Ventola: «Sono io il monello, da amministratore mi vergogno»
Il presidente uscente della Bat dopo il sopralluogo all’Itis
venerdì 19 settembre 2014
14.55
Acque agitate a Barletta per quel che riguarda le scuole superiori. Negli ultimi giorni è prepotentemente emersa la questione, con cui ormai la popolazione studentesca convive da quattro anni, della mancanza cronica di aule del Garrone. Dopo l'iniziale delibera che prevedeva l'affidamento dell'intero plesso intitolato ad Enrico Fermi all'Istituto "Garrone" per soddisfare la necessità di 20 aule in più, questa posizione è stata ritrattata, virando su una soluzione meno "imponente", che ricorda da vicino lo "spezzatino" di calciofila memoria. Una soluzione d'emergenza, che ancora una volta andrebbe a tamponare il disagio di un istituto, il Garrone, che è in espansione e da diversi anni necessita di nuovi spazi. Questa mattina, il presidente della provincia Francesco Ventola, accompagnato dalla dirigente provinciale Navach, e solo in un secondo momento dai docenti Rizzi e Campese, si è recato presso il polivalente di Barletta, per verificare l'effettiva disponibilità delle aule secondo la nuova proposta proveniente dalla dirigenza del Polivalente. La nuova suddivisione prevedrebbe la dislocazione di sedici classi del "Garrone" in otto aule del "Cassandro" e in altrettante del "Nervi", modificando solo parzialmente, di fatto, quanto già si verificava lo scorso anno. Gli studenti del "Garrone", infatti, secondo la nuova proposta, occuperebbero le 10 aule già a loro destinate durante lo scorso anno scolastico, a cui andranno ad aggiungersi altre sei (tre nel "Cassandro" e tre nel "Nervi"), immediatamente attigue alle altre. La nuova sistemazione andrebbe anche a bypassare il problema legato agli ingressi, visto che la presenza della processionaria aveva provocato diversi disturbi a studenti del "Garrone" durante lo scorso anno. Al termine del sopralluogo, il presidente Ventola ha commentato quanto sta accadendo nelle ultime ore:
«Mi vergogno, da amministratore, a dover intervenire in una questione che il buonsenso avrebbe dovuto risolvere già da tempo. Viviamo in una situazione in cui i trasferimenti di risorse economiche alle province non arrivano più. Con il governo Renzi, sopperiamo e integriamo le risorse per garantire i famosi 80 con 3.5 milioni di euro di tasse dai nostri cittadini. Dal governo centrale non arriva più un euro alle nostre scuole, alle nostre province, già da quest'anno. Tutti conoscono questa situazione. Tutti sanno che su Barletta è in corso di realizzazione un nuovo istituto, che è nella fase finale, che ha avuto delle difficoltà riguardanti l'appaltatore, che credo si stiano risolvendo, ma che sicuramente servirà a dare una risistemazione definitiva a tutto l'assetto scolastico della città di Barletta. Abbiamo la disponibilità del Comune di Barletta anche a venire incontro a determinate esigenze per reperire altre aule quantunque ce ne fosse bisogno. Mi vergogno di dover intervenire, da presidente di Provincia uscente, per capire se ci sono aule o no. L'Istituto Garrone è un istituto che sul territorio da le migliori risposte, visti anche gli iscritti che ci sono e per percorsi formativi che ha. È un istituto che vive in uno stato comatoso da anni, da sempre, in un immobile che non è di proprietà della provincia ma è comunale. Ogni anno il Garrone aumenta i suoi iscritti, e già dall'anno scorso ha utilizzato presso questo istituto proprio per carenza di aule. Quest'anno ha maggiori studenti e dobbiamo andare incontro a questa esigenza. Per cui, in questo stesso istituto, dove già veniva il "Garrone", sono state recuperate altre aule».
«Oggi sono prontamente disponibili sedici aule. Ci sarà la possibilità in corso d'opera, e questo sta al buonsenso e al dialogo tra i dirigenti, di utilizzare gli spazi comuni. I ragazzi non sono del dirigente, di una scuola, di un professore. Le pareti, le mura, non sono del presidente della provincia, di un dirigente scolastico o di un insegnante, appartengono a tutti. È patrimonio comune a tutti, in particolar modo dei ragazzi. Viviamo in uno stato di disagio, le province non possono contrarre fitti da privati, ci è inibito. Il buonsenso porta a fare di necessità virtù. Ora sta alle disponibilità di chi dovrà organizzare gli orari scolastici se preferire i doppi turni o se, seppur con disagio "sopportabile" – perché accade in tutte le realtà – utilizzare qualche aula in più di quelle che utilizzava gli anni passati».
