Unimpresa Bat denuncia casi di abusivismo commerciale

«Concorrenza sleale e mancato rispetto delle regole. Così perdono tutti». «Questa è una carenza che non può essere tollerata»

giovedì 8 luglio 2010
«Ogni tanto qualcuno se ne ricorda ma il tema è sempre di strettissima attualità. L'abusivismo commerciale in tutta la Provincia di Barletta, Andria, Trani è un fenomeno tradizionalmente molto diffuso. Esso porta dietro di sé una serie di conseguenze negative che, alla fine, danneggiano tutti, anche gli stessi abusivi. Partendo dal punto di vista amministrativo è necessario affermare come siano assolutamente disattesi i piani del commercio e dell'igiene, in quei Comuni che se ne sono dotati. Infatti gli stessi piani prevedono che alcune attività, come quelle in forma ambulante itinerante, siano vietate in talune zone e strade urbane e laddove possono svolgersi devono rispettare una serie di prescrizioni, anch'esse violate, senza entrare nel merito di città che, a distanza di molti anni dal termine ultimo imposto dalla legge regionale, non si sono ancora dotate di alcun piano del commercio, come è accaduto nel comune di Barletta, tutt'ora sprovvisto. Questa è una carenza che non può essere tollerata in una città cocapoluogo di Provincia e qualcuno ne è responsabile.

In merito alle norme igienico - sanitarie è appena il caso di ricordare che coloro che effettuano la vendita di prodotti alimentari, caso di abusivismo più diffuso, devono rispettare precise norme che, ad esempio, prevedono: il divieto di porre in vendita taluni prodotti alimentari, come quelli della pesca; il divieto di vendere i prodotti alimentari al di fuori dell'automezzo di vendita; il divieto di poggiare merce o contenitori di prodotti alimentari al diretto contatto con il terreno o addirittura con l'asfalto, cosa che abitualmente avviene; il divieto di sostare nello stesso punto per un periodo di tempo superiore a quello previsto dalla legge, con l'obbligo di spostarsi di volta in volta; l'obbligo di utilizzo di strumenti per pesatura a norma di legge; l'obbligo di indossare copricapo e grembiule bianco o di colore chiaro e guanti igienici per il contatto con gli alimenti; l'obbligo di predisporre protezioni "antisputo" (barriere in plexiglass o altro a protezione dei prodotti esposti); l'obbligo di esposizione dei cartellini dei prezzi sulla merce esposta; l'obbligo di avere al seguito le autorizzazioni sanitarie degli automezzi utilizzati, che devono essere all'uopo omologati e non certo le autovetture per trasporto di persone che abitualmente vengono usate; l'obbligo di avere al seguito il libretto formativo (ex libretto Sanitario); l'obbligo di avere al seguito il piano di autocontrollo igienico (Piano HACCP) con le registrazioni delle temperature, compilato correttamente ed aggiornato; il divieto di utilizzo di bombole a gas (basta girare per alcune manifestazioni fieristiche per notare quante ne vengono utilizzate impropriamente). Queste, sommariamente, sono le minime norme in materia igienico-sanitaria che devono essere utilizzate. In quanti le rispettano?

Relativamente al problema strettamente commerciale, va sottolineata l'assoluta concorrenza sleale verso i commercianti che rispettano le regole. Sotto il profilo della sicurezza degli alimenti sono proprio i consumatori, che apparentemente pensano di risparmiare, a subirne le conseguenze. Non possiamo ignorare, inoltre, che coloro che effettuano abusivamente l'attività, occupando suolo pubblico senza autorizzazione, incorrono nella pesante accusa di "invasione di terreni", con conseguente denuncia alla Procura della Repubblica. Non c'è da sorridere perché questo accade ed è accaduto ad una trentina di commercianti ambulanti abusivi a Molfetta. Carenza di controlli da parte delle sempre più "scarne" Squadre degli Uffici Annona della Polizia Municipale; pochissimi se non assenti controlli da parte del servizio di igiene e sanità pubblica e una pratica diffusa dell'abusivismo, dovuto soprattutto all'assenza della programmazione commerciale dei comuni e ad un crescente stato di disoccupazione che nella nostra provincia sfiora il 30%, sono alla base del fenomeno.

Interventi decisi, quindi, per affrontare un fenomeno che porta dietro di sé conseguenze negative per tutti, anche per coloro che restano a guardare, che non si espongono e che continuano a pensare che le cose si risolvano parlandone mentre dovrebbero agire con le denunce. Solo quelle hanno valore, se si trova il magistrato giusto. Per tutto il resto è l'ora di ripensare seriamente all'intero territorio e alla drammatica situazione di crisi che sta vivendo con conseguenze che, se tutto va bene, sfociano nell'abusivismo commerciale, altrimenti...».

Savino Montaruli
Direttore Unimpresa Bat