Cosa serve adesso all’amministrazione di Barletta per arrivare al 2023
Il sindaco Cannito dovrà trovare una nuova maggioranza e forse anche un presidente del Consiglio
domenica 1 agosto 2021
«La città merita di conoscere la verità». Il gruppo consiliare Cantiere Barletta annuncia così la conferenza stampa in cui, domani pomeriggio, spiegherà «le ragioni che hanno determinato la presa di distanza dall'amministrazione Cannito e, quindi, dalla maggioranza».
«I cittadini – aggiungono – hanno il diritto di sapere come stanno davvero le cose. Ecco perché noi forniremo le risposte che l'amministrazione continua a ignorare». Possibile che facciano riferimento alle mancate riunioni di maggioranza richieste al sindaco nei mesi passati, come già detto venerdì in aula dal consigliere Ruggiero Dicorato.
Nell'attesa di saperlo, una cosa è certa: sei consiglieri comunali non sosterranno più Cannito. Passeranno ad occupare i banchi dell'opposizione Giuseppe Rizzi, Ruggiero Dicorato, Luigi Dimonte, Massimo Spinazzola, Adelaide Spinazzola e Vincenzo Laforgia.
Tuttavia, a meno che Dicataldo non si dimetta dal ruolo di presidente, non basteranno motivazioni politiche a revocarlo. La mozione di sfiducia nei suoi confronti, annunciata dal sindaco, dovrà basarsi solo su motivazioni istituzionali come
Meglio non riporre troppa fiducia, invece, nel sostegno di Giuseppe Dipaola, firmatario del documento con cui, insieme ai colleghi di Cantiere Barletta (il gruppo a cui non ha preso parte), annunciava appoggio esterno all'amministrazione. Lo ha ribadito venerdì, astenendosi dal voto. Lui era il consigliere sul quale c'era più incertezza: conteso da Cantiere Barletta, ma recuperato da Cannito.
Un'incertezza forse maggiore di quella che ha condotto il collega di opposizione Ruggiero Mennea a votare a favore. D'altronde, già il giorno prima era emerso che Mennea non avrebbe condiviso l'indirizzo del suo gruppo consiliare (Pd). Forse, in caso di difficoltà, il consigliere dem potrà tendere ancora la mano a Cannito. Ma non è su di lui che può contare una nuova maggioranza. Servono 17 consiglieri per ripristinare quella assoluta ed evitare di arrivare al 2023 rinviando i provvedimenti in seconda convocazione (12 i voti sufficienti in quella sede).
«I cittadini – aggiungono – hanno il diritto di sapere come stanno davvero le cose. Ecco perché noi forniremo le risposte che l'amministrazione continua a ignorare». Possibile che facciano riferimento alle mancate riunioni di maggioranza richieste al sindaco nei mesi passati, come già detto venerdì in aula dal consigliere Ruggiero Dicorato.
Nell'attesa di saperlo, una cosa è certa: sei consiglieri comunali non sosterranno più Cannito. Passeranno ad occupare i banchi dell'opposizione Giuseppe Rizzi, Ruggiero Dicorato, Luigi Dimonte, Massimo Spinazzola, Adelaide Spinazzola e Vincenzo Laforgia.
Il presidente del Consiglio
Questo significa che il sindaco dovrà occupare le prossime settimane a ricostruire una maggioranza. E, probabilmente, anche a cercare un nuovo candidato alla presidenza del Consiglio. Il voto contrario al rendiconto di Sabino Dicataldo, infatti, ha reso palese la sua posizione. «Lei non è più il mio sindaco», ha detto dal suo scranno in replica alle dichiarazioni di Cannito.Tuttavia, a meno che Dicataldo non si dimetta dal ruolo di presidente, non basteranno motivazioni politiche a revocarlo. La mozione di sfiducia nei suoi confronti, annunciata dal sindaco, dovrà basarsi solo su motivazioni istituzionali come
la ripetuta e ingiustificata omissione della convocazione del Consiglio o le ripetute violazioni dello statuto o dei regolamenti comunali" (Cons. Stato, sez. V, 18.1.2006, n. 114).
I numeri
A giudicare dall'esito della votazione sul rendiconto, sono 14 i consiglieri su cui il sindaco Cannito può contare. Tra loro ci sono Pier Paolo Grimaldi e Salvatore Lionetti. Il loro voto favorevole al rendiconto, tra l'altro, potrebbe essere premiato con una nuova rappresentanza in giunta, assente dai tempi degli ex assessori Lasala e Lanotte. Ma c'è anche Flavio Basile, il vice presidente vicario del consiglio ed ex candidato sindaco della Lega passato dall'opposizione al gruppo misto.Meglio non riporre troppa fiducia, invece, nel sostegno di Giuseppe Dipaola, firmatario del documento con cui, insieme ai colleghi di Cantiere Barletta (il gruppo a cui non ha preso parte), annunciava appoggio esterno all'amministrazione. Lo ha ribadito venerdì, astenendosi dal voto. Lui era il consigliere sul quale c'era più incertezza: conteso da Cantiere Barletta, ma recuperato da Cannito.
Un'incertezza forse maggiore di quella che ha condotto il collega di opposizione Ruggiero Mennea a votare a favore. D'altronde, già il giorno prima era emerso che Mennea non avrebbe condiviso l'indirizzo del suo gruppo consiliare (Pd). Forse, in caso di difficoltà, il consigliere dem potrà tendere ancora la mano a Cannito. Ma non è su di lui che può contare una nuova maggioranza. Servono 17 consiglieri per ripristinare quella assoluta ed evitare di arrivare al 2023 rinviando i provvedimenti in seconda convocazione (12 i voti sufficienti in quella sede).
La terza via
E allora il primo cittadino dovrà dar nuovamente prova delle sue capacità di mediazione per intercettare il sostegno di almeno tre consiglieri. Ecco che i tre portavoce del Movimento 5 stelle potrebbero fare la differenza nei prossimi equilibri amministrativi.Lo hanno detto e ripetuto in Consiglio. Per evitare che la loro astensione fosse fraintesa hanno anche chiarito che non accetteranno né chiederanno assessorati. Insomma, non è loro compito ricomporre la maggioranza. Ma potrebbe esistere una terza via, quella citata dal pentastellato Antonio Coriolano nel suo intervento. È la scelta di «non stare né con gli uni né con gli altri – ha detto in aula – ma cercare di valutare una posizione terza, libera, imparziale e lontana da padroni e padrini».Stiamo all'opposizione e resteremo all'opposizione