«Non sarei assolutamente intervenuto, qui si parla di amministrazione diretta, gestionale, di chi ogni giorno, con grande sacrificio, cerca di formare i nostri ragazzi. La provincia ha messo i dirigenti intorno ad un tavolo a luglio, li ha ripresi nel mese di agosto, dopodiché si decidano. Interveniamo per togliere le aule ad uno e darle ad un altro? Dobbiamo venire con i giudici per vedere se c'è una stanza in più o una in meno? Io mi vergogno, spero che altri facciano lo stesso. Chi è il monello della situazione? Assolutamente nessuno, il presidente della provincia è il monello perché qualche mese prima dell'inizio dell'anno scolastico doveva farsi il giro di tutte le scuole per rendersi conto di quale fosse la reale situazione. La colpa è del presidente della provincia».
«Mi vergogno, da amministratore, a dover intervenire in una questione che il buonsenso avrebbe dovuto risolvere già da tempo. Viviamo in una situazione in cui i trasferimenti di risorse economiche alle province non arrivano più. Con il governo Renzi, sopperiamo e integriamo le risorse per garantire i famosi 80 con 3.5 milioni di euro di tasse dai nostri cittadini. Dal governo centrale non arriva più un euro alle nostre scuole, alle nostre province, già da quest'anno. Tutti conoscono questa situazione. Tutti sanno che su Barletta è in corso di realizzazione un nuovo istituto, che è nella fase finale, che ha avuto delle difficoltà riguardanti l'appaltatore, che credo si stiano risolvendo, ma che sicuramente servirà a dare una risistemazione definitiva a tutto l'assetto scolastico della città di Barletta. Abbiamo la disponibilità del Comune di Barletta anche a venire incontro a determinate esigenze per reperire altre aule quantunque ce ne fosse bisogno. Mi vergogno di dover intervenire, da presidente di Provincia uscente, per capire se ci sono aule o no. L'Istituto Garrone è un istituto che sul territorio da le migliori risposte, visti anche gli iscritti che ci sono e per percorsi formativi che ha. È un istituto che vive in uno stato comatoso da anni, da sempre, in un immobile che non è di proprietà della provincia ma è comunale. Ogni anno il Garrone aumenta i suoi iscritti, e già dall'anno scorso ha utilizzato presso questo istituto proprio per carenza di aule. Quest'anno ha maggiori studenti e dobbiamo andare incontro a questa esigenza. Per cui, in questo stesso istituto, dove già veniva il "Garrone", sono state recuperate altre aule».
«Oggi sono prontamente disponibili sedici aule. Ci sarà la possibilità in corso d'opera, e questo sta al buonsenso e al dialogo tra i dirigenti, di utilizzare gli spazi comuni. I ragazzi non sono del dirigente, di una scuola, di un professore. Le pareti, le mura, non sono del presidente della provincia, di un dirigente scolastico o di un insegnante, appartengono a tutti. È patrimonio comune a tutti, in particolar modo dei ragazzi. Viviamo in uno stato di disagio, le province non possono contrarre fitti da privati, ci è inibito. Il buonsenso porta a fare di necessità virtù. Ora sta alle disponibilità di chi dovrà organizzare gli orari scolastici se preferire i doppi turni o se, seppur con disagio "sopportabile" – perché accade in tutte le realtà – utilizzare qualche aula in più di quelle che utilizzava gli anni passati».
«Non sarei assolutamente intervenuto, qui si parla di amministrazione diretta, gestionale, di chi ogni giorno, con grande sacrificio, cerca di formare i nostri ragazzi. La provincia ha messo i dirigenti intorno ad un tavolo a luglio, li ha ripresi nel mese di agosto, dopodiché si decidano. Interveniamo per togliere le aule ad uno e darle ad un altro? Dobbiamo venire con i giudici per vedere se c'è una stanza in più o una in meno? Io mi vergogno, spero che altri facciano lo stesso. Chi è il monello della situazione? Assolutamente nessuno, il presidente della provincia è il monello perché qualche mese prima dell'inizio dell'anno scolastico doveva farsi il giro di tutte le scuole per rendersi conto di quale fosse la reale situazione. La colpa è del presidente della provincia».