Teresa Sunna, i due dipendenti patteggiano 2 anni di reclusione

Nitrito di sodio scambiato per sorbitolo, rinviato a giudizio il medico barlettano

martedì 18 marzo 2014
Patteggiano 2 anni di reclusione, col beneficio della sospensione della pena, il chimico ed un'altra dipendente della casa farmaceutica R&D Laboratories, più nota come Mistral, accusati della morte della ventinovenne tranese Teresa Sunna e delle gravi lesioni riportate da Addolorata Piazzolla, 62 anni di Margherita di Savoia, e da Anna Abbrescia, 35 anni di Altamura. Tutte rimasero avvelenate dal nitrito di sodio scambiato per sorbitolo in occasione della preparazione ad un esame diagnostico su eventuali intolleranze alimentare per cui, il 24 marzo 2012, si erano recate nello studio del gastroenterologo barlettano Ruggiero Spinazzola. La Mistral ha risarcito i familiari di Teresa Sunna con 750mila euro e le due donne scampate al peggio con novantamila euro a testa.

Rinviato a giudizio il medico Ruggiero Spinazzola nel cui studio di Via Rizzitelli avvenne la somministrazione del presunto sorbitolo: il dibattimento inizierà il 26 giugno davanti al tribunale di Trani.

Questo l'epilogo dell'udienza preliminare celebrata davanti al gup Rossella Volpe. La tragedia avvenne per un errore nell'etichettatura della confezione, imputato proprio alla nord irlandese Mistral. Il gastroenterologo Ruggiero Spinazzola aveva acquistato quella confezione sul sito e-bay risparmiando pochi euro per la composizione zuccherina che sarebbe servita per la preparazione al brench test.

Al dottore barlettano viene contestato d'aver utilizzato a fini terapeutici il presunto sorbitolo, che secondo l'accusa sostenuta dal pubblico ministero Michele Ruggiero avrebbe dovuto comperare in farmacia e non su internet, nonché la "somministrazione di medicinali guasti" giacchè nel suo ambulatorio furono trovati medicinali scaduti, non isolati ma confusi con quelli ancora somministrabili.

Teresa Sunna morì ancor prima di giungere all'ospedale "Mons. R. Dimiccoli" di Barletta, nel cui centro antiveleni si riuscirono, invece, a salvare le due colleghe di sventura grazie ad un antidoto del valore di pochi euro.