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Domenica delle Palme, le parole del perdono

Il vangelo della Passione letto da don Vito Carpentiere

Dal Vangelo secondo Luca: «Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

La liturgia della Parola della domenica delle palme è articolata e composita, racchiudendo testi che con colori contrastanti manifestano il cuore di Cristo e i nostri altalenanti atteggiamenti dinanzi al suo mistero. Si apre infatti con l'"Osanna" della folla esultante e il "crocifiggilo" della stessa folla esaltata. Un susseguirsi di eventi e di persone che ci hanno preceduto nel condannare a morte ingiustamente il giusto Gesù. Della lunga lettura della Passione secondo san Luca mi piace mettere in risalto la mitezza del Gesù che egli raffigura, un Gesù che non si ribella e non usa le parole forti, ma che rimettendosi completamente nelle mani del Padre usa largamente il perdono.

Nella tradizionale contemplazione della Passione si rammentano specialmente le ultime sette "parole" di Gesù dalla croce. Mentre due autori classici latini, Seneca e Cicerone, ci testimoniano che i condannati al patibolo della croce inveivano con bestemmie contro il cielo e la terra, contro il giorno della loro nascita e le loro madri, contro chi li aveva condannati e i semplici passanti, al punto che era necessario recidere loro la lingua per non udirli, nel racconto della Passione secondo Luca la prima parola pronunciata da Gesù dalla croce è una parola di perdono per tutti i peccatori: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!". Non un inveire contro chi lo aveva condannato ma una parola di perdono per tutti coloro che non sanno quello che fanno. E tra questi ci sono anch'io! "Non è la sapienza che salva; è l'ignoranza!" (F. Sheen). E la seconda parola è per il ladrone: "Oggi con me sarai nel paradiso!" Gesù non aveva risposto a nessuno, né al sinedrio, né al sommo sacerdote, né a Erode, né a Pilato. Ha risposto invece a un ladro, che tale è stato fino alla fine perché chiedendo e bussando una sola volta, ha letteralmente "rubato" il Paradiso.

Mi permetto di suggerire per i prossimi giorni la lettura dei racconti della passione nei quattro vangeli per poter rispondere al desiderio ardente che Gesù ha di "vivere" questa Pasqua con noi! Buona domenica delle Palme!

[don Vito]
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