Barletta Calcio, parla Simoncelli: «Non molleremo mai»

L’esterno, al quarto anno in biancorosso, si confessa ai nostri microfoni

lunedì 20 agosto 2012 10.55
A cura di Enrico Gorgoglione
Giovane eppure anziano. Di capelli bianchi (per sua fortuna) nessuna traccia, eppure viene considerato un "vecchio". È da 4 anni all'ombra di Eraclio, e oramai Simoncelli è considerato uno di casa. Ha soltanto 23 anni, ma gran parte della sua carriera calcistica è fortemente contrassegnata dal biancorosso che anima un'intera città. Nonostante il cambio di rotta, Daniele Simoncelli resta uno dei confermati. Anno dopo anno lo si ritrova lì, a correre sulla fascia destra e a rendersi pericoloso con le sue incursioni in area. Prima lo chiamavano il "Sic", quando un suo omonimo sfrecciava sulle due ruote. La velocità gli è rimasta, la simpatia tipica delle sue zone anche, ma il soprannome, per ben noti motivi, è meglio accantonarlo. Con la solita disponibilità che lo contraddistingue, Daniele Simoncelli si concede ai microfoni di Barlettalife per un'intervista che fa il punto sulla situazione in casa Barletta Calcio al termine di un ritiro durato un mese e in vista dei primi impegni di campionato.

Daniele Simoncelli, siamo alla fine di questo ritiro "lunghissimo" e diviso in più parti. Quali sono le sensazioni di questo nuovo Barletta Calcio che si sta formando?
Sicuramente c'è tanto da lavorare, perché è una squadra molto giovane e completamente nuova. Non è la squadra dell'anno scorso, e comunque sappiamo che dobbiamo lavorare di più per essere competitivi con gli altri. In ogni caso c'è impegno, volontà e tanta voglia di imparare.

Sei uno dei giovani, ma paradossalmente anche uno dei "vecchi". Hai visto andar via quasi tutti i tuoi compagni dell'anno scorso. Con che voglia riparti in questa nuova stagione?
Con la voglia che ho sempre avuto in questi anni di fare del mio meglio. Cerco di far bene per ambire alla serie B non solo a livello personale, ma anche perché comunque sono legato a questa società. Sono arrivato a Barletta in un momento non facile 4 anni fa, sono rimasto qua nonostante le difficoltà, poi fortunatamente con l'arrivo di Tatò sono stato confermato.

Sei uno dei confermati. Quanto è pesato per voi "vecchi" l'addio dei vostri compagni dell'anno scorso?
Sicuramente è pesato tanto perché secondo me eravamo un'ottima squadra. Ma i progetti sono cambiati: si è puntato sui giovani, si è puntato su un'altra politica e quindi di conseguenza la società ha dovuto cambiare giocatori. L'anno scorso era stato fatto un progetto per salire subito in serie B e di giovani c'eravamo solo io, Pasquale (Pane ndr) e Hanine. Gli altri erano tutti giocatori d'esperienza, forti, quasi un lusso per la categoria. Adesso la società ha cambiato politica, si è orientata su questa strategia e quei giocatori purtroppo non rientravano più nei piani.

Cambiamo ora capitolo: la nuova squadra è fondamentalmente basata su giovani di qualità, che fuoriescono da squadre importanti. Come state vivendo in questo gruppo, considerando che forse l'unica pecca è la scarsa esperienza dovuta proprio alla giovane età?
Un caratteristica che avremo è che non molleremo mai e che correremo sempre e fino all'ultimo, anche più degli altri. Stiamo facendo una preparazione molto dura che porterà i suoi risultati. Poi l'esperienza si fa giocando, è normale che i più giovani non hanno l'esperienza di un trentenne.

Come ti trovi con il mister Novelli? In Coppa Italia sei stato schierato da prima punta, e da fuori sembra che non ti trovi a tuo agio con gli schemi proposti dal tecnico…
Mi sto impegnando tutti i giorni per imparare al meglio il ruolo che mi vuole far fare il mister. Lui è l'allenatore, lui decide e io mi applico per arrivare almeno alla pari degli altri, per imparare movimenti e tutto. Sicuramente all'inizio ho avuto qualche difficoltà e ora sto cercando di limarle. Ma credo sia normale: avendo giocato in passato in un altro ruolo e con un altro sistema di gioco, cambiare porta delle difficoltà. Ci metto sempre il massimo impegno per cercare di imparare il più possibile.

Quanto sono veritieri gli indizi che ti portano lontano da Barletta?
Non lo so, di questo dovrete parlare con la società. Questa estate ho parlato con la dirigenza che mi ha confermato, ma nel calcio non si sa mai. In ogni caso, rispetterò tutte le scelte che la società farà.

Dal lato umano, come ti trovi con i tuoi nuovi compagni?
Molto bene, sono tutti bravi ragazzi, con una grande voglia di imparare. Sicuramente faranno bene. Mi auguro, specialmente per i più giovani, di fare una grande annata. Per loro, per me, ma un po' per tutti questa è un'annata importante. Ma specialmente per i più giovani, perché fare bene subito al primo anno ti può aprire le porte del calcio che conta.

Secondo te cosa manca ancora a questa squadra per ambire alle posizioni di vertice?
Non saprei, è presto per dire cosa ci manca. Credo che la partita con il Perugia non faccia testo: noi venivamo da carichi di lavoro pesanti, loro avevano appena finito il ritiro. Loro avevano una condizione migliore della nostra, e per di più noi dovevamo ancora entrare bene nei meccanismi del mister. Non è stata veritiera. Non lo so dove possiamo arrivare, potremmo essere una sorpresa del campionato, ma potremmo anche avere difficoltà.

Le amichevoli disputate finora hanno comunque dato segnali incoraggianti. Avete fatto vedere bel gioco, vi siete applicati eseguendo al meglio i dettami di mister Novelli. Possono questi test pre-campionato costituire un segnale positivo di quello che può essere il futuro calcistico?
Certo, noi in amichevole proviamo a fare tutto quello che ci chiede il mister, e in molti test siamo anche riusciti ad esprimere in modo positivo quello che il mister vuole. Amichevole dopo amichevole, credo che stiamo facendo dei grossi passi in avanti.

Chiudiamo con i soliti saluti ai tifosi del Barletta Calcio e ai lettori di Barlettalife che durante la stagione non ti hanno potuto sentire. Sveliamo ora il "famoso" rito scaramantico di Daniele, che prima delle partite importanti non voleva farsi intervistare.
Ma no, io scherzo con voi che sia un rito scaramantico, ma non lo è. Sono qua da 4 anni, l'altro giorno scherzando dicevo che dovrei arrivare a 100 partite. Mi hanno visto giocare e mi hanno sentito parlare, credo che la gente abbia voglia di sentire altri e di veder giocare altri, spero magari non nel mio ruolo (sorride ndr). Sono arrivato, ho parlato da "nuovo", ora parlo da "vecchio", mi fa sempre piacere parlare con voi, ma dopo 4 anni… sempre questo sono, non ho altro da raccontare (sorride ndr).

Magari le parole saranno sempre le stesse, ma sul campo Daniele e i suoi compagni hanno sempre qualcosa da dimostrare, per la gioia della tifoseria e del Presidente…