio comunale vuol dire rappresentare con onore la città e non prenderla miseramente in giro come invece qualcuno sta facendo. Non basta dire che le porte del Comune sono sempre aperte per garantire quella trasparenza che dovrebbe essere alla base di ogni amministrazione sana.
Non basta elencare una lista di azioni compiute (che rientrano comunque nella gestione ordinaria) per ribadire la correttezza del proprio operato. Noi riteniamo che amministrare una città significhi innanzitutto rispettarla. Partendo dalle persone. Essere parte di una maggioranza vuol dire essere coinvolti, condividere decisioni, valutarne le conseguenze e impegnarsi insieme giorno dopo giorno. Invece, il sindaco ha deciso di escluderci, ritenendo di poter guidare Barletta autonomamente.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: decoro della città fortemente compromesso e cantieri fermi, solo per citare qualche esempio. Anche sul fronte dell'urbanistica, un settore particolarmente delicato nella nostra città, la cui delega assessorile continua a essere trattenuta dal sindaco, Barletta è in preda allo sbando. Manca una visione programmatica. Ecco perché abbiamo deciso di dire basta. Ecco perché intendiamo onorare il mandato conferitoci dagli elettori prendendo nettamente le distanze da una situazione che non ci rappresenta.
È vero: avevamo garantito un appoggio esterno all'amministrazione, sottoscrivendo qualche settimana fa un documento formale e ne siamo sempre stati convinti, sino all'ultima e – consentiteci – assolutamente indecente seduta di consiglio comunale. Un'offesa alla città. Quei rancori esternati e quell'arroganza da parte del sindaco e di coloro che dicono di sostenerlo hanno rappresentato per noi un punto di non ritorno. Per questo, riteniamo che non ci siano più nemmeno i presupposti per un eventuale supporto esterno, bensì la necessità di portare avanti un'opposizione decisa e coerente. Che nulla ha in comune con le offese, le farneticazioni e le bassezze alle quali i barlettani hanno dovuto assistere durante la scorsa riunione dell'assise cittadina.
Il nostro ruolo sarà dunque quello di opposizione libera, che ha dimostrato di non aver bisogno di poltrone, di non essere "sensibile" alle visibilità politiche. Diciamocelo: Cannito non è un bravo sindaco. Ma quando cercherà di dividerci, noi ci uniremo ancor di più. Quando urlerà, noi parleremo con pacatezza ai nostri concittadini. Quando dirà bugie, noi ristabiliremo la verità e cercheremo di sottoporgli tematiche concrete. Il sindaco ha usato il termine "questuanti", ma forse non si è ancora reso conto che a difendere strenuamente un ruolo a Palazzo di Città è proprio lui, abusando della sua posizione.
Annunciando persino una mozione di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio comunale, Sabino Dicataldo, e ignorando evidentemente anche le norme che disciplinano i regolamenti a tal proposito. E poi, quelle accuse di ricatto riferite proprio a noi che invece abbiamo dovuto subire continuamente toni minacciosi e comportamenti dispotici. Non siamo più disposti a subire umiliazioni e ascoltare menzogne. E che non si dica che le nostre sono ambizioni personali finalizzate a sostituire il sindaco con un nostro fantomatico nuovo candidato: non è assolutamente così. L'ipotesi delle elezioni anticipate è solo l'alibi che il sindaco utilizza abitualmente quando si trova in difficoltà, attribuendo le sue mancanze agli altri e tentando di mettere insieme i cocci di una coalizione ormai in frantumi.
Né, tantomeno, passi il messaggio che ci siano degli schemi politici predefiniti per "mandare a casa il sindaco" come qualche consigliere dell'attuale maggioranza ha affermato. Si tratta del futuro e del presente della nostra città, e non si deve scherzare. Allora, la nostra vuole essere un'operazione innanzitutto di verità, ma soprattutto di ricostruzione, civile e condivisa. Bisogna recuperare il rapporto proficuo con i dirigenti comunali, ai quali non chiederemo con chi sono andati a cena o quale convegno abbiano moderato. A loro, in maniera sinergica, bisogna fornire i giusti indirizzi politici e confidare nelle capacità e professionalità di ciascuno. Il progetto politico del sindaco Cannito è ormai fallito, ma noi non permetteremo in alcun modo che questo rappresenti un fallimento anche per la nostra città».
