Vittorio Sgarbi presenta sul palco del teatro di Barletta il suo ultimo libro
Prosegue il viaggio del famoso storico dell’arte lungo la penisola, alla ricerca di tesori d’arte sconosciuti
venerdì 20 ottobre 2023
11.01
"Scoperte e Rivelazioni - Caccia al tesoro dell'arte". Questo il titolo dell'ultima fatica letteraria di Vittorio Sgarbi, edita da "La nave di Teseo". Un libro che rappresenta l'ultima tappa in ordine di tempo di un viaggio che il noto storico e critico dell'arte (nonché sottosegretario alla Cultura) percorre da dieci anni esatti, cioè da quando nel 2013 tenne a battesimo una raccolta di libri intitolata "Il tesoro d'Italia", con la prima opera dal titolo "La lunga avventura dell'arte". Un vero e proprio viaggio spaziotemporale tra opere note e meno note, a partire dal tardo Medio Evo fino ai giorni nostri, di cui è piena l'Italia.
Un'Odissea della bellezza narrata a puntate e recensita da figure autorevoli come ad esempio Michele Ainis, Furio Colombo, Luca Doninelli e Gian Antonio Stella. Opere che Sgarbi, durante la serata evento organizzata dall'associazione barlettana Eclettica Cultura dell'Arte al Teatro Curci, mette in contrapposizione – non senza la sua proverbiale vis polemica – con quella che tanti definiscono come "arte moderna", citando a tal proposito il famoso film "Vacanze Intelligenti" di Alberto Sordi, nel quale il protagonista e la sua famiglia si trovano catapultati in un museo fatto di oggetti vecchi e abbandonati che la narrazione del tempo vedeva come arte moderna. Arte moderna che invece Sgarbi vede in autentici e poco conosciuti capolavori di maestri della pittura come Caravaggio e Guercino, o di scultori pugliesi come Nicolò dell'Arca e Stefano da Putignano.
Non poteva naturalmente mancare nella serata un riferimento alla vita e alle opere di Giuseppe De Nittis, definito da Sgarbi pittore barlettano ma "internazionale", oppure "parigino", oltre che naturalmente uno dei maestri dell'impressionismo, nel solco dei grandi maestri francesi Monet e Manet.
De Nittis, Caravaggio, Nicolò dell'Arca, Monet, Manet, ma anche Giotto, Mattia Preti, Lorenzo Lotto, e tanti altri fenomenali artisti le cui opere "sopravvivono e sopravviveranno" a noi che viviamo questi tempi. Opere sempre attuali, o meglio "contemporanee". Di qui la polemica prettamente sgarbiana sul concetto di arte contemporanea che il Vittorio nazionale concepisce come un qualcosa sempre di attuale e di bello, al contrario di "sedie vuote", "occhiali murati" e tante altre cosiddette forme d'arte contemporanea.
La serata, introdotta dal regista Francesco Gorgoglione con una descrizione della struttura del teatro Curci, e presentata dalla storica dell'arte Giusy Caroppo, si è svolta in un teatro gremito e rapito dai concetti mai banali di un Vittorio Sgarbi, capace come sempre di rendere affascinanti temi, come quello della pittura e dell'arte in generale, che in genere fanno molta fatica ad attirare l'attenzione di un pubblico non specializzato.
Al termine dell'evento, a cui erano presenti tra gli altri il sindaco Mino Cannito, il consigliere regionale Giuseppe Tupputi e l'assessore alla cultura Oronzo Cilli, Vittorio Sgarbi si è intrattenuto con i numerosi presenti autografando le copie vendute del suo libro.
Un'Odissea della bellezza narrata a puntate e recensita da figure autorevoli come ad esempio Michele Ainis, Furio Colombo, Luca Doninelli e Gian Antonio Stella. Opere che Sgarbi, durante la serata evento organizzata dall'associazione barlettana Eclettica Cultura dell'Arte al Teatro Curci, mette in contrapposizione – non senza la sua proverbiale vis polemica – con quella che tanti definiscono come "arte moderna", citando a tal proposito il famoso film "Vacanze Intelligenti" di Alberto Sordi, nel quale il protagonista e la sua famiglia si trovano catapultati in un museo fatto di oggetti vecchi e abbandonati che la narrazione del tempo vedeva come arte moderna. Arte moderna che invece Sgarbi vede in autentici e poco conosciuti capolavori di maestri della pittura come Caravaggio e Guercino, o di scultori pugliesi come Nicolò dell'Arca e Stefano da Putignano.
Non poteva naturalmente mancare nella serata un riferimento alla vita e alle opere di Giuseppe De Nittis, definito da Sgarbi pittore barlettano ma "internazionale", oppure "parigino", oltre che naturalmente uno dei maestri dell'impressionismo, nel solco dei grandi maestri francesi Monet e Manet.
De Nittis, Caravaggio, Nicolò dell'Arca, Monet, Manet, ma anche Giotto, Mattia Preti, Lorenzo Lotto, e tanti altri fenomenali artisti le cui opere "sopravvivono e sopravviveranno" a noi che viviamo questi tempi. Opere sempre attuali, o meglio "contemporanee". Di qui la polemica prettamente sgarbiana sul concetto di arte contemporanea che il Vittorio nazionale concepisce come un qualcosa sempre di attuale e di bello, al contrario di "sedie vuote", "occhiali murati" e tante altre cosiddette forme d'arte contemporanea.
La serata, introdotta dal regista Francesco Gorgoglione con una descrizione della struttura del teatro Curci, e presentata dalla storica dell'arte Giusy Caroppo, si è svolta in un teatro gremito e rapito dai concetti mai banali di un Vittorio Sgarbi, capace come sempre di rendere affascinanti temi, come quello della pittura e dell'arte in generale, che in genere fanno molta fatica ad attirare l'attenzione di un pubblico non specializzato.
Al termine dell'evento, a cui erano presenti tra gli altri il sindaco Mino Cannito, il consigliere regionale Giuseppe Tupputi e l'assessore alla cultura Oronzo Cilli, Vittorio Sgarbi si è intrattenuto con i numerosi presenti autografando le copie vendute del suo libro.