Una barlettana...a cinque cerchi: Pia Lionetti si racconta al ritorno da Londra 2012
Esclusiva intervista all'arciera nata all'ombra di Eraclio
lunedì 27 agosto 2012
Parenti, stretti e più lontani, amici, condomini di vecchia data, semplici estimatori e in comune la voglia di festeggiare insieme e omaggiare un autentico fenomeno del panorama del tiro con l'arco italiano: nella serata di giovedì 23 agosto il numero civico 18 di via Manzoni a Barletta si è trasformato per qualche ora nella riproduzione in miniatura del Lord's Cricket Ground, tempio dell'arco a Londra 2012, per omaggiare al meglio il ritorno nella "sua" Barletta dell'arciera Pia Lionetti, fresca del quinto posto olimpico, autentico motivo d'orgoglio per la città di Barletta, fiera della sua seconda partecipante ai Giochi Olimpici nella storia dopo un "certo" Pietro Mennea. Tappi di spumante che saltavano, un ricco buffet, sorrisi smaglianti e sincera gioia per Pia, di ritorno a Barletta dove mancava dallo scorso aprile. Il modo migliore per onorare la sua cavalcata non premiata dal podio, ma comunque esaltante nella spedizione britannica.Fiera del quinto posto ottenuto al Lord's Cricket Ground, Pia si è concessa ai nostri microfoni in una esclusiva intervista per ripercorrere insieme la cavalcata in terra britannica:
Pia Lionetti, festa grande per il tuo ritorno a Barletta. Che emozioni provi?
"Sicuramente è stata una giornata splendida per me, sono davvero felice, vivo una favola. Oggi (giovedì, ndr) festeggio con amici, famigliari, parenti più stretti e condomini, e di questo sono fiera".
A Londra una cavalcata purtroppo interrotta nei Quarti di fronte alla messicana Roman. Ripensi spesso all'eliminazione?
"Praticamente tutti i giorni, in particolare all'ultima voleè. Forse quel giorno ho pagato l'attesa di cinque ore tra ottavi e quarti di finale. Purtroppo mi sono distratta proprio nel momento in cui avrei dovuto tenere alta la concentrazione. Ho sofferto quello scotto. Sul campo ero da sola con gli allenatori e non avevo tanto modo di distrarmi".
Nella prova individuale è andata bene, meno nella prova a squadre. Cosa non ha funzionato con le tue compagne?
"Personalmente non ho partecipato alla sessione pre-olimpica, e non ho quindi avuto modo di testare il campo prima. Quando abbiamo fatto la prima prova di 15 minuti sul campo, era una giornata strana per Londra, priva di vento e con 35 gradi. In gara io e Jessica (Tomasi, ndr) siamo state maggiormente penalizzate, mentre Natalia (Valeeva, ndr) da nostra caposquadra ha retto bene la prova: abbiamo anche rimontato nella prova decisiva, ma con un "10" subito nell'ultimo tiro siamo state eliminate".
Eri alla tua seconda Olimpiade: cosa è cambiato per te e per la squadra tra Pechino 2008 e Londra 2012?
"L'avvicinamento alla gara è stato molto più semplice: questa volta abbiamo iniziato cinque giorni prima, ben preparati, con la palestra a disposizione. La prima Olimpiade è stata come andare in un parco divertimenti, mentre la seconda è stata quella della maturità, diciamo così. L'altra volta ero davvero entusiasta, stavolta ero più matura".
E della città di Londra cosa ti ha colpito in particolare?
"Londra è una città meravigliosa, non ci ero mai stata prima. Mi è piaciuto tantissimo il Big Ben nella sua maestosità: mi ha colpito quando l'ho visto la prima volta all'uscita della metropolitana a Westminster. Ero stata già in Inghilterra, ma non a Londra: felicissima di esserci stata".
Durante l'Olimpiade non avete potuto usare i social networks: sul tuo profilo Facebook tantissimi barlettani ti hanno osannata. Ti aspettavi questo bagno di folla?
"Decisamente no, ho trovato frasi bellissime, che mi hanno commosso. Nella scorsa Olimpiade qualcuno della stampa non mi aveva trattato benissimo, dipingendo la spedizione di Pechino come un fallimento, e sono felice di aver riscattato la prova di Pechino e magari di aver alimentato la passione verso il tiro con l'arco in Puglia e in Italia".
I tuoi programmi per il futuro?
"Sono proiettata già sulle Olimpiadi di Rio 2016, ora so che posso arrivare all'oro. Ora guardo ai campionati italiani di fine settembre, poi mi riposerò e ricomincerò con il solito iter di gare".
In chiusura, a chi vanno i ringraziamenti per il traguardo sfiorato a Londra 2012?