«Abbiamo chiesto al sindaco un cambio di passo, ma ci siamo resi conto che questo non avveniva». Adelaide Spinazzola, a nome del gruppo, ripercorre le tappe che hanno sfaldato il rapporto tra sei consiglieri della maggioranza e il primo cittadino. «Essere parte di una maggioranza vuol dire essere coinvolti, invece il sindaco ha deciso di escluderci, ritenendo di poter guidare la città autonomamente. Più volte – aggiunge Spinazzola – abbiamo chiesto di rivedere l'assetto della giunta». Un azzeramento, accompagnato dalla proposta di inserire in giunta persone esperte. «Ma questa volontà era ferma».
Ne parlano a distanza di tre giorni dall'ultima seduta del consiglio, quando per un solo voto è stato approvato il rendiconto finanziario 2020. Una votazione che ha dato modo di verificare la tenuta della maggioranza. Da quel momento i sei consiglieri del nuovo gruppo Cantiere Barletta hanno messo un punto e ritirato anche quell'appoggio esterno inizialmente annunciato nei confronti dell'amministrazione, passando tra i banchi dell'opposizione.
«Non ci sono nemmeno i presupposti per un sostegno esterno – dicono – La nostra sarà un'opposizione libera, che non ha bisogno di poltrone». Chissà se il ruolo di opposizione attenderà anche il collega Giuseppe Dipaola che, pur non aderendo a Cantiere Barletta, in aula ha ribadito la necessità di un cambio di passo per poi astenersi dalla votazione.
Di quel progetto politico messo su tre anni fa ne parlano come di un errore di valutazione. «La nostra fiducia – dicono oggi – è stata tradita e anche quella che i cittadini hanno riposto in noi. Se oggi Cannito è il sindaco di Barletta – aggiungono – la responsabilità è anche la nostra».
Il loro intervento in conferenza stampa
«L'idea di un cantiere rimanda a qualcosa in fase di costruzione. Qualcosa di nuovo che giorno dopo giorno prende forma, a beneficio della collettività. Ebbene, questo è lo spirito che anima il nostro gruppo. Da qui nasce "Cantiere Barletta". Dalla volontà di ripartire e ricostruire qualcosa di propositivo per il futuro della città. Abbiamo creduto in questa amministrazione, non lo neghiamo: se oggi Cosimo Cannito è il sindaco di Barletta, la responsabilità è anche nostra.Lo riconosciamo, poiché se si è in grado di ammettere con umiltà gli errori commessi, si hanno maggiori possibilità di qualificare le azioni future. Sin dall'inizio abbiamo speso tutte le nostre energie mettendo in campo le forze migliori per sostenere un progetto politico che, ora, non può più nemmeno essere definito tale. Quell'obiettivo di amministrare una città puntando sul coinvolgimento è naufragato. Anzi, a dirla tutta, per il sindaco Cannito non è mai esistito.
E così, adesso, possiamo affermare con certezza che non solo la nostra fiducia è stata tradita, ma - cosa ancor più grave - anche quella che i cittadini hanno riposto in noi. Perché, stare in quei banchi del consiglio comunale vuol dire rappresentare con onore la città e non prenderla miseramente in giro come invece qualcuno sta facendo. Non basta dire che le porte del Comune sono sempre aperte per garantire quella trasparenza che dovrebbe essere alla base di ogni amministrazione sana.
