Barletta Anmig e Ancr: «Egoismo di chi non concepisce la Provincia come unico ente»
La nota diffusa dal Presidente Anmig e Ancr, Ruggiero Graziano
martedì 17 maggio 2022
15.42
"Fatta l'Italia bisogna fare gli italiani", così recitava Il nostro Massimo D'Azeglio famoso romanziere su quello che fu definito l'epico scontro tra 13 cavalieri italiani e 13 francesi. Inizia così la nota diffusa dal Presidente Anmig e Ancr, Ruggiero Graziano.
«Allora come oggi, sembrano voler continuare e regnare le differenze ma non solo tra gli italiani, ma anche sugli abitanti della sesta Provincia Pugliese: Bat o Bt come la si vuol nominare. Pur di arrivare al famoso accordo si sono spezzettati uffici che nel resto d'Italia si concentrano in luoghi piuttosto circoscritti.
Oggi per chi ha bisogno di documenti, deve viaggiare attraverso un vasto territorio: dalla sede della Provincia, alla sede della Prefettura passando dal Tribunale. Gli abitanti della Bat sono costretti a girovagare in lungo e largo.
Tutto ciò è condizionato dal forte senso di campanilismo che alimentano i cittadini della Bat che fortemente vogliono conservare la propria identità ed autonomia a scapito di chi deve produrre documentazione.
Non si è potuto fare a meno di ascoltare le notizie riguardanti lo spostamento della sede dell'Archivio di Stato di Barletta che attraverso una encomiabile mediazione del suo Direttore il Dott. Michele Grimaldi e il Senatore Dario Damiani, siano riusciti attraverso un'unica operazione a salvare il Palazzo delle Poste famoso per il muro in cui ancor oggi sono presenti i segni delle nefandezze naziste e accentrare lo stesso come un unico contenitore culturale per l'intero territorio.
Ma ancor più: il Palazzo tornerebbe ad essere di proprietà pubblica non più privata, soprattutto fruibile a tutti i cittadini della Provincia valorizzando l'importanza del ruolo e del lavoro che svolge l'Archivio a livello Nazionale. Sarebbe un grandissimo risultato per l'intera provincia.
"NO! Il comitato tranese non ci sta "questo spostamento non s'ha da fare…"
Di sicuro un forte sentimento di egoismo ha trasudato dall'animo di chi ancora non concepisce la Provincia come unico ente. La Sesta Provincia pugliese non è un disperato mezzo di "scippare" qualcosa a qualcun altro ma un modo di accomunare Storia, identità e di semplificazione alla burocrazia.
Le Associazioni combattentistiche di Barletta Anmig (Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra) e Ancr (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci), invitano codesto comitato ad una riflessione più accurata.
Lo sforzo della neo provincia (si fa per dire), dev'essere quello di tagliare il cordone ombelicale dalla vicina ex-provincia barese senza dimenticare il grande lavoro svolto dai barlettani per la creazione della sesta provincia pugliese: il Comitato Barletta Provincia nato oltre cinquant'anni fa ha fatto "sedere al tavolo dei vincitori" quelle città che non solo negavano una propria autonomia da Bari pur di non affermarne vittoria del comitato barlettano ma hanno conseguentemente ottenuto un onorifico titolo di Provincia che mai avrebbero ottenuto se Barletta non si fosse mossa. Vi ricordo che a paralizzare il tratto ferroviario per reclamare l'autonomia della provincia non c'erano tranesi, ma esclusivamente barlettani.
A questo punto direi: "dai a Cesare ciò che è di Cesare"».
«Allora come oggi, sembrano voler continuare e regnare le differenze ma non solo tra gli italiani, ma anche sugli abitanti della sesta Provincia Pugliese: Bat o Bt come la si vuol nominare. Pur di arrivare al famoso accordo si sono spezzettati uffici che nel resto d'Italia si concentrano in luoghi piuttosto circoscritti.
Oggi per chi ha bisogno di documenti, deve viaggiare attraverso un vasto territorio: dalla sede della Provincia, alla sede della Prefettura passando dal Tribunale. Gli abitanti della Bat sono costretti a girovagare in lungo e largo.
Tutto ciò è condizionato dal forte senso di campanilismo che alimentano i cittadini della Bat che fortemente vogliono conservare la propria identità ed autonomia a scapito di chi deve produrre documentazione.
Non si è potuto fare a meno di ascoltare le notizie riguardanti lo spostamento della sede dell'Archivio di Stato di Barletta che attraverso una encomiabile mediazione del suo Direttore il Dott. Michele Grimaldi e il Senatore Dario Damiani, siano riusciti attraverso un'unica operazione a salvare il Palazzo delle Poste famoso per il muro in cui ancor oggi sono presenti i segni delle nefandezze naziste e accentrare lo stesso come un unico contenitore culturale per l'intero territorio.
Ma ancor più: il Palazzo tornerebbe ad essere di proprietà pubblica non più privata, soprattutto fruibile a tutti i cittadini della Provincia valorizzando l'importanza del ruolo e del lavoro che svolge l'Archivio a livello Nazionale. Sarebbe un grandissimo risultato per l'intera provincia.
"NO! Il comitato tranese non ci sta "questo spostamento non s'ha da fare…"
Di sicuro un forte sentimento di egoismo ha trasudato dall'animo di chi ancora non concepisce la Provincia come unico ente. La Sesta Provincia pugliese non è un disperato mezzo di "scippare" qualcosa a qualcun altro ma un modo di accomunare Storia, identità e di semplificazione alla burocrazia.
Le Associazioni combattentistiche di Barletta Anmig (Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra) e Ancr (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci), invitano codesto comitato ad una riflessione più accurata.
Lo sforzo della neo provincia (si fa per dire), dev'essere quello di tagliare il cordone ombelicale dalla vicina ex-provincia barese senza dimenticare il grande lavoro svolto dai barlettani per la creazione della sesta provincia pugliese: il Comitato Barletta Provincia nato oltre cinquant'anni fa ha fatto "sedere al tavolo dei vincitori" quelle città che non solo negavano una propria autonomia da Bari pur di non affermarne vittoria del comitato barlettano ma hanno conseguentemente ottenuto un onorifico titolo di Provincia che mai avrebbero ottenuto se Barletta non si fosse mossa. Vi ricordo che a paralizzare il tratto ferroviario per reclamare l'autonomia della provincia non c'erano tranesi, ma esclusivamente barlettani.
A questo punto direi: "dai a Cesare ciò che è di Cesare"».