Barletta Calcio & crisi, intervento del Cucs
«Fine annunciata, lontano dal Barletta chi ha assecondato Perpignano»
martedì 7 luglio 2015
20.47
E' uno dei momenti più duri della storia recente per il Barletta Calcio: tra l'onta della mancata iscrizione al campionato di Lega Pro e le rincorse contro il tempo per accedere alla serie D, l'estate è bollente all'ombra di Eraclio. Sui recenti avvenimenti e sul futuro interviene il direttivo del Commando Ultrà Curva Sud 1987, che di seguito riportiamo integralmente:
«Era una fine annunciata e puntualmente è arrivata. Perpignano ha portato a termine la sua missione: quella di far fallire il Barletta, anche se siamo sicuri che questo suo intento aveva un mandante. Nelle giornate più tristi degli ultimi quindici anni, però, non è tempo per piangere. Bisogna rialzarsi! Per farlo, noi come Cucs, saremo sempre lì, sulle gradinate a gridare la nostra passione, il nostro amore. Siamo sicuri che lo faranno anche quelli del G.E. che con noi hanno vissuto questa triste esperienza.Nel corso di questi mesi abbiamo provato ad avvisare la città e le istituzioni anche tramite un esposto con 500 firme, siamo scesi in piazza cercando di sensibilizzare chi di dovere a mettere fine al vecchio e cercare subito le basi per il nuovo ma son seguite solo parole le solite promesse a cui non hanno corrisposto i fatti.
Pensavamo di aver trovato la strada giusta da intraprendere per cercare di salvare la lega pro il tanto famoso fallimento pilotato ma non abbiamo trovato supporto nelle altre componenti, abbiamo subito anche attacchi gratuiti abbiamo messo da parte l'orgoglio e per troppo amore per questa maglia condiviso strade proposte da altri che ritenevano la situazione non drammatica e sostenibile per poi a distanza di qualche mese scoprire che purtroppo è arrivata la verità più amara, e cioè che ci avevamo visto bene e quella era l'unica strada che avrebbe potuto salvarci. In questo momento, però, è giunta l'ora di dire a chi ha viaggiato assieme a Perpignano, guardando lo sfacelo che stava commettendo e assecondandolo in ogni sua mossa di tornare nel ghetto da dove sono venuti: se il Barletta è fallito, la colpa è anche la loro. Se ci sarà una nuova società, noi ci confronteremo con la nuova proprietà, la contesteremo civilmente se le cose non andranno bene, la elogeremo se verranno tempi belli, saremo sempre attenti ad ogni sua mossa,lo faremo come sempre in totale autonomia prendendo le distanze da altre iniziative che in queste settimane sono in atto in città. Ma faremo i tifosi, non entreremo in società, non controlleremo i suoi conti, non piazzeremo nostri ragazzi al suo interno. Noi saremo sempre nella nostra casa, quella di sempre (sperando che ci venga ridata la nostra tanto amata Curva Sud): i gradoni dello stadio e da lì grideremo la nostra passione. Forza ragazzi, dopo la tempesta torna sempre il sereno. Forza Barletta!»
«Era una fine annunciata e puntualmente è arrivata. Perpignano ha portato a termine la sua missione: quella di far fallire il Barletta, anche se siamo sicuri che questo suo intento aveva un mandante. Nelle giornate più tristi degli ultimi quindici anni, però, non è tempo per piangere. Bisogna rialzarsi! Per farlo, noi come Cucs, saremo sempre lì, sulle gradinate a gridare la nostra passione, il nostro amore. Siamo sicuri che lo faranno anche quelli del G.E. che con noi hanno vissuto questa triste esperienza.Nel corso di questi mesi abbiamo provato ad avvisare la città e le istituzioni anche tramite un esposto con 500 firme, siamo scesi in piazza cercando di sensibilizzare chi di dovere a mettere fine al vecchio e cercare subito le basi per il nuovo ma son seguite solo parole le solite promesse a cui non hanno corrisposto i fatti.
Pensavamo di aver trovato la strada giusta da intraprendere per cercare di salvare la lega pro il tanto famoso fallimento pilotato ma non abbiamo trovato supporto nelle altre componenti, abbiamo subito anche attacchi gratuiti abbiamo messo da parte l'orgoglio e per troppo amore per questa maglia condiviso strade proposte da altri che ritenevano la situazione non drammatica e sostenibile per poi a distanza di qualche mese scoprire che purtroppo è arrivata la verità più amara, e cioè che ci avevamo visto bene e quella era l'unica strada che avrebbe potuto salvarci. In questo momento, però, è giunta l'ora di dire a chi ha viaggiato assieme a Perpignano, guardando lo sfacelo che stava commettendo e assecondandolo in ogni sua mossa di tornare nel ghetto da dove sono venuti: se il Barletta è fallito, la colpa è anche la loro. Se ci sarà una nuova società, noi ci confronteremo con la nuova proprietà, la contesteremo civilmente se le cose non andranno bene, la elogeremo se verranno tempi belli, saremo sempre attenti ad ogni sua mossa,lo faremo come sempre in totale autonomia prendendo le distanze da altre iniziative che in queste settimane sono in atto in città. Ma faremo i tifosi, non entreremo in società, non controlleremo i suoi conti, non piazzeremo nostri ragazzi al suo interno. Noi saremo sempre nella nostra casa, quella di sempre (sperando che ci venga ridata la nostra tanto amata Curva Sud): i gradoni dello stadio e da lì grideremo la nostra passione. Forza ragazzi, dopo la tempesta torna sempre il sereno. Forza Barletta!»