Volpe: «Da scuola, formazione e cultura, un nuovo modello di sviluppo del paese»
Presentate a Barletta le candidature di Sel. «Già indette le elezioni per il nuovo rettore dell’università di Foggia»
venerdì 25 gennaio 2013
12.40
Prosegue la campagna elettorale per le prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Ieri sera, a Barletta, la presentazione dei candidati di Sel. Presenti Franco Ruta, coordinatore cittadino del partito e candidato al 29° posto nella lista per la Camera, il consigliere regionale Arcangelo Sannicandro, 6° alla Camera, e protagonista delle aspre polemiche delle scorse settimane, su "parlamentarie" e composizione delle liste, e il rettore (autosospeso) dell'università di Foggia, prof. Giuliano Volpe, 2° nella lista per il Senato, una delle candidature bloccate, scelte dai vertici nazionali del partito. Abbiamo intervistato Volpe, nonché Ruta e Sannicandro.
Professor Volpe, perché ha accettato di candidarsi al Senato, per Sel?
«Ho accettato con molto piacere questa proposta del presidente Vendola e del partito, che mi ha scelto nella lista nazionale per rappresentare il mondo dell'università e dei beni culturali. Due ambiti che sono stati destrutturati nel corso soprattutto di questi ultimi 5 anni, con i governi Berlusconi e Monti. Il mondo dell'università ha subito i danni peggiori della politica della Gelmini e di Profumo, che sono perfettamente in continuità tra di loro, con l'unica differenza che Gelmini era del tutto incompetente della materia, Profumo molto competente, ma con un'idea ben precisa di università, un'idea che a noi non piace affatto. La nostra idea è quella di rappresentare un'altra visione dell'università, democratica e di qualità, che consenta a tutti coloro che hanno le capacità, prescindendo dalle condizioni economiche, di accedere alla formazione superiore, che sostenga l'investimento in ricerca e quello sui giovani ricercatori, le grandi energie che il nostro paese sta perdendo, regalandole ai paesi concorrenti: una forma di suicidio. L'altro elemento fondamentale è la distruzione di tutto il patrimonio culturale che una classe dirigente incolta sta praticando in maniera sistematica. Noi vogliamo ripartire dai temi della scuola, della formazione, della cultura, per un nuovo modello di sviluppo del paese».
Quali istanze e progetti porterà in Parlamento? Sarà un tornare indietro rispetto alla riforma Gelmini o un'integrazione dell'attuale sistema legislativo della scuola e dell'università?
«L'università e la scuola hanno avuto troppe riforme, pessime riforme, e hanno troppe norme. Vanno tolte norme, va reso più libero il sistema universitario e scolastico, e liberato dai tanti lacci e lacciuoli, che ci dicono esattamente come deve essere fatta un'università rispetto ad un'altra. Bisogna valorizzare le specificità e le differenze, e salvare il sistema pubblico dell'università e della scuola. Bisogna tornare ad investire ovviamente, invece che continuare a delegittimare questo mondo. Ci sono tante idee nuove e di qualità. Noi vogliamo investire sulla qualità e sulla valutazione».
Un informazione per gli studenti dell'università di Foggia, tra quali molti provengono anche da Barletta. Quale sarà il futuro prossimo dell'università, a fronte del suo, più che certo (è 2° nella liste per il Senato), prossimo impegno in Parlamento?
«L'università dovrà scegliere il nuovo rettore, io mi sono autosospeso in questo momento. Abbiamo già indetto le elezioni per il nuovo rettore. L'università di Foggia ha fatto in questi anni investimenti importanti nelle strutture didattiche e di ricerca, è molto cresciuta. Io mi auguro sempre più che l'università della Daunia, di tutto il territorio della Puglia centro-settentrionale. Noi abbiamo una presenza importante a Barletta con il corso di Scienze Infermieristiche, e io mi auguro che questo processo di crescita dell'università prosegua, perché con essa cresce l'intero territorio della Daunia, come a me piace definirlo, dall'Ofanto a nord, perché è un territorio omogeneo dal punto di vista culturale e storico».
