Un albergo al posto dell'ex cartiera di Barletta? «Non abbiamo bisogno di altro cemento»
La proposta dei consiglieri di Coalizione Civica: «Servono spazi accessibili a tutte e tutti che diano vitalità alla città»
mercoledì 14 settembre 2022
13.12
«È notizia degli ultimi giorni che l'annoso "nodo Cartiera" passerà nelle mani del Consiglio Comunale: il TAR, ha accolto il ricorso dei proprietari contro la determina dirigenziale che impediva la costruzione di un albergo per "asserita impossibilità di classificare l'attività alberghiera come attività produttiva", prevista per l'area dell'ex Cartiera Mediterranea. Sarà quindi il Consiglio Comunale a scegliere il futuro dell'utilizzo di quei terreni e, con essi, il futuro sviluppo di una parte fondamentale della Città».
È quanto scrivono i consiglieri comunali di Coalizione Civica Carmine Doronzo e Michela Diviccaro. «Finalmente: lo diciamo da tempo e lo ribadiamo, non è possibile sottrarre al Consiglio Comunale le decisioni strategiche sul futuro della nostra città. Siamo consapevoli che l'idea di sviluppo dell'area potrebbe andare in direzioni molto diverse tra loro, ma ci auguriamo che il Consiglio saprà recepire le istanze che arrivano da più parti, associazioni, professionisti, liberi cittadini.
In molti chiedono da tempo e a gran voce la creazione ed adeguata manutenzione di spazi accessibili a tutte e tutti che diano vitalità alla città e che garantiscano uno sviluppo economico sostenibile e variegato. Si tratta di un modello di sviluppo che si sta facendo rapidamente strada in molti comuni del nostro territorio: il recupero di aree e beni dismessi per finalità sociali e culturali, per la creazione di nuovi servizi alla cittadinanza, per spazi aperti ad associazioni e cittadini per eventi e festival, per formazione, arte, coworking e artigianato digitale, per aree verdi attrezzate e curate. Un modello che, se ben concertato, può trovare l'interesse dei proprietari dei suoli e reggersi sui principi di sostenibilità ambientale e creare nuovi posti di lavoro.
Come sottolineato dal "Laboratorio di immaginazione urbana", strutture come quelle dell'ex Cartiera Mediterranea potrebbero trasformare i vuoti urbani "in parchi e giardini che potrebbero ospitare al loro interno svariate funzioni (dalle residenze ai servizi collettivi, dalle attività produttive a quelle commerciali), strutturandosi secondo una strategia urbana complessiva e unitaria", oltre che inserirsi a pieno titolo nell'"archeologia industriale", al fine di mantenere viva la memoria storica della città.
Non abbiamo bisogno di altro cemento: quel che serve è una visione del futuro che faccia respirare aria nuova alla città e a chi la vive. La legittima difesa del suolo privato non può prevalere sull'interesse della collettività: ci auguriamo che l'Amministrazione vorrà avviare una discussione partecipata e rispettosa delle posizioni delle opposizioni e della cittadinanza sul destino di quell'area».
È quanto scrivono i consiglieri comunali di Coalizione Civica Carmine Doronzo e Michela Diviccaro. «Finalmente: lo diciamo da tempo e lo ribadiamo, non è possibile sottrarre al Consiglio Comunale le decisioni strategiche sul futuro della nostra città. Siamo consapevoli che l'idea di sviluppo dell'area potrebbe andare in direzioni molto diverse tra loro, ma ci auguriamo che il Consiglio saprà recepire le istanze che arrivano da più parti, associazioni, professionisti, liberi cittadini.
In molti chiedono da tempo e a gran voce la creazione ed adeguata manutenzione di spazi accessibili a tutte e tutti che diano vitalità alla città e che garantiscano uno sviluppo economico sostenibile e variegato. Si tratta di un modello di sviluppo che si sta facendo rapidamente strada in molti comuni del nostro territorio: il recupero di aree e beni dismessi per finalità sociali e culturali, per la creazione di nuovi servizi alla cittadinanza, per spazi aperti ad associazioni e cittadini per eventi e festival, per formazione, arte, coworking e artigianato digitale, per aree verdi attrezzate e curate. Un modello che, se ben concertato, può trovare l'interesse dei proprietari dei suoli e reggersi sui principi di sostenibilità ambientale e creare nuovi posti di lavoro.
Come sottolineato dal "Laboratorio di immaginazione urbana", strutture come quelle dell'ex Cartiera Mediterranea potrebbero trasformare i vuoti urbani "in parchi e giardini che potrebbero ospitare al loro interno svariate funzioni (dalle residenze ai servizi collettivi, dalle attività produttive a quelle commerciali), strutturandosi secondo una strategia urbana complessiva e unitaria", oltre che inserirsi a pieno titolo nell'"archeologia industriale", al fine di mantenere viva la memoria storica della città.
Non abbiamo bisogno di altro cemento: quel che serve è una visione del futuro che faccia respirare aria nuova alla città e a chi la vive. La legittima difesa del suolo privato non può prevalere sull'interesse della collettività: ci auguriamo che l'Amministrazione vorrà avviare una discussione partecipata e rispettosa delle posizioni delle opposizioni e della cittadinanza sul destino di quell'area».