Tensostruttura e “Simeone”, le novità della nuova commissione sport
Tutta la programmazione nelle parole del presidente di commissione Lanotte. «Presto si utilizzerà la tensostruttura, il “Simeone” avrà manto erboso»
mercoledì 11 settembre 2013
3.05
Si sono insediate da pochi giorni le commissioni comunali, e già i primi interventi cominciano a far discutere. Dal punto di vista sportivo, sono tante le risposte che attendono gli sportivi barlettani, riguardanti tutta una serie di strutture (alcune delle quali al limite della fatiscenza) e di problematiche rimaste irrisolte e inascoltate per anni. La commissione servizi sociali e sport del Comune di Barletta ha analizzato da vicino diverse peculiarità dello sport a Barletta. A parlarci delle ultime novità in ambito sportivo è il presidente di commissione Marcello Lanotte, in perfetta sinergia con le idee e la programmazione del "nuovo" assessore allo sport Antonio Divincenzo.
La novità principale di questa prima commissione riguarda la "famosa" tensostruttura. Dopo tanto tempo i cittadini barlettani riusciranno ad utilizzare questa struttura che finora è rimasta deserta. Quali sono le modalità e la tempistica per l'utilizzo della tensostruttura?
«L'apertura della tensostruttura è imminente. Però è chiaro che ora questa struttura va riempita di strumenti, perché altrimenti risulterebbe essere la solita cattedrale nel deserto che non è fruibile. Non a caso, una delle proposte sulle quali si è cercato di iniziare un discorso, previa verifica di disponibilità di fondi in bilancio, è la questione dei canestri. La tensostruttura verrà utilizzata per attività di calcio a 5, pallamano, pallavolo e basket. Però nel progetto originario, i canestri dovevano scendere meccanicamente. È chiaro che se acquistassimo i canestri fissi, ciò comporterebbe un costo di 1000-2000 euro, e questo non sarebbe un problema, però vorremmo dotare la struttura di questa attrezzatura all'avanguardia. Il costo di questi canestri si aggirerebbe attorno ai 20.000 euro. Bisogna però capire quali sono i fondi disponibili in bilancio. Per quel che riguarda calcio a 5 e pallamano, invece, non ci sono problemi, la tensostruttura è già predisposta per l'utilizzo riservato a calcettisti e per chi pratica pallamano».
Una delle principali idee proposte sia dagli assessori Divincenzo e Ricatti è l'albo delle società. È questo uno dei punti più importanti nel vostro ordine del giorno?
«Non è un caso che nei prossimi giorni sono state calendarizzate delle commissioni che si propongono la finalità di analizzare il nuovo regolamento delle associazioni sportive. È opportuno analizzare bene questo regolamento. In tal modo si ha una cognizione delle associazioni presenti sul territorio. Solo allora si può cominciare a pianificare l'utilizzo degli spazi. L'altra partita importante che dovrà essere affrontata è la pianificazione degli spazi, anche alla luce della possibilità di utilizzare la tensostruttura, un impianto che in precedenza non si aveva a disposizione. Oggi non è possibile abbandonare le palestre scolastiche. Purtroppo, o per fortuna, Barletta è ricca di associazioni sportive e gli spazi sono sempre pochi. Non si può prescindere dalle palestre, anche perché le palestre delle scuole medie inferiori ed elementari sono di proprietà del Comune».
La lamentela principale delle società sportive nella scorsa stagione riguardava i canoni di affitto delle strutture. Molte associazioni non potevano permettersi l'affitto di determinate struttura, anche se in realtà dai ticket che le società pagano, arriverebbe soltanto il 3-5% di tutte le spese che il Comune affronta. Come si può ovviare a questo problema?
