Michele Daquino (Archery Team): «Orgoglioso per Stella d’Oro al merito sportivo»

Il dirigente barlettano è una delle pietre miliari del tiro con l’arco

lunedì 17 febbraio 2014 11.17
A cura di Enrico Gorgoglione
Lo sport, si sa, è fatto di sudore e sacrifici, ma anche di una macchina che deve camminare parallelamente alla vita di un atleta, girando alla perfezione perché tutto sia adeguato. Questa regola vale per tutte le discipline sportive: i primi sacrifici arrivano proprio da famiglie e affetti, ma sono anche i dirigenti a sacrificarsi per l'amore dello sport e per ottenere risultati. Michele Daquino, presidente dell'Archery Team Barletta, è un "pasionario", un uomo di sport che ha dedicato tanto tempo al tiro con l'arco. I suoi sacrifici di recente sono stati riconosciuti e premiati anche dal Coni, che ha insignito il barlettano con la Stella d'Oro al merito sportivo. In esclusiva per Barlettalife, Daquino commenta il prestigioso risultato e il futuro del tiro con l'arco a Barletta:

Michele D'Aquino, quali sono i suoi sentimenti all'indomani della consegna della Stella d'Oro?
«Ho servito lo sport per tutti questi anni. Credo che questo sia il riconoscimento più ovvio alla carriera di un dirigente. Mi è arrivata una lettera dal Coni nazionale a firma del presidente Giovanni Malagò, che mi preannunciava la consegna della Stella d'oro al merito sportivo, e poi si è fatta questa manifestazione per la consegna materiale della stessa Stella lì a Canosa per la festa provinciale dello sport. Ero e sono orgoglioso per questo riconoscimento, ma soprattutto per chi mi accompagnava. Sul palco ho dedicato questo riconoscimento a mia moglie, che è stata l'involontaria vittima dei miei tanti anni di sacrificio. Io mi sono dedicato allo sport, lei è stata a casa ad attendermi. L'unica punta di rammarico riguarda i ragazzi: solo un'atleta, Paola Spera, è l'unica di quelli che sto seguendo che sta avendo risultati discreti. Gli altri sono arrivati a livelli alti e hanno preso altre vie. Mi dispiace un po' per questo».

Qual è il livello del tiro con l'arco a Barletta?
«Certamente non devo scoprire io il livello del tiro con l'arco a Barletta, è sotto gli occhi di tutti. Siamo a livelli ultranazionali, ci facciamo rispettare. Nel recente passato, quando avevo una società, ci vantavamo di essere la società più ricca di giovani e di talenti a livello nazionale. Ora hanno preso altre vie».

Quali sono i programmi per il futuro?
«Campare alla giornata, seguire i ragazzi che vengono da noi. Ci sono altre giovani promesse, ci sono anche adulti che si stanno avvicinando a questo sport e si dedicano con passione al tiro con l'arco. Purtroppo dobbiamo anche barattare gli spazi nelle palestre. Barletta è ricchissima di sport, di diverse discipline, e noi disciplinatamente ci adeguiamo a quelle che sono le direttive dell'ufficio sport di Barletta, che mi è stato molto vicino in quest'occasione. È poi prevista per il 7 e l'8 giugno una manifestazione a livello nazionale, il campionato italiano per disabili. Proprio in questi giorni ho contattato anche la locale sezione dell'Inail, perché a questo campionato parteciperanno disabili con patologie dovute ad incidenti sul lavoro. Sarà un altro banco di prova, non ho difficoltà a dire che sicuramente faremo bella figura. La manifestazione si terrà al Manzi-Chiapulin».

Ancora una volta, sport e disabilità vanno a braccetto: il suo progetto assume davvero tanta importanza visto che favorisce l'integrazione di persone meno fortunate.
«Sicuramente si, anche perché, a parte il progetto in se per se, collateralmente alla manifestazione si muove una macchina organizzativa che deve essere impeccabile. Si tratta di portatori di disabilità, e bisogna essere molto attenti alle loro esigenze. Mi piace in questa occasione menzionare l'attuale assessore allo sport Antonio Divincenzo, che mi sta aiutando per la buona riuscita della manifestazione».