Torna il sereno sull’Unità d’Italia?
Secondo appuntamento per il ciclo di incontri: “Dal Risorgimento all’Unità d’Italia”. Clima più disteso e gioioso grazie agli studenti della scuola "Raffaele Girondi"
martedì 12 aprile 2011
Si è svolto sabato sera presso la Sala della Comunità della Chiesa di Sant'Antonio a Barletta, il secondo appuntamento del ciclo di incontri "Dal Risorgimento all'Unità d'Italia", organizzati dalla sezione barlettana della Società di Storia Patria per la Puglia. Dopo la burrascosa serata del 4 marzo scorso, con le contestazioni dei neoborbonici e dei critici del Risorgimento italiano – già documentate da Barlettalife –, l'incontro dello scorso fine settimana si è svolto in un clima più rilassato e gioioso grazie alla presenza dei bambini della scuola primaria 6° Circolo Didattico "Raffaele Girondi", che hanno intonato tre cori patriottici sfociati nel canto finale dell'Inno degli Italiani. La loro genuina rappresentazione ha creato il giusto clima quale preludio alla conferenza centrata sul tema "Economia e società in Puglia negli anni dell'unificazione". Relatore della serata il prof. Saverio Russo, ordinario di Storia Moderna all'Università di Foggia, studioso di storia sociale ed economica del territorio di Barletta e della Capitanata. Moderatori della serata, Biagio Cavaliere, Presidente della sezione barlettana della Società di Storia Patria per la Puglia; la prof.ssa Luisa Derosa, docente di Storia dell'Arte Medievale all'Università di Bari.
Economia e società negli anni dell'unificazione si diceva. Un argomento davvero scottante alla luce delle ultime pubblicazioni tendenti a revisionare le condizioni economiche del Mezzogiorno d'Italia sotto i Borbone. E il prof. Russo ha tenuto subito a precisare che si ritiene personalmente contrario alla rivalutazione del periodo borbonico, ritenendo il successo di certi pamphlet e volumi più «legati alla situazione presente del Sud che soffre della situazione nazionale dominata dalla Lega Nord». Netto il suo giudizio sulle condizioni socioeconomiche preunitarie. «Il Sud arrivava all'Unità in condizioni di grossa debolezza», come sembrano confermare i diari di viaggio di stranieri nel Regno delle Due Sicilie. Ma l'analisi del docente ha teso ad esortare il Mezzogiorno: «non possiamo adagiarci nel rimpianto del passato […]. Non possiamo dirci soddisfatti delle nostre scuole superiori e delle nostre università. Non dobbiamo indugiare nell'esaltazione di noi stessi ma eliminare i freni del sottosviluppo».
L'intervento di Russo si è concentrato sulle condizioni dell'agricoltura della zona di Barletta e della Capitanata nei decenni a cavaliere dell'Unità d'Italia, sottolineando le grandi trasformazioni del settore agricolo e del territorio nel passaggio dalle attività di pascolo a quelle seminative nel Tavoliere e con la diffusione dell'oliveto nella zona ofantina, non dimenticando l'introduzione di nuove tecniche che migliorarono decisamente la qualità del nostro olio. Grande risalto è stato dato al ruolo svolto dal porto di Barletta nello smistamento del grano proveniente dalla Capitanata e al grande apporto delle nascenti ferrovie e delle nuove vie comunicazione nel processo di unificazione. A tal proposito il prof. Russo ha ricordato come la vecchia strada delle Puglie, la Napoli-Bari, fosse stata già completata dai Borbone. A livello sociale il docente foggiano ha rimarcato come la massa dei contadini fosse composta per la stragrande maggioranza da braccianti salariati giornalieri e come la mancata divisione delle terre demaniali ne avesse aumentato l'insoddisfazione e la rabbia anche dopo l'unificazione, ponendo le basi per la nascita della questione meridionale. Il prof. Russo ha anche sottolineato come molti mercanti barlettani non favorirono affatto il processo di unificazione dopo aver conosciuto un certo arricchimento durante il boom delle attività del porto durante gli anni Cinquanta del XIX secolo.
Il presidente Cavaliere da parte sua ha auspicato che il clima di rissosità nella provincia BAT termini quanto prima e sottolineato il ruolo fondamentale della scuola nel processo di superamento di beceri campanilismi.
Economia e società negli anni dell'unificazione si diceva. Un argomento davvero scottante alla luce delle ultime pubblicazioni tendenti a revisionare le condizioni economiche del Mezzogiorno d'Italia sotto i Borbone. E il prof. Russo ha tenuto subito a precisare che si ritiene personalmente contrario alla rivalutazione del periodo borbonico, ritenendo il successo di certi pamphlet e volumi più «legati alla situazione presente del Sud che soffre della situazione nazionale dominata dalla Lega Nord». Netto il suo giudizio sulle condizioni socioeconomiche preunitarie. «Il Sud arrivava all'Unità in condizioni di grossa debolezza», come sembrano confermare i diari di viaggio di stranieri nel Regno delle Due Sicilie. Ma l'analisi del docente ha teso ad esortare il Mezzogiorno: «non possiamo adagiarci nel rimpianto del passato […]. Non possiamo dirci soddisfatti delle nostre scuole superiori e delle nostre università. Non dobbiamo indugiare nell'esaltazione di noi stessi ma eliminare i freni del sottosviluppo».
L'intervento di Russo si è concentrato sulle condizioni dell'agricoltura della zona di Barletta e della Capitanata nei decenni a cavaliere dell'Unità d'Italia, sottolineando le grandi trasformazioni del settore agricolo e del territorio nel passaggio dalle attività di pascolo a quelle seminative nel Tavoliere e con la diffusione dell'oliveto nella zona ofantina, non dimenticando l'introduzione di nuove tecniche che migliorarono decisamente la qualità del nostro olio. Grande risalto è stato dato al ruolo svolto dal porto di Barletta nello smistamento del grano proveniente dalla Capitanata e al grande apporto delle nascenti ferrovie e delle nuove vie comunicazione nel processo di unificazione. A tal proposito il prof. Russo ha ricordato come la vecchia strada delle Puglie, la Napoli-Bari, fosse stata già completata dai Borbone. A livello sociale il docente foggiano ha rimarcato come la massa dei contadini fosse composta per la stragrande maggioranza da braccianti salariati giornalieri e come la mancata divisione delle terre demaniali ne avesse aumentato l'insoddisfazione e la rabbia anche dopo l'unificazione, ponendo le basi per la nascita della questione meridionale. Il prof. Russo ha anche sottolineato come molti mercanti barlettani non favorirono affatto il processo di unificazione dopo aver conosciuto un certo arricchimento durante il boom delle attività del porto durante gli anni Cinquanta del XIX secolo.
Il presidente Cavaliere da parte sua ha auspicato che il clima di rissosità nella provincia BAT termini quanto prima e sottolineato il ruolo fondamentale della scuola nel processo di superamento di beceri campanilismi.