La stagione del Barletta raccontata dai numeri
Inevitabile qualche rimpianto, ma il bilancio è ampiamente positivo
martedì 9 maggio 2023
Quarto posto finale in classifica (a meno cinque dalla vetta). 64 quattro punti fatti. 17 vittorie, 13 pareggi e sole 4 sconfitte. 42 reti realizzate e 29 quelle subite.
Questi i numeri del Barletta calcio edizione 2022/2023, l'anno del tanto sospirato ritorno nella quarta serie nazionale, oltre che nel suo stadio. Un ritorno decisamente positivo, fermo restando qualche inevitabile rimpianto, alla luce del fatto che i ragazzi di Farina sono stati per larghissimi tratti della stagione in lotta per un clamoroso doppio salto di categoria.
Ma anche i freddi numeri tutto sommato hanno un'anima, e con tale convinzione proviamo ad analizzare quella che è stata questa stagione di Serie D per il Barletta, a partire da settembre, cioè dalla sconfitta contro il Gladiator, quando si vivevano a tal punto gli ultimi strascichi della fantastica sbornia da "triplete" , che passò completamente sotto silenzio l'eliminazione in Coppa Italia di Portici ai calci di rigore, dopo una partita letteralmente dominata.
Inevitabile quindi la sveglia di Santa Maria Capua Vetere, arrivata al termine di una gara che fece capire all'ambiente tutto che sarebbe stato decisamente meglio scordarsi degli oltre cento gol della stagione precedente e che la Serie D è decisamente altra cosa rispetto all'Eccellenza. Cosa che fu subito chiara a tutti (o quasi) anche alla luce delle risicate vittorie interne contro Molfetta e Francavilla, e di quelle risicatissime di Cava dè Tirreni e di Bisceglie contro il Bitonto ove il Barletta aveva subito per larghi tratti l'avversario.
Cosa fosse davvero il girone H di Serie D, il Barletta lo capisce definitivamente quando il Martina cancella per sempre i dolci ricordi di Eccellenza sbancando il Puttilli grazie a un missile di Cristiano Ancora e a un cadeau della difesa barlettana raccolto in pieno recupero da Pinto, intervallati da un lunghissimo quanto sterile assedio alla porta martinese.
Al KO contro il Martina fanno seguito tre pareggi contro Gravina, Nocerina e Casarano che, con un pòpiù di cinismo (e magari con qualche evidente fallo da rigore punito), potevano tranquillamente essere tre vittorie. Perché è innanzitutto il gol il problema impellente di questa squadra, nonostante il bel gioco espresso, come implacabilmente testimoniato dalle sole sei reti nelle prime nove partite.
Dopo il ritorno alla vittoria, nel 2-0 contro l'Afragolese (primo successo biancorosso con più di un gol di scarto), ecco la partita della svolta, che non poteva che essere quella in casa de Brindisi, proprio come nel novembre 2007.
E proprio come quindici fa, il successo del "Fanuzzi" inizia a far pregustare al popolo biancorosso qualcosa di ben più consistente di un campionato volto a "mantenere la categoria". La società, anche alla luce di uno straordinario Puttilli da "sold out" costante, non si tira indietro, e nel mercato di riparazione arricchisce il reparto offensivo con Michele Scaringella e Matteo Di Piazza.
Il Barletta ora non può più nascondersi. Lo sanno anche gli avversari, che ora affrontano i biancorossi cercando di inaridire quanto più le fonti del gioco della squadra di Farina, spesso non disdegnando affatto metodi "di categoria", quando non proprio da cinema, come accaduto per esempio a Molfetta con Maccioni, espulso a causa di una squallida "piece" teatrale di un avversario.
Il Barletta ora sente la pressione, e di certo non aiuta il continuo stillicidio di notizie sui risultati parziali della Cavese capolista. Una roba degna talvolta del celeberrimo "Italia-Inghilterra 20-0, con rete di Zoff di testa su calcio d'angolo" di fantozziana memoria.
Si assiste così al perfetto alternarsi di occasioni mancate (quella stincata di Petta con la Cavese grida ancora vendetta), di imprese iconiche come quella in nove contro il Bitonto, di colpi di testa (non nel senso calcistico, purtroppo) come quello costato cinque giornate di squalifica a Di Piazza (sempre contro il Bitonto), di deludenti pareggi esterni contro avversari decisamente abbordabili, oltre agli immancabili strafalcioni arbitrali.
Il tutto con un minimo comune denominatore: un'enorme mole di gioco accompagnata da una concretezza quasi inversamente proporzionale.
Inevitabile, quasi fisiologico il calo di marzo, giunto purtroppo nel momento topico della stagione, e culminato nelle sette reti subite in due partite in casa: tre contro il Casarano, che raggiunge in extremis il Barletta, dopo che ai biancorossi era riuscita l'ennesima rimonta da sogno in inferiorità numerica; e poi il crollo contro un Brindisi in smaglianti condizioni di forma, che torna dopo 43 anni ad espugnare l'impianto di Via Vittorio Veneto.
Il resto è storia recente, con un Barletta che, dopo la sosta ha ripreso la sua tipica andatura stagionale fatta di brillanti vittorie (Altamura, Lavello e Fasano), imprese ai limiti dell'omerico (il "rimontone" contro il Nardò, tanto per cambiare, in inferiorità numerica), e pareggi così così (Puteolana e Matera).
Questo narrano i numeri del Barletta 2022/2023. I numeri di una squadra con un enorme potenziale, che forse solo ora, con la mente libera da pressioni, riesce a sprigionare appieno.