Non basta elencare una lista di azioni compiute (che rientrano comunque nella gestione ordinaria) per ribadire la correttezza del proprio operato. Noi riteniamo che amministrare una città significhi innanzitutto rispettarla. Partendo dalle persone. Essere parte di una maggioranza vuol dire essere coinvolti, condividere decisioni, valutarne le conseguenze e impegnarsi insieme giorno dopo giorno. Invece, il sindaco ha deciso di escluderci, ritenendo di poter guidare Barletta autonomamente.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: decoro della città fortemente compromesso e cantieri fermi, solo per citare qualche esempio. Anche sul fronte dell'urbanistica, un settore particolarmente delicato nella nostra città, la cui delega assessorile continua a essere trattenuta dal sindaco, Barletta è in preda allo sbando. Manca una visione programmatica. Ecco perché abbiamo deciso di dire basta. Ecco perché intendiamo onorare il mandato conferitoci dagli elettori prendendo nettamente le distanze da una situazione che non ci rappresenta.
È vero: avevamo garantito un appoggio esterno all'amministrazione, sottoscrivendo qualche settimana fa un documento formale e ne siamo sempre stati convinti, sino all'ultima e – consentiteci – assolutamente indecente seduta di consiglio comunale. Un'offesa alla città. Quei rancori esternati e quell'arroganza da parte del sindaco e di coloro che dicono di sostenerlo hanno rappresentato per noi un punto di non ritorno. Per questo, riteniamo che non ci siano più nemmeno i presupposti per un eventuale supporto esterno, bensì la necessità di portare avanti un'opposizione decisa e coerente. Che nulla ha in comune con le offese, le farneticazioni e le bassezze alle quali i barlettani hanno dovuto assistere durante la scorsa riunione dell'assise cittadina.
Il nostro ruolo sarà dunque quello di opposizione libera, che ha dimostrato di non aver bisogno di poltrone, di non essere "sensibile" alle visibilità politiche. Diciamocelo: Cannito non è un bravo sindaco. Ma quando cercherà di dividerci, noi ci uniremo ancor di più. Quando urlerà, noi parleremo con pacatezza ai nostri concittadini. Quando dirà bugie, noi ristabiliremo la verità e cercheremo di sottoporgli tematiche concrete. Il sindaco ha usato il termine "questuanti", ma forse non si è ancora reso conto che a difendere strenuamente un ruolo a Palazzo di Città è proprio lui, abusando della sua posizione.
Annunciando persino una mozione di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio comunale, Sabino Dicataldo, e ignorando evidentemente anche le norme che disciplinano i regolamenti a tal proposito. E poi, quelle accuse di ricatto riferite proprio a noi che invece abbiamo dovuto subire continuamente toni minacciosi e comportamenti dispotici. Non siamo più disposti a subire umiliazioni e ascoltare menzogne. E che non si dica che le nostre sono ambizioni personali finalizzate a sostituire il sindaco con un nostro fantomatico nuovo candidato: non è assolutamente così. L'ipotesi delle elezioni anticipate è solo l'alibi che il sindaco utilizza abitualmente quando si trova in difficoltà, attribuendo le sue mancanze agli altri e tentando di mettere insieme i cocci di una coalizione ormai in frantumi.
Né, tantomeno, passi il messaggio che ci siano degli schemi politici predefiniti per "mandare a casa il sindaco" come qualche consigliere dell'attuale maggioranza ha affermato. Si tratta del futuro e del presente della nostra città, e non si deve scherzare. Allora, la nostra vuole essere un'operazione innanzitutto di verità, ma soprattutto di ricostruzione, civile e condivisa. Bisogna recuperare il rapporto proficuo con i dirigenti comunali, ai quali non chiederemo con chi sono andati a cena o quale convegno abbiano moderato. A loro, in maniera sinergica, bisogna fornire i giusti indirizzi politici e confidare nelle capacità e professionalità di ciascuno. Il progetto politico del sindaco Cannito è ormai fallito, ma noi non permetteremo in alcun modo che questo rappresenti un fallimento anche per la nostra città».