«Il costo e le tariffe per l'utilizzo delle strutture comunali è oggetto di approvazione di tutte le delibere propedeutiche al bilancio comunale, di cui al momento non abbiamo ancora preso visione. È chiaro, però, che un approccio prettamente economico alla questione può risultare fuorviante. Gli oneri che il Comune deve sostenere sicuramente non possono essere compensati dai canoni che le società pagano. Il Comune ci deve rimettere, ma rimettere in senso improprio, visto che la funzione delle società sportive è anche quella di aiutare ragazzi che diversamente sarebbero oggetto di attenzioni da parte di tutta una serie di tentazioni più o meno lecite. Non si può in tal caso avere un approccio meramente economico».
Per quel che riguarda il "Puttilli", ormai lo stadio è al centro di una serie di discussioni più o meno animate. Quali sono le principali novità in merito?
«Novità in senso proprio non ce ne sono. Sono però in corso una serie di impegni tesi anche a rivedere in qualche modo la concezione di utilizzo della struttura sportiva. Questi concetti rientrano però prettamente nell'ambito dell'organizzazione gestionale. È chiaro, però, che lo stadio rappresenta un problema per la Città. Se qualcuno pensa di restringere la valenza e la portata del calcio a Barletta semplicemente a quelle duemila-tremila persone che vanno allo stadio, commette un errore gravissimo. In primis perché la Società Barletta Calcio è un volano pubblicitario per la Città di Barletta, e in tal senso sarebbe opportuno che l'Amministrazione pensasse ad una promozione turistica del territorio attraverso la Società. Inoltre, il calcio a Barletta assume anche funzione sociale. Il Comune deve porsi anche questi obiettivi, e intervenire in tal senso per dotare il sodalizio sportivo di una struttura adeguata alle proprie necessità».
L'ultima domanda riguarda il "Simeone". Ci sarà finalmente questo manto erboso che da anni aspettano tutte le Società Sportive del territorio?
«Il manto erboso ci sarà, perché è già stato oggetto di delibera nello scorso bilancio. Chiaramente, con il commissario, si è badato soprattutto all'ordinario, e non allo straordinario. Però, per quel che riguarda il "Simeone", fermo restando la valenza storica e simbolica della struttura, mi sento di aprire una riflessione che riguarda anche il "Puttilli". Bisogna pensare alla opportunità di tenere grosse strutture sportive all'interno della Città. Perché non pensare allo spostamento dello stadio della Città di Barletta altrove, dove ci sono suoli di proprietà comunale e si possa creare una struttura che possa accontentare tutte le realtà sportive? Forse le idee di park & ride e di project financing sono troppo utopiche e avanguardistiche, ma questo può essere un modo per supportare a dovere l'attività sportiva a Barletta».
La novità principale di questa prima commissione riguarda la "famosa" tensostruttura. Dopo tanto tempo i cittadini barlettani riusciranno ad utilizzare questa struttura che finora è rimasta deserta. Quali sono le modalità e la tempistica per l'utilizzo della tensostruttura?
«L'apertura della tensostruttura è imminente. Però è chiaro che ora questa struttura va riempita di strumenti, perché altrimenti risulterebbe essere la solita cattedrale nel deserto che non è fruibile. Non a caso, una delle proposte sulle quali si è cercato di iniziare un discorso, previa verifica di disponibilità di fondi in bilancio, è la questione dei canestri. La tensostruttura verrà utilizzata per attività di calcio a 5, pallamano, pallavolo e basket. Però nel progetto originario, i canestri dovevano scendere meccanicamente. È chiaro che se acquistassimo i canestri fissi, ciò comporterebbe un costo di 1000-2000 euro, e questo non sarebbe un problema, però vorremmo dotare la struttura di questa attrezzatura all'avanguardia. Il costo di questi canestri si aggirerebbe attorno ai 20.000 euro. Bisogna però capire quali sono i fondi disponibili in bilancio. Per quel che riguarda calcio a 5 e pallamano, invece, non ci sono problemi, la tensostruttura è già predisposta per l'utilizzo riservato a calcettisti e per chi pratica pallamano».
Una delle principali idee proposte sia dagli assessori Divincenzo e Ricatti è l'albo delle società. È questo uno dei punti più importanti nel vostro ordine del giorno?