Brevi le dichiarazioni di Sannicandro che, a Barlettalife, dice di aver buttato alle spalle la dura querelle, sugli esiti delle "parlamentarie" di Sel, e sui criteri con i quali sono state composte le liste, che era giunta al punto di minacciare lo strappo, con il ritiro dalle liste dei candidati della provincia di Foggia.
Consigliere Sannicandro, lei è al 6° posto nella lista di Sel per la Camera. Dovrà sperare quindi in un buon risultato del suo partito, per essere eletto in Parlamento.
«Chiaramente spero in un buon risultato per Sel e per me. Questo è il momento di combattere, e non tanto quello di pensare alla propria sorte personale».
Lei ha messo in discussione i risultati delle "parlamentarie" e la composizione delle liste. Polemica rientrata?
«E' rientrata, è ormai alle nostre spalle. E' una polemica che nasceva dall'esigenza di rispettare il regolamento in pieno, anche quando qualcuno non lo condivideva. Avevo delle ragioni fondate, ma, in ogni caso, è un problema secondario».
Professor Volpe, perché ha accettato di candidarsi al Senato, per Sel?
«Ho accettato con molto piacere questa proposta del presidente Vendola e del partito, che mi ha scelto nella lista nazionale per rappresentare il mondo dell'università e dei beni culturali. Due ambiti che sono stati destrutturati nel corso soprattutto di questi ultimi 5 anni, con i governi Berlusconi e Monti. Il mondo dell'università ha subito i danni peggiori della politica della Gelmini e di Profumo, che sono perfettamente in continuità tra di loro, con l'unica differenza che Gelmini era del tutto incompetente della materia, Profumo molto competente, ma con un'idea ben precisa di università, un'idea che a noi non piace affatto. La nostra idea è quella di rappresentare un'altra visione dell'università, democratica e di qualità, che consenta a tutti coloro che hanno le capacità, prescindendo dalle condizioni economiche, di accedere alla formazione superiore, che sostenga l'investimento in ricerca e quello sui giovani ricercatori, le grandi energie che il nostro paese sta perdendo, regalandole ai paesi concorrenti: una forma di suicidio. L'altro elemento fondamentale è la distruzione di tutto il patrimonio culturale che una classe dirigente incolta sta praticando in maniera sistematica. Noi vogliamo ripartire dai temi della scuola, della formazione, della cultura, per un nuovo modello di sviluppo del paese».
Quali istanze e progetti porterà in Parlamento? Sarà un tornare indietro rispetto alla riforma Gelmini o un'integrazione dell'attuale sistema legislativo della scuola e dell'università?
«L'università e la scuola hanno avuto troppe riforme, pessime riforme, e hanno troppe norme. Vanno tolte norme, va reso più libero il sistema universitario e scolastico, e liberato dai tanti lacci e lacciuoli, che ci dicono esattamente come deve essere fatta un'università rispetto ad un'altra. Bisogna valorizzare le specificità e le differenze, e salvare il sistema pubblico dell'università e della scuola. Bisogna tornare ad investire ovviamente, invece che continuare a delegittimare questo mondo. Ci sono tante idee nuove e di qualità. Noi vogliamo investire sulla qualità e sulla valutazione».
Un informazione per gli studenti dell'università di Foggia, tra quali molti provengono anche da Barletta. Quale sarà il futuro prossimo dell'università, a fronte del suo, più che certo (è 2° nella liste per il Senato), prossimo impegno in Parlamento?
«L'università dovrà scegliere il nuovo rettore, io mi sono autosospeso in questo momento. Abbiamo già indetto le elezioni per il nuovo rettore. L'università di Foggia ha fatto in questi anni investimenti importanti nelle strutture didattiche e di ricerca, è molto cresciuta. Io mi auguro sempre più che l'università della Daunia, di tutto il territorio della Puglia centro-settentrionale. Noi abbiamo una presenza importante a Barletta con il corso di Scienze Infermieristiche, e io mi auguro che questo processo di crescita dell'università prosegua, perché con essa cresce l'intero territorio della Daunia, come a me piace definirlo, dall'Ofanto a nord, perché è un territorio omogeneo dal punto di vista culturale e storico».