"Ai miei genitori, a mio fratello che mi ha fatto da allenatore con tanta pazienza e tantissimi sacrifici in me, al mio fidanzato (prossimo marito, fiori d'arancio il 13 ottobre, ndr), che oltre a essere un grandissimo campione ha risvegliato in me l'animo e lo spirito del campione, alla mia famiglia, ai miei genitori, ai miei suoceri, a mio zio Angelo, a mio nipote che mi chiede sempre come è andata dopo ogni gara, alla federazione e soprattutto all'Aeronautica Militare, che mi permette di fare la professionista. Per me l'Aeronautica è davvero una famiglia. Ripeto, vivo una favola e il merito è di tutte queste componenti".
Grazie Pia, speriamo che dal sogno tu ti possa svegliare il più tardi possibile....
(Twitter: @GuerraLuca88)
Pia Lionetti, festa grande per il tuo ritorno a Barletta. Che emozioni provi?
"Sicuramente è stata una giornata splendida per me, sono davvero felice, vivo una favola. Oggi (giovedì, ndr) festeggio con amici, famigliari, parenti più stretti e condomini, e di questo sono fiera".
A Londra una cavalcata purtroppo interrotta nei Quarti di fronte alla messicana Roman. Ripensi spesso all'eliminazione?
"Praticamente tutti i giorni, in particolare all'ultima voleè. Forse quel giorno ho pagato l'attesa di cinque ore tra ottavi e quarti di finale. Purtroppo mi sono distratta proprio nel momento in cui avrei dovuto tenere alta la concentrazione. Ho sofferto quello scotto. Sul campo ero da sola con gli allenatori e non avevo tanto modo di distrarmi".
Nella prova individuale è andata bene, meno nella prova a squadre. Cosa non ha funzionato con le tue compagne?
"Personalmente non ho partecipato alla sessione pre-olimpica, e non ho quindi avuto modo di testare il campo prima. Quando abbiamo fatto la prima prova di 15 minuti sul campo, era una giornata strana per Londra, priva di vento e con 35 gradi. In gara io e Jessica (Tomasi, ndr) siamo state maggiormente penalizzate, mentre Natalia (Valeeva, ndr) da nostra caposquadra ha retto bene la prova: abbiamo anche rimontato nella prova decisiva, ma con un "10" subito nell'ultimo tiro siamo state eliminate".
Eri alla tua seconda Olimpiade: cosa è cambiato per te e per la squadra tra Pechino 2008 e Londra 2012?
"L'avvicinamento alla gara è stato molto più semplice: questa volta abbiamo iniziato cinque giorni prima, ben preparati, con la palestra a disposizione. La prima Olimpiade è stata come andare in un parco divertimenti, mentre la seconda è stata quella della maturità, diciamo così. L'altra volta ero davvero entusiasta, stavolta ero più matura".
E della città di Londra cosa ti ha colpito in particolare?
"Londra è una città meravigliosa, non ci ero mai stata prima. Mi è piaciuto tantissimo il Big Ben nella sua maestosità: mi ha colpito quando l'ho visto la prima volta all'uscita della metropolitana a Westminster. Ero stata già in Inghilterra, ma non a Londra: felicissima di esserci stata".
Durante l'Olimpiade non avete potuto usare i social networks: sul tuo profilo Facebook tantissimi barlettani ti hanno osannata. Ti aspettavi questo bagno di folla?
"Decisamente no, ho trovato frasi bellissime, che mi hanno commosso. Nella scorsa Olimpiade qualcuno della stampa non mi aveva trattato benissimo, dipingendo la spedizione di Pechino come un fallimento, e sono felice di aver riscattato la prova di Pechino e magari di aver alimentato la passione verso il tiro con l'arco in Puglia e in Italia".
I tuoi programmi per il futuro?
"Sono proiettata già sulle Olimpiadi di Rio 2016, ora so che posso arrivare all'oro. Ora guardo ai campionati italiani di fine settembre, poi mi riposerò e ricomincerò con il solito iter di gare".
In chiusura, a chi vanno i ringraziamenti per il traguardo sfiorato a Londra 2012?
"Ai miei genitori, a mio fratello che mi ha fatto da allenatore con tanta pazienza e tantissimi sacrifici in me, al mio fidanzato (prossimo marito, fiori d'arancio il 13 ottobre, ndr), che oltre a essere un grandissimo campione ha risvegliato in me l'animo e lo spirito del campione, alla mia famiglia, ai miei genitori, ai miei suoceri, a mio zio Angelo, a mio nipote che mi chiede sempre come è andata dopo ogni gara, alla federazione e soprattutto all'Aeronautica Militare, che mi permette di fare la professionista. Per me l'Aeronautica è davvero una famiglia. Ripeto, vivo una favola e il merito è di tutte queste componenti".
Grazie Pia, speriamo che dal sogno tu ti possa svegliare il più tardi possibile....
(Twitter: @GuerraLuca88)