Rimpianti? Forse. Ma anche consapevolezza che su una base come questa si può puntare a costruire qualcosa di davvero importante. A cominciare dalla sfida playoff di Nardò.
Questi i numeri del Barletta calcio edizione 2022/2023, l'anno del tanto sospirato ritorno nella quarta serie nazionale, oltre che nel suo stadio. Un ritorno decisamente positivo, fermo restando qualche inevitabile rimpianto, alla luce del fatto che i ragazzi di Farina sono stati per larghissimi tratti della stagione in lotta per un clamoroso doppio salto di categoria.
Ma anche i freddi numeri tutto sommato hanno un'anima, e con tale convinzione proviamo ad analizzare quella che è stata questa stagione di Serie D per il Barletta, a partire da settembre, cioè dalla sconfitta contro il Gladiator, quando si vivevano a tal punto gli ultimi strascichi della fantastica sbornia da "triplete" , che passò completamente sotto silenzio l'eliminazione in Coppa Italia di Portici ai calci di rigore, dopo una partita letteralmente dominata.
Inevitabile quindi la sveglia di Santa Maria Capua Vetere, arrivata al termine di una gara che fece capire all'ambiente tutto che sarebbe stato decisamente meglio scordarsi degli oltre cento gol della stagione precedente e che la Serie D è decisamente altra cosa rispetto all'Eccellenza. Cosa che fu subito chiara a tutti (o quasi) anche alla luce delle risicate vittorie interne contro Molfetta e Francavilla, e di quelle risicatissime di Cava dè Tirreni e di Bisceglie contro il Bitonto ove il Barletta aveva subito per larghi tratti l'avversario.
Cosa fosse davvero il girone H di Serie D, il Barletta lo capisce definitivamente quando il Martina cancella per sempre i dolci ricordi di Eccellenza sbancando il Puttilli grazie a un missile di Cristiano Ancora e a un cadeau della difesa barlettana raccolto in pieno recupero da Pinto, intervallati da un lunghissimo quanto sterile assedio alla porta martinese.
Al KO contro il Martina fanno seguito tre pareggi contro Gravina, Nocerina e Casarano che, con un pòpiù di cinismo (e magari con qualche evidente fallo da rigore punito), potevano tranquillamente essere tre vittorie. Perché è innanzitutto il gol il problema impellente di questa squadra, nonostante il bel gioco espresso, come implacabilmente testimoniato dalle sole sei reti nelle prime nove partite.
Dopo il ritorno alla vittoria, nel 2-0 contro l'Afragolese (primo successo biancorosso con più di un gol di scarto), ecco la partita della svolta, che non poteva che essere quella in casa de Brindisi, proprio come nel novembre 2007.
E proprio come quindici fa, il successo del "Fanuzzi" inizia a far pregustare al popolo biancorosso qualcosa di ben più consistente di un campionato volto a "mantenere la categoria". La società, anche alla luce di uno straordinario Puttilli da "sold out" costante, non si tira indietro, e nel mercato di riparazione arricchisce il reparto offensivo con Michele Scaringella e Matteo Di Piazza.
Il Barletta ora non può più nascondersi. Lo sanno anche gli avversari, che ora affrontano i biancorossi cercando di inaridire quanto più le fonti del gioco della squadra di Farina, spesso non disdegnando affatto metodi "di categoria", quando non proprio da cinema, come accaduto per esempio a Molfetta con Maccioni, espulso a causa di una squallida "piece" teatrale di un avversario.
Il Barletta ora sente la pressione, e di certo non aiuta il continuo stillicidio di notizie sui risultati parziali della Cavese capolista. Una roba degna talvolta del celeberrimo "Italia-Inghilterra 20-0, con rete di Zoff di testa su calcio d'angolo" di fantozziana memoria.
Si assiste così al perfetto alternarsi di occasioni mancate (quella stincata di Petta con la Cavese grida ancora vendetta), di imprese iconiche come quella in nove contro il Bitonto, di colpi di testa (non nel senso calcistico, purtroppo) come quello costato cinque giornate di squalifica a Di Piazza (sempre contro il Bitonto), di deludenti pareggi esterni contro avversari decisamente abbordabili, oltre agli immancabili strafalcioni arbitrali.
Il tutto con un minimo comune denominatore: un'enorme mole di gioco accompagnata da una concretezza quasi inversamente proporzionale.
Inevitabile, quasi fisiologico il calo di marzo, giunto purtroppo nel momento topico della stagione, e culminato nelle sette reti subite in due partite in casa: tre contro il Casarano, che raggiunge in extremis il Barletta, dopo che ai biancorossi era riuscita l'ennesima rimonta da sogno in inferiorità numerica; e poi il crollo contro un Brindisi in smaglianti condizioni di forma, che torna dopo 43 anni ad espugnare l'impianto di Via Vittorio Veneto.
Il resto è storia recente, con un Barletta che, dopo la sosta ha ripreso la sua tipica andatura stagionale fatta di brillanti vittorie (Altamura, Lavello e Fasano), imprese ai limiti dell'omerico (il "rimontone" contro il Nardò, tanto per cambiare, in inferiorità numerica), e pareggi così così (Puteolana e Matera).
Questo narrano i numeri del Barletta 2022/2023. I numeri di una squadra con un enorme potenziale, che forse solo ora, con la mente libera da pressioni, riesce a sprigionare appieno.
Rimpianti? Forse. Ma anche consapevolezza che su una base come questa si può puntare a costruire qualcosa di davvero importante. A cominciare dalla sfida playoff di Nardò.