Brevi le dichiarazioni di Sannicandro che, a Barlettalife, dice di aver buttato alle spalle la dura querelle, sugli esiti delle "parlamentarie" di Sel, e sui criteri con i quali sono state composte le liste, che era giunta al punto di minacciare lo strappo, con il ritiro dalle liste dei candidati della provincia di Foggia.
Consigliere Sannicandro, lei è al 6° posto nella lista di Sel per la Camera. Dovrà sperare quindi in un buon risultato del suo partito, per essere eletto in Parlamento.
«Chiaramente spero in un buon risultato per Sel e per me. Questo è il momento di combattere, e non tanto quello di pensare alla propria sorte personale».
Lei ha messo in discussione i risultati delle "parlamentarie" e la composizione delle liste. Polemica rientrata?
«E' rientrata, è ormai alle nostre spalle. E' una polemica che nasceva dall'esigenza di rispettare il regolamento in pieno, anche quando qualcuno non lo condivideva. Avevo delle ragioni fondate, ma, in ogni caso, è un problema secondario».
Presente alla serata di presentazione dei candidati Sel, anche Franco Ruta, coordinatore cittadino del partito, e candidato alla Camera, in posizione ineleggibile.
Ruta, che senso ha la sua candidatura (29° alla Camera), come innesto successivo alle "parlamentarie"? Testimonianza, riempilista, o che altro?
«In politica non ci sono mai, secondo me, né riempilista, perché una lista c'è e va in ogni caso completata, e tutti hanno pari dignità. Poi questa legge elettorale bleffa gli elettori, e questo è chiaro, perché non da ad essi la possibilità di scegliere il proprio candidato. Ma dobbiamo adeguarci a questa legge elettorale. Io non ho avuto neanche il minimo pensiero, come sempre è stato nella mia attività politica. Se il partito mi chiede di inserirmi all'interno della lista, io dico grazie, qualunque sia la posizione. Non lo dico per demagogia, ma è proprio così: chiunque militi in un partito, sa che c'è il momento in cui deve servirlo, e questo è uno di quei momenti».
Per Barletta è l'ennesima candidatura a fondo perduto.
«No, non è una candidatura a fondo perduto. Il territorio sicuramente non esprimerà nessun candidato, noi siamo un partito che si sta rafforzando sul territorio, veniamo da una situazione sicuramente critica, e quindi non era compito nostro indicare in questo momento per il territorio una candidatura in posizione eleggibile. D'altra parte, le candidature in posizioni eleggibili hanno affrontato le primarie, noi non abbiamo avuto candidati alle primarie nella Bat, per noi era abbastanza scontata la situazione, non c'è nessuna sorpresa».
Ruta, che senso ha la sua candidatura (29° alla Camera), come innesto successivo alle "parlamentarie"? Testimonianza, riempilista, o che altro?
«In politica non ci sono mai, secondo me, né riempilista, perché una lista c'è e va in ogni caso completata, e tutti hanno pari dignità. Poi questa legge elettorale bleffa gli elettori, e questo è chiaro, perché non da ad essi la possibilità di scegliere il proprio candidato. Ma dobbiamo adeguarci a questa legge elettorale. Io non ho avuto neanche il minimo pensiero, come sempre è stato nella mia attività politica. Se il partito mi chiede di inserirmi all'interno della lista, io dico grazie, qualunque sia la posizione. Non lo dico per demagogia, ma è proprio così: chiunque militi in un partito, sa che c'è il momento in cui deve servirlo, e questo è uno di quei momenti».
Per Barletta è l'ennesima candidatura a fondo perduto.
«No, non è una candidatura a fondo perduto. Il territorio sicuramente non esprimerà nessun candidato, noi siamo un partito che si sta rafforzando sul territorio, veniamo da una situazione sicuramente critica, e quindi non era compito nostro indicare in questo momento per il territorio una candidatura in posizione eleggibile. D'altra parte, le candidature in posizioni eleggibili hanno affrontato le primarie, noi non abbiamo avuto candidati alle primarie nella Bat, per noi era abbastanza scontata la situazione, non c'è nessuna sorpresa».