Barletta 1922: testa al futuro dopo il Ko di Nardò
I programmi della società e le grandi ambizioni dei tifosi
giovedì 25 maggio 2023
È finita con uno 0-2 senza storia e senza rimpianti la stagione del Barletta calcio edizione 2022/2023. Ed è finita con un risultato che ha premiato una squadra, il Nardò, che nell'arco di tutto il campionato ha dimostrato maggiore solidità e regolarità.
Onore al merito quindi ai vincitori (che andranno ad affrontare la Cavese nella finale playoff del girone H), ma davvero tanto di cappello anche ad un Barletta capace di arrivare dietro di un solo punto in classifica ai granata salentini sapientemente guidati da mister Nicola Ragno.
Unica nota di rammarico, quella di aver perso in maniera abbastanza netta di fronte agli oltre mille supporters biancorossi che hanno colorato il "Giovanni Paolo II" del loro contagioso entusiasmo.
Ed è proprio dalla ennesima magnifica risposta del tifo biancorosso che deve immediatamente ripartire la società. Molte sono le voci più o meno fondate (più meno che più, allo stato attuale), a tal proposito, circa il possibile ingresso o meno di nuovi soci interessati alle sorti del Barletta. Un continuo vociare e sottintendere che non ci sorprende più di tanto, avendo tante volte vissuto la medesima situazione più o meno dall'anno della retrocessione dalla Serie B.
Una cosa però è certa: la piazza si aspetta tanto. E i mugugni tra il primo e il secondo tempo di Barletta-Nardò di campionato ne sono una chiara ed inequivocabile testimonianza. La squadra di Farina in questi tre anni ha dato tanto, tantissimo, al sempre esigente pubblico barlettano. Ma anche dagli spalti – dalle poche centinaia del "San Sabino" di Canosa, agli oltre quattromila fissi del "Puttilli" - la risposta è stata fantastica, e con l'impianto di Via Vittorio Veneto ormai prossimo, si dice, alla completa agibilità, è pressoché fisiologico che sin dal fischio finale di Nardò-Barletta 2-0, il tifoso barlettano quasi pretenda "la squadra a vincere". Cosa che ha messo in chiaro persino mister Farina, quale condizione "sine qua non" per la sua permanenza a Barletta.
Dal canto suo la società sembra in tutto e per tutto intenzionata a raccogliere il "guanto di sfida" lanciato dalla tifoseria, ventilando persino l'eventualità di una domanda di ripescaggio. Eventualità quasi del tutto sfumata dopo la sconfitta di Nardò.
Ma forse è meglio così, anche perché Mario Dimiccoli e soci hanno sinora dimostrato di saper costruire una realtà vincente in maniera mirata, graduale e soprattutto competente. Cosa che con un ripescaggio – che in ogni caso non verrebbe ufficializzato prima dell'ultima decade di luglio - non è semplicissima, visto che poi bisognerebbe costruire in fretta e furia e quasi da zero una squadra per la categoria superiore, rischiando così di essere costretti a rincorrere per tutta la prima parte della stagione nell'attesa spasmodica di dover poi porre rimedio a gennaio alla fretta da figli ciechi di agosto, con ulteriore e gravoso dispendio economico per la società. Del resto Mario Dimiccoli in primis sa benissimo cosa vuol dire allestire una squadra intera ad agosto inoltrato. Basti ricordare la problematica prima parte della stagione 2019/2020, con mister Gallo sostituito dopo pochissime settimane da Massimiliano Tangorra, e con la prima vittoria che arriva solo all'ottava giornata contro la Deghi Calcio.
Meglio quindi non bruciare frettolosamente le tappe e provare a prendersi sul campo quella Serie C che con un Puttilli al massimo del suo splendore, presto o tardi arriverà.
Onore al merito quindi ai vincitori (che andranno ad affrontare la Cavese nella finale playoff del girone H), ma davvero tanto di cappello anche ad un Barletta capace di arrivare dietro di un solo punto in classifica ai granata salentini sapientemente guidati da mister Nicola Ragno.
Unica nota di rammarico, quella di aver perso in maniera abbastanza netta di fronte agli oltre mille supporters biancorossi che hanno colorato il "Giovanni Paolo II" del loro contagioso entusiasmo.
Ed è proprio dalla ennesima magnifica risposta del tifo biancorosso che deve immediatamente ripartire la società. Molte sono le voci più o meno fondate (più meno che più, allo stato attuale), a tal proposito, circa il possibile ingresso o meno di nuovi soci interessati alle sorti del Barletta. Un continuo vociare e sottintendere che non ci sorprende più di tanto, avendo tante volte vissuto la medesima situazione più o meno dall'anno della retrocessione dalla Serie B.
Una cosa però è certa: la piazza si aspetta tanto. E i mugugni tra il primo e il secondo tempo di Barletta-Nardò di campionato ne sono una chiara ed inequivocabile testimonianza. La squadra di Farina in questi tre anni ha dato tanto, tantissimo, al sempre esigente pubblico barlettano. Ma anche dagli spalti – dalle poche centinaia del "San Sabino" di Canosa, agli oltre quattromila fissi del "Puttilli" - la risposta è stata fantastica, e con l'impianto di Via Vittorio Veneto ormai prossimo, si dice, alla completa agibilità, è pressoché fisiologico che sin dal fischio finale di Nardò-Barletta 2-0, il tifoso barlettano quasi pretenda "la squadra a vincere". Cosa che ha messo in chiaro persino mister Farina, quale condizione "sine qua non" per la sua permanenza a Barletta.
Dal canto suo la società sembra in tutto e per tutto intenzionata a raccogliere il "guanto di sfida" lanciato dalla tifoseria, ventilando persino l'eventualità di una domanda di ripescaggio. Eventualità quasi del tutto sfumata dopo la sconfitta di Nardò.
Ma forse è meglio così, anche perché Mario Dimiccoli e soci hanno sinora dimostrato di saper costruire una realtà vincente in maniera mirata, graduale e soprattutto competente. Cosa che con un ripescaggio – che in ogni caso non verrebbe ufficializzato prima dell'ultima decade di luglio - non è semplicissima, visto che poi bisognerebbe costruire in fretta e furia e quasi da zero una squadra per la categoria superiore, rischiando così di essere costretti a rincorrere per tutta la prima parte della stagione nell'attesa spasmodica di dover poi porre rimedio a gennaio alla fretta da figli ciechi di agosto, con ulteriore e gravoso dispendio economico per la società. Del resto Mario Dimiccoli in primis sa benissimo cosa vuol dire allestire una squadra intera ad agosto inoltrato. Basti ricordare la problematica prima parte della stagione 2019/2020, con mister Gallo sostituito dopo pochissime settimane da Massimiliano Tangorra, e con la prima vittoria che arriva solo all'ottava giornata contro la Deghi Calcio.
Meglio quindi non bruciare frettolosamente le tappe e provare a prendersi sul campo quella Serie C che con un Puttilli al massimo del suo splendore, presto o tardi arriverà.