Tutte le responsabilità del tandem Attolico-Maffei

Sagra di punteggi per la sopravvivenza: e i giovani soffrono. Imitate le presunzioni romane di Margherita e PD

domenica 27 maggio 2012
A cura di Alessandro Porcelluzzi
In politica, come in ogni altro segmento della vita sociale umana, esiste la figura del gregario. In politica, diversamente da altri ambiti, essere gregario presenta numerosi vantaggi. La mancanza di iniziativa autonoma, l'obbedienza agli ordini del capo, l'ostracismo nei confronti di qualsiasi personalità eccentrica, sono premiati attraverso favori, prebende, privilegi, concessioni per mano del sovrano. Il rapporto tra capo e gregario è la quintessenza della logica di scambio. Il capo conserva una immagine pulita, di persona per bene, di algida e incontaminata purezza; il gregario ne assorbe tutta la negatività, ne diviene il lato oscuro (gli scambi, le minacce, i rapporti clientelari), ma diviene onnipotente quanto il (a volte sembrerebbe persino più del) suo padrone. La politica è piena di questi rapporti. Rutelli ai tempi della Margherita aveva assegnato soft power e hard power (comunicazione e cassa) a Gentiloni e Lusi. Con gli esiti che tutti conosciamo. E allo stesso modo Veltroni ha Bettini e D'Alema Latorre.

Solo letta attraverso questo sfondo, la vicenda della determina dirigenziale a favore di Alessandro Attolico diviene comprensibile. Attolico per Maffei è ciò che Lusi, Bettini e Latorre rappresentano per Rutelli, Veltroni, D'Alema. Attolico è quanto (e forse più di) Maffei responsabile della condizione di degrado della realtà amministrativa cittadina. Da quando è stato chiamato a svolgere la funzione di dirigente allo Staff, il dottor Attolico ha operato secondo due direttrici fondamentali.

La prima direttrice: rendere indispensabile la propria presenza al Sindaco. Come nella dialettica servo-padrone di hegeliana memoria, il padrone necessita dell'apporto del servo per sopravvivere. Per ottenere questo obiettivo, Attolico ha reso lo Staff del Sindaco il filtro obbligato per qualsiasi atto amministrativo. Dai patrocini alle sovvenzioni, dalle gare di appalto ai regolamenti dei singoli settori, tutto passa attraverso lo Staff. Non si muove foglia che Alessandro Attolico non voglia.

La seconda direttrice: costruire il proprio curriculum in modo da sopravvivere alla fine (naturale o anticipata) del mandato del suo padrino Maffei. Attolico in questi anni ha studiato, fino ad ottenere la laurea, seguito corsi, master, seminari. Tutto a spese della comunità. Il Sindaco ha riciclato nei giorni scorsi un comunicato del 2008 in cui spiega che i dipendenti comunali hanno il diritto/dovere di aggiornarsi e che le ricadute dei corsi seguiti da Attolico saranno positive per l'intera macchina amministrativa, e di conseguenza per la cittadinanza. Se uno il coraggio non ce l'ha, non può darselo, scriveva Manzoni a proposito di Don Abbondio. Vale anche per Maffei, ma non per chi lo osserva.

Non convincono, come non convincevano quattro anni fa le sue risposte formali, i suoi cavilli da azzeccagarbugli. Il corso in questione si tiene a fine giugno. I contratti dei dirigenti, prorogati per l'ennesima volta contra legem da Maffei scadranno in quegli stessi giorni. Maffei sa già che il dottor Attolico (un dirigente a tempo determinato e che non ha mai fatto un concorso in amministrazione) sarà riconfermato? Su cosa poggia questa sua certezza? O forse il Sindaco ha in mente l'ennesima proroga, che la sua maggioranza di mercanti e la sua opposizione di vili permetterà senza battere ciglio. Viene anche da chiedersi cosa c'entri il corso della Bocconi sulla gestione dei servizi locali con le funzioni di competenza del dottor Attolico (staff, segreteria del sindaco, URP ecc.).

Infine: il dottor Attolico non ha al momento alcun rapporto definitivo di lavoro con il Comune di Barletta. Delle due l'una: o ha già i titoli per vincere il concorso da dirigente, e non si capisce perché continuare a fare corsi a spese dell'amministrazione, o non li ha, e allora non si capisce perché li debba in fretta, prima del concorso, a spese nostre.