Riccardo Allegretti saluta tutti e appende le scarpe al chiodo
L’ex regista del Barletta lascia il calcio giocato, farà l’allenatore
venerdì 2 ottobre 2015
5.58
Lecco, Empoli, Reggiana, Modena, Chievo Verona, Venezia, Avellino, Triestina, Bari, Grosseto, Barletta, Monza e Benevento. Tredici tappe, oltre 450 presenze tra i professionisti e tanti applausi. Riccardo Allegretti ha lasciato la sua firma, da capitano, anche nella Città della Disfida. In biancorosso si è esaltato, ha gioito, ha anche sofferto. Ha stretto legame con una piazza che difficilmente potrà dimenticarlo, che difficilmente riuscirà a togliersi dagli occhi i suoi calci di punizione, i suoi lanci illuminati, i suoi calci d'angolo pennellati. Nel mondo del pallone fin troppo patinato, Riccardo Allegretti ha lasciato una firma silenziosa. Con lo stesso stile, pacato ed educato, il centrocampista ha annunciato la decisione di voler appendere questa volta definitivamente le scarpe al chiodo. A 37 anni, il regista nato a Milano ha comunicato la propria decisione attraverso un profilo facebook, con poche ma sentite parole: «Oggi è il giorno in cui ho deciso di smettere di giocare a calcio! Dopo 478 partite nei professionisti e una cinquantina di gol, smetto e inizio una nuova avventura. Da quando avevo 6 anni ad oggi ho sempre voluto fare questo nella vita, cercando di divertirmi e aspirando al massimo. E anche se non sarò ricordato come un campione, sono riuscito a raggiungere traguardi in carriera che all'inizio solamente sognavo. Ho giocato con e contro campioni, ho conosciuto tante persone, e ho avuto il piacere di sentire il calore della gente per quel che facevo. Ovvio, non è sempre stato facile, ho subito contestazioni, ho vissuto fallimenti societari con retrocessioni e ho conosciuto tanti dirigenti e allenatori con i quali ho litigato anche per colpa del mio carattere, ma fa parte del gioco ed ora che mi guardo indietro cambierei alcuni miei comportamenti che mi hanno penalizzato e hanno danneggiato la mia carriera, ma vado fiero del fatto di essere sempre stato pulito e leale, cosa purtroppo rara nel calcio di oggi».
Quello di Allegretti, che a Barletta in un anno effettivo di permanenza ha collezionato 22 presenze e 3 gol riuscendo ugualmente a far breccia nel cuore dei tifosi, è però soltanto un parziale allontanamento dai campi di gioco. "Buba", così come lo hanno scherzosamente soprannominato i suoi compagni di spogliatoio, ripartirà dalla terza categoria, da un incarico dirigenziale nel Cologno. Anche lì ci metterà la faccia, come ha fatto a Barletta, dove nonostante tutto ha sposato volentieri la causa per salvare il sodalizio biancorosso da un fallimento che poi è arrivato lo stesso. Pochi passi nelle categorie più basse, poi il regista intraprenderà la carriera da allenatore: « Farò l'allenatore, ho già iniziato a farlo e mi piace molto grazie al supporto di persone speciali che con me lavorano per creare una realtà solida nel calcio basandoci su sani principi e condividendo l'amore per questo sport. Non sarà facile rivivere quelle emozioni – ammette Allegretti - probabilmente soffrirò non giocando più, ma semmai in futuro avrò tristezza e nostalgia o altro, li raggrupperò, ne farò un muro, li piazzerò dentro al campo al limite dell'area, conterò 9 passi, sistemerò il pallone e calcerò in porta per superarli cercando di fare gol...ed io difficilmente sbaglio dal limite.. ». E chi lo ha visto giocare sa che queste non sono parole al vento.
Quello di Allegretti, che a Barletta in un anno effettivo di permanenza ha collezionato 22 presenze e 3 gol riuscendo ugualmente a far breccia nel cuore dei tifosi, è però soltanto un parziale allontanamento dai campi di gioco. "Buba", così come lo hanno scherzosamente soprannominato i suoi compagni di spogliatoio, ripartirà dalla terza categoria, da un incarico dirigenziale nel Cologno. Anche lì ci metterà la faccia, come ha fatto a Barletta, dove nonostante tutto ha sposato volentieri la causa per salvare il sodalizio biancorosso da un fallimento che poi è arrivato lo stesso. Pochi passi nelle categorie più basse, poi il regista intraprenderà la carriera da allenatore: « Farò l'allenatore, ho già iniziato a farlo e mi piace molto grazie al supporto di persone speciali che con me lavorano per creare una realtà solida nel calcio basandoci su sani principi e condividendo l'amore per questo sport. Non sarà facile rivivere quelle emozioni – ammette Allegretti - probabilmente soffrirò non giocando più, ma semmai in futuro avrò tristezza e nostalgia o altro, li raggrupperò, ne farò un muro, li piazzerò dentro al campo al limite dell'area, conterò 9 passi, sistemerò il pallone e calcerò in porta per superarli cercando di fare gol...ed io difficilmente sbaglio dal limite.. ». E chi lo ha visto giocare sa che queste non sono parole al vento.