Tra Barletta alta e Barletta bassa, camion bloccato sui binari in via Milano
Sbarre chiuse, tensione e stupore. La barlettanità non delude. Questa volta è andata bene
venerdì 2 marzo 2012
14.10
Un camion. Non un'auto, o una più agile moto. Un camion, a sbarre del passaggio a livello di Via Milano chiuse, bloccato al centro dei binari senza poter più uscire. Bloccato sia tra due barre automatiche quanto impietose che tra ataviche paure di treni che giungono di soppiatto senza poter far nulla per bloccarli. Tutto ciò in una delle strade più centrali e vitali, quale snodo di passaggio del traffico (ovviamente destinato, come consueto, a scontrarsi con i passaggi a livelli intercittadini): quella lunga via Milano che dalla centrale Piazza Aldo Moro collega le due anime della città, Barletta bassa e Barletta alta, divise solo da un anacronistico paio di sbarre e da una strada ferrata tra via Milano e la perpendicolare via Fracanzano.
13.30, orario ancora più centrale: rientro dal lavoro, i pargoli all'uscita delle scuole, casalinghe a rimestare gli intingoli per il marito fiero lavorator di rientro, nervi solitamente a fior di pelle. Ai cronisti appaiono però visioni normali, capannello di gente ferma in attesa che si sollevi l'odiato passaggio a livello di via Milano (non sempre gli astanti rimangono fermi, Barlettalife presto lo mostrerà in un'inchiesta, ma questa volta così sembrava), e visioni meno normali: un camion di media stazza, fermo sui binari e sbarre giù. Treno incombente?
«No!» ci spiega l'avvezzo proprietario di una locale officina, in salopette cingente una figura rotonda e pacifica, «...è una norma». Auto, pedoni, sovente camion, ugualmente bloccati spesso e volentieri in una morsa di angoscia e ferro. Niente panico! Furbe fotocellule ravvisano l'impedimento e subito segnalano alla vicina stazione per una prontissima riapertura dopo 10 minuti angoscianti tra stupore, chiacchiericcio, (più o meno) preoccupazione.
Pronta la critica all'impavido autista? Emulo magari dei più muscolari film americani di corse il trasportatore avrebbe forse inteso di raggiungere le 88 miglia orarie "sorvolando" in velocità la chiusura imminente a scapito della propria e altrui incolumità? «E gli va bene, che se passava la polizia arrivava pure il verbale…e lì moriva davvero» ci sottolineano taluni con arguzia.
Non ci è dato di saperlo, ma preferiamo ipotizzare e fidarci della nostra più barlettana prevedibile conoscenza del problema. Poche colpe all'autista del camion, tante a quelli delle autovetture transitanti su via Fracanzano, a cui i suddetti intingoli delle rispettive consorti avranno fatto dimenticare di dar precedenza a chi, superando il passaggio, giustamente voleva immettersi nella via. «Normale» ci fa eco un po' di popolazione. Ed è facile immaginare di trovarsi al centro dell'impiccio con auto ferme di fronte a noi che cercano di farsi largo, inquietante segnale di chiusura delle sbarre che risuona nelle nostre orecchie, un dilaniante nervoso e piccole sopravvivenze di guida metropolitana. Un amaro ginepraio.
L'apertura finale è sollievo per tutti, e treni nemmeno l'ombra. Questa volta è andata bene. Questa volta.
13.30, orario ancora più centrale: rientro dal lavoro, i pargoli all'uscita delle scuole, casalinghe a rimestare gli intingoli per il marito fiero lavorator di rientro, nervi solitamente a fior di pelle. Ai cronisti appaiono però visioni normali, capannello di gente ferma in attesa che si sollevi l'odiato passaggio a livello di via Milano (non sempre gli astanti rimangono fermi, Barlettalife presto lo mostrerà in un'inchiesta, ma questa volta così sembrava), e visioni meno normali: un camion di media stazza, fermo sui binari e sbarre giù. Treno incombente?
«No!» ci spiega l'avvezzo proprietario di una locale officina, in salopette cingente una figura rotonda e pacifica, «...è una norma». Auto, pedoni, sovente camion, ugualmente bloccati spesso e volentieri in una morsa di angoscia e ferro. Niente panico! Furbe fotocellule ravvisano l'impedimento e subito segnalano alla vicina stazione per una prontissima riapertura dopo 10 minuti angoscianti tra stupore, chiacchiericcio, (più o meno) preoccupazione.
Pronta la critica all'impavido autista? Emulo magari dei più muscolari film americani di corse il trasportatore avrebbe forse inteso di raggiungere le 88 miglia orarie "sorvolando" in velocità la chiusura imminente a scapito della propria e altrui incolumità? «E gli va bene, che se passava la polizia arrivava pure il verbale…e lì moriva davvero» ci sottolineano taluni con arguzia.
Non ci è dato di saperlo, ma preferiamo ipotizzare e fidarci della nostra più barlettana prevedibile conoscenza del problema. Poche colpe all'autista del camion, tante a quelli delle autovetture transitanti su via Fracanzano, a cui i suddetti intingoli delle rispettive consorti avranno fatto dimenticare di dar precedenza a chi, superando il passaggio, giustamente voleva immettersi nella via. «Normale» ci fa eco un po' di popolazione. Ed è facile immaginare di trovarsi al centro dell'impiccio con auto ferme di fronte a noi che cercano di farsi largo, inquietante segnale di chiusura delle sbarre che risuona nelle nostre orecchie, un dilaniante nervoso e piccole sopravvivenze di guida metropolitana. Un amaro ginepraio.
L'apertura finale è sollievo per tutti, e treni nemmeno l'ombra. Questa volta è andata bene. Questa volta.