«Non è un caso che nei prossimi giorni sono state calendarizzate delle commissioni che si propongono la finalità di analizzare il nuovo regolamento delle associazioni sportive. È opportuno analizzare bene questo regolamento. In tal modo si ha una cognizione delle associazioni presenti sul territorio. Solo allora si può cominciare a pianificare l'utilizzo degli spazi. L'altra partita importante che dovrà essere affrontata è la pianificazione degli spazi, anche alla luce della possibilità di utilizzare la tensostruttura, un impianto che in precedenza non si aveva a disposizione. Oggi non è possibile abbandonare le palestre scolastiche. Purtroppo, o per fortuna, Barletta è ricca di associazioni sportive e gli spazi sono sempre pochi. Non si può prescindere dalle palestre, anche perché le palestre delle scuole medie inferiori ed elementari sono di proprietà del Comune».
La lamentela principale delle società sportive nella scorsa stagione riguardava i canoni di affitto delle strutture. Molte associazioni non potevano permettersi l'affitto di determinate struttura, anche se in realtà dai ticket che le società pagano, arriverebbe soltanto il 3-5% di tutte le spese che il Comune affronta. Come si può ovviare a questo problema?
«Il costo e le tariffe per l'utilizzo delle strutture comunali è oggetto di approvazione di tutte le delibere propedeutiche al bilancio comunale, di cui al momento non abbiamo ancora preso visione. È chiaro, però, che un approccio prettamente economico alla questione può risultare fuorviante. Gli oneri che il Comune deve sostenere sicuramente non possono essere compensati dai canoni che le società pagano. Il Comune ci deve rimettere, ma rimettere in senso improprio, visto che la funzione delle società sportive è anche quella di aiutare ragazzi che diversamente sarebbero oggetto di attenzioni da parte di tutta una serie di tentazioni più o meno lecite. Non si può in tal caso avere un approccio meramente economico».
Per quel che riguarda il "Puttilli", ormai lo stadio è al centro di una serie di discussioni più o meno animate. Quali sono le principali novità in merito?
«Novità in senso proprio non ce ne sono. Sono però in corso una serie di impegni tesi anche a rivedere in qualche modo la concezione di utilizzo della struttura sportiva. Questi concetti rientrano però prettamente nell'ambito dell'organizzazione gestionale. È chiaro, però, che lo stadio rappresenta un problema per la Città. Se qualcuno pensa di restringere la valenza e la portata del calcio a Barletta semplicemente a quelle duemila-tremila persone che vanno allo stadio, commette un errore gravissimo. In primis perché la Società Barletta Calcio è un volano pubblicitario per la Città di Barletta, e in tal senso sarebbe opportuno che l'Amministrazione pensasse ad una promozione turistica del territorio attraverso la Società. Inoltre, il calcio a Barletta assume anche funzione sociale. Il Comune deve porsi anche questi obiettivi, e intervenire in tal senso per dotare il sodalizio sportivo di una struttura adeguata alle proprie necessità».
L'ultima domanda riguarda il "Simeone". Ci sarà finalmente questo manto erboso che da anni aspettano tutte le Società Sportive del territorio?
«Il manto erboso ci sarà, perché è già stato oggetto di delibera nello scorso bilancio. Chiaramente, con il commissario, si è badato soprattutto all'ordinario, e non allo straordinario. Però, per quel che riguarda il "Simeone", fermo restando la valenza storica e simbolica della struttura, mi sento di aprire una riflessione che riguarda anche il "Puttilli". Bisogna pensare alla opportunità di tenere grosse strutture sportive all'interno della Città. Perché non pensare allo spostamento dello stadio della Città di Barletta altrove, dove ci sono suoli di proprietà comunale e si possa creare una struttura che possa accontentare tutte le realtà sportive? Forse le idee di park & ride e di project financing sono troppo utopiche e avanguardistiche, ma questo può essere un modo per supportare a dovere l'attività sportiva a Barletta».