Calcio, il saluto di Fabrizio Anselmi a Barletta
«Faccio un grosso in bocca al lupo al presidente Tatò»
giovedì 1 settembre 2011
Non amarsi più e dirsi addio, dopo una travagliata estate da "separati in casa". E' quanto avvenuto tra Fabrizio Anselmi e il Barletta Calcio, due realtà che da 48 ore non condividono più lo stesso tetto. La notizia della rescissione del contratto che legava lo stopper romano ai biancorossi è arrivata 48 ore fa, poco prima della chiusura del mercato, ma la partenza di Anselmi era nell'aria dall'inizio della fase di ritiro. Nella scorsa stagione 14 presenze e tante incertezze per lui nel semestre in cui aveva vestito biancorosso, Anselmi aveva giocato da titolare l'unica gara ufficiale disputata dal Barletta in questa stagione, coincisa con la sconfitta casalinga (0-1) contro la Carrarese che aveva estromesso i biancorossi dalla Tim Cup 2011/2012. Ora all'alba di una nuova vita professionale, l'ex stopper di Sassuolo ed Hellas Verona si è confessato raggiunto telefonicamente dalla redazione di Barlettalife:
Fabrizio Anselmi, cosa la attende dopo il Barletta?
«Attualmente sono a casa in attesa di novità. Mi sono preso qualche giorno per valutare, attenderò magari gennaio per firmare con nuove squadre. Il Barletta ha fatto una scelta, che anche se non mi trova d'accordo va rispettata».
Ci sarà quel ritorno a Pisa a gennaio del quale già si vocifera?
«Al momento sto ancora valutando, attendiamo gennaio, per ora non posso confermare queste voci».
Come vivrà questo periodo di inattività agonistica forzata?
«Comincerò dapprima ad allenarmi con qualche squadra "amica", dove conosco qualcuno, poi deciderò cosa fare: se attendere gennaio o addirittura luglio, mi andrebbe bene anche trovare una squadra dilettantistica, l'importante è giocare, è quello che mi piace fare».
Rifarebbe tutto quello che ha fatto a Barletta?
«Io posso dire una sola cosa: a Barletta sul piano umano e ambientale sono stato benissimo, la mia famiglia anche e lascio tanti amici. Sul piano professionale non posso dire altrettanto: l'anno scorso sono arrivato e non ho reso al massimo, al pari della squadra che viveva una condizione particolare e difficile. A gennaio sono andato via e quest'estate sono stato messo da parte per scelte tecniche, quindi tranne che nell'ambito calcistico è andato tutto bene. Purtroppo fino a gennaio non era facile giocare a Barletta, e quando le cose hanno iniziato a cambiare sono andato a Pisa e non ho partecipato all'ottimo girone di ritorno della squadra».
Vuole chiarire qualcosa dell'esperienza pugliese?
«Si, vorrei chiarire a mezzo stampa ciò che ho già detto ad alcuni componenti della tifoseria in un colloquio che abbiamo avuto. Al termine di una partita (Juve Stabia-Barletta 1-0, ndr) fui accusato di aver sputato verso la curva, cosa che non ho mai fatto e mai mi sarei permesso di fare. E' una cosa che ho chiarito con la tifoseria e ci tenevo a ripetere: ho il massimo rispetto per il Barletta e i suoi tifosi».
Da osservatore esterno, dove può arrivare questo Barletta?
«La rosa ha senza dubbio un bel tasso tecnico, per vincere servono tante componenti, ma sicuramente giocherà un campionato ambizioso, come la città e la tifoseria meritano».
E quali saranno le principali avversarie del Barletta per la promozione?
«Pensandoci su due piedi mi viene ovviamente in mente lo Spezia, a seguire il Frosinone. Poi ci sono altre squadre al livello del Barletta, e considerando che ogni anno arriva una sorpresa posso dire che sarà un campionato duro ma bello».
Come vuole salutare il pubblico e la società biancorossa?
«Faccio un grandissimo in bocca al lupo al presidente Roberto Tatò, che ci sta mettendo davvero l'anima, mi auguro che la piazza realizzi questo sogno e conquisti una categoria che merita».
Forse sul campo qui a Barletta non ha reso al massimo, ma la classe a livello umano non si discute. Noi auguriamo il meglio anche a te, Fabrizio.
Fabrizio Anselmi, cosa la attende dopo il Barletta?
«Attualmente sono a casa in attesa di novità. Mi sono preso qualche giorno per valutare, attenderò magari gennaio per firmare con nuove squadre. Il Barletta ha fatto una scelta, che anche se non mi trova d'accordo va rispettata».
Ci sarà quel ritorno a Pisa a gennaio del quale già si vocifera?
«Al momento sto ancora valutando, attendiamo gennaio, per ora non posso confermare queste voci».
Come vivrà questo periodo di inattività agonistica forzata?
«Comincerò dapprima ad allenarmi con qualche squadra "amica", dove conosco qualcuno, poi deciderò cosa fare: se attendere gennaio o addirittura luglio, mi andrebbe bene anche trovare una squadra dilettantistica, l'importante è giocare, è quello che mi piace fare».
Rifarebbe tutto quello che ha fatto a Barletta?
«Io posso dire una sola cosa: a Barletta sul piano umano e ambientale sono stato benissimo, la mia famiglia anche e lascio tanti amici. Sul piano professionale non posso dire altrettanto: l'anno scorso sono arrivato e non ho reso al massimo, al pari della squadra che viveva una condizione particolare e difficile. A gennaio sono andato via e quest'estate sono stato messo da parte per scelte tecniche, quindi tranne che nell'ambito calcistico è andato tutto bene. Purtroppo fino a gennaio non era facile giocare a Barletta, e quando le cose hanno iniziato a cambiare sono andato a Pisa e non ho partecipato all'ottimo girone di ritorno della squadra».
Vuole chiarire qualcosa dell'esperienza pugliese?
«Si, vorrei chiarire a mezzo stampa ciò che ho già detto ad alcuni componenti della tifoseria in un colloquio che abbiamo avuto. Al termine di una partita (Juve Stabia-Barletta 1-0, ndr) fui accusato di aver sputato verso la curva, cosa che non ho mai fatto e mai mi sarei permesso di fare. E' una cosa che ho chiarito con la tifoseria e ci tenevo a ripetere: ho il massimo rispetto per il Barletta e i suoi tifosi».
Da osservatore esterno, dove può arrivare questo Barletta?
«La rosa ha senza dubbio un bel tasso tecnico, per vincere servono tante componenti, ma sicuramente giocherà un campionato ambizioso, come la città e la tifoseria meritano».
E quali saranno le principali avversarie del Barletta per la promozione?
«Pensandoci su due piedi mi viene ovviamente in mente lo Spezia, a seguire il Frosinone. Poi ci sono altre squadre al livello del Barletta, e considerando che ogni anno arriva una sorpresa posso dire che sarà un campionato duro ma bello».
Come vuole salutare il pubblico e la società biancorossa?
«Faccio un grandissimo in bocca al lupo al presidente Roberto Tatò, che ci sta mettendo davvero l'anima, mi auguro che la piazza realizzi questo sogno e conquisti una categoria che merita».
Forse sul campo qui a Barletta non ha reso al massimo, ma la classe a livello umano non si discute. Noi auguriamo il meglio anche a te, Fabrizio.